Coraggio, fame, grinta: questo il Grifo che avevamo in mente

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Il Perugia sconfessa le statistiche mortificando il Frosinone tra le mura amiche. Il k.o. col Pordenone una

Il Perugia sconfessa le statistiche mortificando il Frosinone tra le mura amiche. Il k.o. col Pordenone una “molla” per Alvini? Adesso a Cosenza per coltivare i sogni “preliminari”

 

Se ad Ascoli la legge dei numeri era stata rispettata, nella gara di ieri contro il Frosinone è stata, invece, clamorosamente e provvidenzialmente sovvertita da un Grifo stellare, che i numeri condannavano nel pronostico, alla luce dei soli tredici punti realizzati finora al “Curi”, tredicesima posizione nella classifica delle gare interne e del terzo posto in quella delle gare esterne, invece, del Frosinone, forte dei suoi diciannove punti conquistati lontano dallo “Stirpe”, dove aveva perso solo una volta, a Monza, per di più all’ultimo secondo su rigore.

Un Perugia stellare, dicevamo, che ha annichilito la squadra di mister Grosso, attaccandola sin dal fischio d’inizio, tre occasioni nel giro di due minuti, mortificandola con un tre a zero finale che ci sta ampiamente tutto, viste le occasioni e la mole di gioco create dalla  formazione biancorossa, con Chichizola che, al contrario, non è stato mai impegnato seriamente dai ciociari se non su cross, sui quali il funambolico portiere argentino si è esibito in acrobatiche ed efficacissime uscite.

Ma allora non eravamo nel torto quando affermavamo che questa squadra la qualità ce l’aveva e che era almeno da decimo posto e che parlare di salvezza era solo uno stratagemma societario per evitare tensione nel caso di malaugurati e prolungati incidenti di percorso.

Ma allora non eravamo nel torto quando pungolavamo il tecnico Alvini affermando che in casa la squadra doveva esprimersi con più coraggio e determinazione, “prendendo il toro per le corna” dall’inizio, come avvenuto ieri contro il Frosinone.

Un atteggiamento propositivo, continuativo per tutta la gara, come quello ammirato ieri avrebbe potuto certamente portare qualche punto in più in classifica dalle gare interne e, soprattutto, avrebbe evitato brutte figure come quella, emblematica, rimediata quindici giorni fa contro il Pordenone.

Ma probabilmente quella sconfitta ha fatto scattare qualcosa in Alvini perchè già ad Ascoli, anche se in trasferta i risultati erano sempre arrivati, si era notato un Grifo con un altro piglio.

Il roboante tre a zero contro il Frosinone è stata la conseguenza diretta di questo cambiamento di atteggiamento e non possiamo che plaudire, finalmente, alla bravura e alla scelta di mister Alvini.

Era proprio questo, mister, il Grifo che avevamo in mente e che volevamo vedere sul campo, era proprio questo l’Alvini che volevamo rivedere, quello del miracolo Tuttocuoio e quello della promozione in B della Reggiana, squadre sempre propositive.

Alvini, oltre l’atteggiamento, ha indovinato in pieno la formazione spostando Santoro a fianco del rientrante Burrai e inserendo un vivacissimo Olivieri, al posto di Matos, più vicino a De Luca.

Il sapore di questo rimpasto è stato straordinario, con il tamburino siciliano, a nostro parere il migliore in campo, che ha spento il faro del Frosinone, Matteo Ricci, e dato un contributo notevolissimo e determinante in fase offensiva.

Quanto ad Olivieri, sul quale nutrivamo dubbi, in particolare in fase realizzativa, ci ha sorpreso in positivo.

Non era facile per lui, al debutto davanti al proprio pubblico, disputare una grande gara, impreziosita da un gol di ottima fattura, dopo aver “ciccato” un rigore in movimento al primo minuto ed invece l’ex leccese ha dimostrato carattere ed ha subito reagito all’errore mettendo sul campo tutto quello che aveva, consentendo anche a De Luca, autore di una doppietta, di usufruire della sua, preziosa e più a stretto contatto, collaborazione.

Ma tutta la squadra ha girato a mille, convinta com’era di poter disputare una gara spettacolare e vincente.

Il trio difensivo ha annullato le velleità dei vari Ciano, Novakovich, Zerbin e Charpentier. Ferrarini, che ha disputato la sua migliore gara di quest’anno, ha sovrastato Cotali come Lisi ha limitato Zampano sull’altra fascia, non disdegnando le consuete sortite offensive.

Il rientrante Burrai ha giocato una gara di livello e Segre ha corso come un matto, recuperando una quantità industriale di palloni.

Un gran bel pomeriggio, insomma, quello che ci ha fatto finalmente passare il Perugia al “Curi” e che ci auguriamo sia utile per riportare pubblico allo stadio, anche ieri  presenti solo 3497 spettatori, 153 dei quali di Frosinone.

E’ chiaro che prestazioni opache come quelle offerte in casa fino a ieri non invogliano il tifoso medio a venire allo stadio, ma se l’atteggiamento della squadra continuerà ad essere quello ammirato col Frosinone, gli spettatori sui gradoni del “Curi” aumenteranno.

Anche perchè, archiviata da tempo la questione salvezza, anche se Alvini anche ieri, probabilmente per scaramanzia, ha ribadito che l’obiettivo resta sempre quello, il Perugia, attualmente a quota trentaquattro, se nono od ottavo dentro alla zona preliminare lo sapremo intorno alle diciassette e trenta al termine di Ascoli-Como, ha la possibilità e il dovere di provare a centrare il traguardo del preliminare.

Martedì si va a Cosenza, primo dei tre impegni infrasettimanali consecutivi di questo mese di Febbraio.

Cosenza uscito rinforzato dal mercato di Gennaio, come dimostrano i tre ultimi pareggi, a Cittadella, col Brescia in casa e a Vicenza, che hanno tamponato l’emorragia di punti, uno solo, raccolto a Pordenone,  nelle precedenti sei gare, con ben quattro sconfitte casalinghe.

Una gara da prendere con le molle: attenzione alle velocissime ripartenze di Caso e del francese Laura e all’esperienza di Larrivey, con il Cosenza che andrà alla ricerca di quel successo che manca dal lontano 27 Ottobre quando la Ternana perse tre a uno al “Marulla”.

La differenza di classifica e, soprattutto, di qualità tra le due squadre, però, dovrà obbligatoriamente fare la differenza e il Grifo ha tutte le carte in regola per vincere al “Marulla” e continuare a coltivare il sogno “preliminare”.

Danilo Tedeschini