Da Ascoli segnali incoraggianti… in attesa di avversari più consistenti

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Da Ascoli segnali incoraggianti...in attesa di avversari più consistenti. I tre punti del

Da Ascoli segnali incoraggianti… in attesa di avversari più consistenti. I tre punti del “Del Duca” avvicinano il Grifo ad un campionato “sereno”. Per legittimare altre ambizioni servono altri test

 

Si dice che la pandemia renda migliori le persone. Non sappiamo se questo sia vero per quanto riguarda gli italiani, ma certamente la pandemia ha reso migliore il Perugia, almeno quello sceso in campo al “Cino e Lillo Del Duca” contro l’Ascoli, alla ripresa del torneo, a tre mesi e mezzo dall’ultima gara, quella sempre vittoriosa del “Curi”, con lo stesso risultato di uno a zero, contro la Salernitana, che aveva interrotto una disastrosa serie negativa di cinque sconfitte che aveva visto il Perugia precipitare a ridosso della zona playout.

Un Perugia tonico e aggressivo fin dai primissimi minuti, padrone del campo almeno metà tempo, a immagine e somiglianza del proprio allenatore, quel Serse Cosmi che aveva sorpreso tutti con la sua mossa iniziale di lasciare in panchina Iemmello, capocannoniere del campionato per far posto a Buonaiuto a fianco del recuperato Falcinelli.

Mossa sinceramente opinabile, almeno alla luce di quanto si è visto per un’ora perché proprio la determinazione e la fisicità negli ultimi sedici metri sono mancati al Perugia, come spesso accaduto in questo campionato, con un Falcinelli ancora una volta evanescente sotto porta e un Buonaiuto volenteroso ma mai pericoloso, con i grifoni resisi pericolosi solo in un paio di circostanze, la prima con Di Chiara e Falcinelli nel primo tempo che non riuscivano a concretizzare l’ottima occasione costruita del laterale e la seconda ad inizio di ripresa con Nicolussi Caviglia che calciava a lato un rigore in movimento.

Troppo poco per pensare di poter vincere una gara importante, una sorta di scontro diretto per la salvezza ma, dopo un’ora, arrivava finalmente il cambio, con Iemmello che prendeva il posto di Buonaiuto, con il centravanti che, pur senza impressionare, a diciotto dal fischio finale tirava fuori il colpo ad effetto che permetteva al Perugia di vincere la partita, andando a riconquistare una palla sulla linea di fondo, evitando un avversario e servendo con un delizioso cucchiaio l’assist vincente per il liberissimo Nicolussi Caviglia che, a due metri dalla porta, spingeva comodamente in rete di testa.

Tre punti importantissimi e meritati quelli conquistati dal Perugia, allontanatosi dalla zona bollente, sulla quale può vantare ora cinque punti di margine, cinque e non sei, perché un arrivo a pari punti con le due attuali quintultime, il Venezia e la Cremonese, penalizzerebbe al momento i grifoni a causa degli scontri diretti persi entrambi all’andata.

Ad Ascoli si è vista una difesa impenetrabile nella quale ha fatto un figurone Sgarbi, preferito al non ancora pronto Gyomber, un centrocampo tonico che ha avuto in Nicolussi Caviglia e Falzerano i suoi interpreti migliori.

Tutto bene allora? A prima vista potrebbe sembrare di si, ma siccome noi non siamo strabici ma ci vediamo bene, occorre sottolineare dove finiscano i meriti dei grifoni ed inizino i demeriti, enormi dell’avversario, l’Ascoli.

Un squadra letteralmente allo sbando che, da quando il suo patron Pulcinelli, alla seconda di ritorno, ebbe, dopo due sconfitte subite, la “bella idea” di esonerare il bravo tecnico Zanetti, sostituendolo prima con Stellone e poi con l’imbarazzante giovane spagnolo Abascal, (che anche ieri ha dato la netta sensazione di essere un pesce fuor d’acqua) si è letteralmente disciolta, conquistando soltanto cinque punti nelle dieci gare del girone di ritorno, comprese le due iniziali con Zanetti in panchina, precipitando dall’ottavo posto in zona preliminare, al quartultimo attuale, in piena zona playout, un rendimento addirittura da ultima in classifica nel girone di ritorno.

Prendiamoci quindi questi tre punti di platino: adesso per la salvezza ne mancano altri otto e per un campionato tranquillo ne rimangono altri dodici da conquistare, ma proprio perché non siamo strabici ma ci vediamo bene, aspettiamo la controprova nelle prossime partite con formazioni come Crotone, Cittadella e Pordenone, squadre tutte stazionanti nelle prime sei posizioni della classifica, a cominciare da quella casalinga di venerdì sera contro la formazione di mister Stroppa, meritatamente seconda in classifica.

Solo se dovesse arrivare un successo anche contro i temibili squali calabresi, la nostra vista potrebbe cambiare direzione ma, siccome siamo sempre realisti, contro Benali e compagni anche un pareggio sarebbe ben accetto alla causa di un fine campionato sereno.

Danilo Tedeschini