Breda meritava rispetto, senza programmazione si spera nella Dea Bendata

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Breda meritava rispetto, senza programmazione si spera nella Dea Bendata. Non convincono le modalità dell'esonero del trevigiano, Nesta a Perugia solo per ragioni tecniche. Nessun investitore estero all'orizzonte

Breda meritava rispetto, senza programmazione si spera nella Dea Bendata. Non convincono le modalità dell’esonero del trevigiano, Nesta a Perugia solo per ragioni tecniche. Nessun investitore estero all’orizzonte

 

Questa volta l’oggetto principale della disamina settimanale non è quello che è accaduto in campo nella scialba gara con il Novara – che in ogni caso ci ha consegnato i preliminari di play off – ma l’improvviso esonero di Breda.

Esonero concretizzatosi poche ore dopo il fischio finale al Curi, immediatamente sostituito sulla panchina del Grifo dal Campione del mondo 2006 Alessandro Nesta.

Esonero giunto come un “fulmine a ciel sereno”, per i giornalisti, per noi tifosi, ma soprattutto per il tecnico trevigiano, il quale – solo poche settimane fa – era stato appellato come “uno di noi” dal Presidente Santopadre.

Tant’è che nella conferenza stampa post gara, un Breda ignaro di tutto aveva anticipato già alcuni temi legati al preliminare di play off, aritmeticamente raggiunto con il pareggio contro i piemontesi.

É chiaro che sia nel pieno diritto della proprietà cambiare in ogni momento la guida tecnica e – più in generale – la politica aziendale.

Com’è sotto gli occhi di tutti – dopo gli effimeri fasti di febbraio-marzo – una squadra tornata fiacca, senza motivazioni, né personalità, segno evidente di uno spogliatoio scarico.

Una squadra che assomiglia pericolosamente a quella di ottobre 2017.

Una squadra che – in queste condizioni – si avviava ad essere la vittima sacrificale predestinata nel preliminare di play off del 27 maggio.

Potrebbe, quindi, anche avere un senso l’esonero – dal buon Mimmo Cantarini ribattezzato “Gaucciata” – come estremo tentativo di avere qualche chance in più da giocarsi nei play off.

Vi sono, infatti, precedenti nel Grifo: l’esonero di Novellino, con nomina del “monumento” Castagner, prima del vittorioso spareggio di Reggio Emilia.

Anche se l’esonero di Novellino – raccontano i più informati – fu più per un estemporaneo litigio tra il vulcanico Gaucci e “Monzon”, che per una scelta tecnica pianificata.

Anche il Pescara – in tempi più recenti – operò una scelta analoga sostituendo Baroni con Oddo che raggiunse la finale play off 2015, partendo dai preliminari con il Perugia di Camplone e battuto in finale solo dal Bologna, per poi conquistare la promozione diretta l’anno successivo.

É chiaro che l’esonero di Breda e l’incarico a Nesta, quindi, costituiscono l’estremo tentativo societario di provare a giocarsi i play off con qualche chance in più, ma nel solco dell’ennesima “scommessa” e della mancanza di programmazione di questi anni, affidandosi quasi totalmente al caso.

Dobbiamo essere ben consapevoli, infatti, che se questo Perugia – che in ogni caso ha sempre avuto ottime potenzialità tecniche – conquistasse la promozione (che tutti speriamo e di cui saremmo felicissimi) a questo punto sarebbe più per una benevola attenzione della Dea Fortuna, che per la programmazione societaria.

Dato che non penso che il secondo cambio di panchina stagionale possa essere così decisivo.

Ma non poniamo limiti alla provvidenza divina…

Quello che non mi è piaciuto proprio, invece, è la caduta di stile in cui è incorso il Perugia Calcio nella vicenda.

Il sottoscritto non mai è stato tenero con Breda.

Nonostante, infatti, io abbia riconosciuto gli indubbi meriti del Trevigiano nell’essere entrato in una situazione difficilissima – quasi disperata – aver dimostrato sempre il suo alto spessore umano e la sua grande onestà intellettuale.

Aver, soprattutto, conseguito un risultato eccezionale con quei 9 risultati utili consecutivi che ci hanno proiettato ad un passo dalla promozione diretta, Breda – sotto il profilo prettamente tecnico – non mi ha mai convinto.

E più volte ho espresso i miei dubbi sull’approccio di Breda, culminato con l’infamante disfatta casalinga con l’Unicusano.

Quindi ci può anche stare la sostituzione con Nesta.

Il particolare non trascurabile, però, è che l’attuale Mister del Grifo era presente sabato al Curi.

In campo, prima della gara, e seduto vicino a Santopadre durante la partita.

Sinceramente – sotto il profilo umano – Breda non meritava un trattamento simile.

Tanti sostengono che ormai – nel calcio del terzo millennio, governato dal business – vi sia poco spazio per i rapporti umani.

Sicuramente è vero, ma il sottoscritto non vuole rassegnarsi a questa deriva.

Breda, quindi, mentre stava svolgendo il suo compito, non meritava la presenza allo stadio del suo successore già “a braccetto” con il Presidente, ignaro che quella sarebbe stata la sua ultima partita sulla panchina biancorossa.

Con il suo successore lì e già pronto a sostituirlo.

Non meritava di essere mandato a parlare ai giornalisti dei play off, da tecnico titolare del Perugia, ignaro che pochi minuti dopo sarebbe stato esonerato.

Il tutto, mentre Nesta firmava autografi e si faceva “selfie” con i tifosi.

A questo punto si spera che nell’immediato post gara sia successo qualcosa d’imprevisto – tipo il litigio Gaucci-Novellino – che abbia fatto precipitare improvvisamente la situazione e che il tutto non fosse già pianificato.

Se così non fosse sarebbe una grave falla nelle pubbliche relazioni e nell’immagine in cui è incorso il Perugia Calcio.

L’ennesima di questa dissennata stagione.

Anche la scelta di Nesta – sotto il profilo prettamente tecnico – non mi convince per nulla.

Infatti pur essendo stato un top player, un Campione del Mondo ed uno dei più forti difensori di tutti i tempi, le uniche sue esperienze di panchina sono legate alla lega “soccer” statunitense nel Miami.

Tanto per capirci, sarebbe come se il tecnico dei “Seamen Milano” di football americano – top team della Prima divisione italiana – andasse negli U.S.A. ad allenare una squadra della N.F.L.

Circostanza possibile, ma quanto mai improbabile, viste le abissali differenze tra la N.F.L. e la lega football italiana.

Le stesse abissali differenze che vi sono tra il “soccer” statunitense e quello nostrano, ancorché della lega cadetta.

Anche il fatto che Nesta sia stato un top player, non significa che debba essere automaticamente un buon allenatore.

Alcuni top player, infatti, sono diventati ottimi allenatori, ma altri no.

Allo stato, quindi, l’ingaggio di Nesta sulla panchina biancorossa è in concreto una vera e propria “scommessa al buio”, come fu per Giunti, proveniente dalla Lega Pro.

Speriamo con esito ben diverso…

Anche l’ipotesi da più parti ventilata che l’arrivo di Nesta faccia parte di un progetto finanziario di più ampio respiro di “investitori americani” legati all’ex azzurro ed interessati al Curi è – allo stato – destituito di ogni fondamento, come fanno sapere molto chiaramente da Palazzo dei Priori.

Fonti del Comune di Perugia negano che – ad oggi – vi sia stato un interessamento di investitori esteri ad un operazione sullo stadio cittadino.

Speriamo, quindi, che l’arrivo di Nesta serva almeno a rianimare psicologicamente lo spogliatoio e che la Dea Bendata – con cui siamo in gran credito – ci dia una mano, per poter festeggiare a metà giugno.

Perché la speranza è sempre l’ultima a morire.

In ogni caso noi ci saremo e tiferemo sempre e comunque il Grifo.

Vada come vada.

Avv. Gian Luca Laurenzi