ANIF Umbria: riapertura delle palestre e risorse regionali a sostegno dello sport

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Con la riapertura anche delle palestre annunciata per lunedì 24 maggio (in anticipo rispetto alla precedente data del 1 giugno) anche Barbara Carli, delegato ANIF (Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness) per l’Umbria esprime la sua soddisfazione: “Un momento tanto atteso da cui dobbiamo ripartire tutti più forti, più consapevoli di prima e con rinnovato slancio. Ripartiamo dal corpo, star bene conviene a tutti!”.

“Le palestre sono una risorsa per la salute, fare esercizio fisico è di vitale importanza. Speriamo che ormai questa sia una cosa chiara a tutti” prosegue Barbara Carli (amministratore Area4 palestra di Bastia Umbra) per poi aggiungere: “Dopo le difficoltà di questo difficile anno di emergenza covid che ha bloccato anche l’attività sportiva è ora arrivato un momento storico importante su cui dobbiamo tutti puntare, per un ritorno alla pratica in presenza, in sicurezza e con i dovuti sostegni”.

In questo senso un plauso da parte di ANIF Umbria arriva anche per gli oltre 4 milioni di euro previsti con i bandi, soprattutto per impiantistica sportiva e associazioni sportive, messi a punto dall’assessorato regionale allo sport a sostegno e per la ripresa del settore colpito dalla pandemia.

“C’è bisogno infatti – afferma ancora Carli – di un’ampia strategia regionale, di supporto economico ma anche di visione, che riguardi il mondo dello sport a 360 gradi. Possibilità di allenarsi e salute è un binomio non più separabile. Siamo contenti quindi che anche la Regione si stia impegnando per realizzare strumenti specifici per sostenere lo sport a tutti i livelli. La ripartenza economica del territorio passerà anche per il rilancio degli eventi sportivi ”.

“L’Associazione, anche a livello nazionale – sottolinea infine Carli – ha continuato in queste ore a lavorare per sensibilizzare le istituzioni alle esigenze dei tanti lavoratori del settore e per creare le condizioni minime per una reale ripartenza con minori problemi possibili. Si calcola infatti che più del 10% dei centri sportivi italiani non potrà riaprire a causa delle perdite economiche. L’Umbria sta quindi resistendo e la speranza, dopo il 24 maggio, è che i nostri dati siano migliori”.

Nei giorni scorsi, quelli che hanno preceduto questa ripartenza, Barbara Carli, in qualità di delegata ANIF Umbria, ha partecipato anche al convegno organizzato da ANIF, Rimini Wellness e Confindustria Federvarie dal titolo “Aprire x ripartire”: un  confronto tra scienza, management sportivo e politica per guardare al futuro con ottimismo e proposte.

Dopo un cosi lungo periodo di chiusura, la prima domanda che viene rivolta al mondo politico istituzionale ma anche al comitato tecnico scientifico è questa: il movimento sportivo è stato valutato con attenzione? Oppure con criteri basati sulla scarsa conoscenza dello stesso e quindi con superficialità?

“Questo lungo periodo di chiusura – dichiara Carli – ha evidenziato molte lacune. Innanzitutto una grossa superficialità nei criteri di valutazione e una sottostima della compensazione che poteva dare lo sport. Nessuno può  più sottovalutare o mettere in discussione il valore essenziale di praticare esercizio fisico. Oggi si deve affermare che lo sport è salute: la ricerca scientifica lo conferma. Come è stato ampiamente riscontrato ad esempio che le conseguenze peggiori in chi ha contratto il covid, sono state proprio in chi non praticava attività motoria”.

Alla domanda se sia stato giusto chiudere questi luoghi “sportivi” o se si sarebbe potuto procedere diversamente, Guido Rasi, scienziato ex direttore dell’EMA, l’Agenzia Europea del farmaco, oggi impiegato nella formazione di medici e operatori sanitari con Consulcesi, ha risposto: “Questi luoghi non sono stati sufficientemente valutati, non ci sono dati attendibili in nessun senso. E non vedo un valore aggiunto sotto il profilo del rischio”.

“Anche le parole del prof. Rasi ci dicono quindi che lo sport, proprio per la sicurezza e la salute, deve essere messo sullo stesso tavolo di tuti gli altri settori” commenta Carli per poi aggiungere: “Abbiamo in mano un ‘vaccino naturale’ che nasce dal nostro stile di vita, sano, equilibrato, attento a scegliere la giusta dose di nutrimento e la giusta dose di movimento, esattamente come un farmaco. L’attività fisica è fondamentale anche per evitare costi per la sanità. La nostra proposta allora, che ANIF da tanto tempo porta avanti, è quella di invitare i medici di famiglia a prescrivere l’esercizio fisico come potente farmaco, con effetti collaterali solo positivi”.