Anche il Perugia ha il suo 5 Maggio…

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Cinquina dal Cagliari e Serie C quasi certa senza due vittorie con Venezia e Benevento. “Complimenti” all’amministratore unico e alla guida tecnica per il comportamento

 

Iniziamo dalla fine a descrivere questa serata del 5 Maggio di “interistica memoria” nella quale il Perugia perde ignobilmente cinque a zero in casa contro il Cagliari, anche se la matematica, ma solo quella ormai, vieta al momento di pronunciare il  famosissimo “Ei fu” manzoniano.

A fine gara, infatti, i due  responsabili di questa fallimentare stagione del Perugia, il presidente Santopadre e il tecnico Castori, hanno pensato bene, il primo di sottrarsi alla contestazione degli inviperiti tifosi biancorossi, sgattaiolando come “er sorcio”, come lui si è autodefinito in un’infelice intervista di qualche mese fa, da una porta laterale del “Curi”, il secondo, dopo aver recitato in sala stampa un monologo di appena cinquanta secondi infarcito dei classici luoghi comuni post disfatta, di sottrarsi alle domande di quei “cattivoni” dei giornalisti.

Un atteggiamento, quello del tecnico, assolutamente incomprensibile, che conferma l’assoluta idiosincrasia alle domande scomode e a quelle sacrosante critiche che, al termine di una prestazione del genere, sarebbero certamente, anche se tardivamente, piovute.

La settimana scorsa avevamo personalmente avvisato il Castori che esaltava la prestazione di Ferrara, aggiungendo tra l’altro che il Perugia si sarebbe certamente salvato, che la Spal era solo la penultima e che il disastroso trend di soli sette punti nelle ultime dieci gare, adesso undici, preoccupava molto in vista di partite decisive contro avversari forti come il Cagliari o l’attuale, lanciatissimo Venezia, ricevendo però in risposta solo dati errati, snocciolati con arroganza.

Quanto ai disastri dell’Amministratore Unico è bastato vedere in campo ieri sera la grande differenza tecnica tra una squadra ricca di talenti e una rimediata negli ultimi giorni del mercato estivo, come suo solito fare, colpevolmente indebolita, poi, nel mercato di Gennaio. Con le sanguinose cessioni di Chichizola in estate e di Melchiorri e Strizzolo a Gennaio, che gridano vendetta.

Nonostante questa debolezza tecnica, per salvarsi forse sarebbe bastato andare sin dall’inizio su un tecnico che  avesse puntato sul gioco, senza quegli inguardabili “lancioni” alla Nereo Rocco degli anni ’60, di Castori.

O forse sarebbe stato sufficiente che l’Amministratore Unico avesse mandato a casa Castori dopo le tre gare con un solo punto conquistato tra Pisa, Sudtirol e Como, proprio le stesse tre dell’andata sulle quali Castori si fa forte ripetendo che lui, all’epoca non c’era.

E’ da quelle due sconfitte, unite al bruttissimo zero a zero del “Curi” contro il Como, che era scattato l’allarme, con l’inizio della serie terribile di sette punti in undici partite che ha portato il Perugia con un piede e mezzo in Serie C. Ci sarebbe stato tutto il tempo per conquistare quei quattro/cinque punti in più degli odierni trentasei che ti avrebbero sensibilmente avvicinato alla salvezza.

Invece, se il Perugia dovesse retrocedere, l’Amministratore Unico passerà alla gloriosa storia del Perugia Calcio con l’inglorioso record di aver fatto retrocedere in Serie C il Grifo per due volte in solo tre stagioni, coincidenza mai verificatosi in questi sessantacinque anni di storia moderna del Perugia e, proprio per questo motivo, tutta Perugia pensa che ormai Santopadre a Perugia abbia fatto il suo tempo e che  sia arrivato il momento di un’auspicata cessione della società.

Sui giudizi sulle prestazioni dei singoli di ieri sera meglio sorvolare, anche se quelle inguardabili di entrambi i portieri mettono ancora un volta il dito sulla piaga della cessione estiva di Chichizola. A questo proposito ricordiamo che solo grazie alle sue parate, che hanno fruttato almeno sei punti, siamo riusciti ad andare in extremis al preliminare, altrimenti mister Alvini sarebbe arrivato dodicesimo.

Nel pomeriggio, al contrario della settimana scorsa, non integreremo l’editoriale dopo i risultati delle avversarie dirette, perché, purtroppo, crediamo poco che questo Perugia sia in grado di andare a vincere fuori casa contro una squadra in ottima forma come il Venezia dello scatenato Pohjanpalo, altro capocannoniere da incontrare sette giorni dopo Lapadula che ci ha segnato due gol, squadra che, oltretutto, “vede” da vicino il preliminare.

Ma siccome a noi piacciono i numeri e la matematica concede ancora delle possibilità per sperare nel miracolo del Grifo, terzultimo, ma che stasera potrebbe anche trovarsi penultimo se la Spal, che da ieri sera ha una differenza reti migliore proprio per colpa della batosta presa dai grifoni, dovesse anche solo pareggiare a Palermo, diciamo che il Perugia  è assolutamente obbligato a vincere a Venezia e col Benevento chiudendo a quota quarantadue, quota che difficilmente potrebbe garantire la salvezza diretta ma il playout con lo svantaggio o anche col vantaggio sì.

Un pareggio e una vittoria o, ancora peggio, una sconfitta e una vittoria sancirebbero, invece l’ineluttabile retrocessione dei grifoni in Serie C,  perché quaranta o trentanove punti non sembrano assolutamente sufficienti per disputare il playout!

Danilo Tedeschini