“E anche quest’anno vinciamo l’anno prossimo!”

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Perugia: deferiti Santopadre e Goretti. Sotto la lente d'ingrandimento del procuratore federale le cessioni all'Atalanta di Gianluca Mancini e Alessandro Santopadre

“E anche quest’anno vinciamo l’anno prossimo!”. La sconfitta interna con l’Empoli probabilmente segna, per l’ennesima volta, la fine delle speranze promozione del Perugia, aprendo uno scenario inquietante, quello della salvezza da conquistare!

 

Undicesimo posto, dodicesimo se l’Ascoli dovesse vincere il recupero casalingo con la Cremonese con trentatre punti. Dieci punti di ritardo dalla seconda, il Frosinone, nove, per gli scontri diretti sfavorevoli, dalla terza, lo Spezia, sette dalla quarta, il Crotone e, sempre per lo scontro diretto peggiore (a meno di un impensabile quattro a zero al ritorno al “Tombolato”), dalla quinta, il Cittadella, sei dalla sesta, la Salernitana.

Ma anche il preliminare con lo svantaggio, l’obiettivo che ogni anno si rivela, comunque, inutile ai fini della promozione in Serie A, si è allontanato, alla luce dei cinque punti di ritardo, sempre per gli scontri diretti sfavorevoli, dalla settima, il Chievo, e i quattro dall’ottava, il Pordenone (a meno di un clamoroso quattro a zero al ritorno), che precede a sua volta, solo per un gol in più segnato, la nona, l’Empoli, anch’esso quattro punti sopra il Perugia dopo l’uno a zero del “Curi” di ieri sera che bissa il tre a zero dell’andata.

Questa la brutta situazione di classifica attuale dopo la sconfitta casalinga con l’Empoli, la decima stagionale, la quarta al “Curi”, che, quando ci siamo ormai lasciati alle spalle due terzi di campionato, segna molto probabilmente la fine delle ambizioni di promozione dei grifoni, l’obiettivo dichiarato della società e quello tanto agognato dagli appassionati tifosi del Perugia, delusi e preoccupati per la brutta china intrapresa da Rosi e compagni.

Sì, perchè, a questo punto si apre uno scenario preoccupante, quello dell’ultimo terzo di campionato ancora da disputare, con il Perugia costretto dalla classifica a cambiare obiettivo, obbligato com’è a dover puntare esclusivamente a raggiungere prima possibile il mantenimento della categoria, alla luce delle solo tre lunghezze di vantaggio sulla quintultima, il Pisa, proprio alla vigilia del delicatissimo scontro diretto con i nerazzurri di mister D’Angelo, in programma sabato all’“Arena Garibaldi-Anconetani”.

C’è da dire che contro l’Empoli il Perugia avrebbe meritato il pari, alla luce del buon secondo tempo disputato dopo una prima parte di gara giocata in maniera timorosa e confusa, nella quale ha rischiato di andare sotto in un paio di circostanze. Ma anche contro l’Empoli è emerso il grande, atavico problema di questa squadra, la sterilità offensiva, che ha impedito ai grifoni, puniti al novantesimo dal solito errore di piazzamento della difesa, di uscire dal campo con un successo o almeno con un risultato positivo.

E non è un caso che a segnare il gol della vittoria empolese sia stato proprio quel Frattesi che il Perugia avrebbe provato invano a prendere a Gennaio, accontentandosi poi, invece, negli ultimi scampoli di mercato, di ingaggiare lo svincolato Greco, schierato in campo ieri sera da Serse Cosmi nel ruolo di mezzala nell’inedito quattro-cinque-uno e sovrastato proprio da Frattesi, autore, oltre che del gol, anche di una buona prestazione.

Serse Cosmi, con il cambio di modulo, ha provato a dare una scossa alla squadra e l’esperimento, poco convincente nella prima frazione di gara, è sembrato migliore nella ripresa, ma ha lasciato perplessi la scelta di smantellare la catena di destra, l’unica cosa che funzionava bene in precedenza, con l’accantonamento di Falzerano, neanche convocato e l’avanzamento di Mazzocchi. Non ci ha convinto poi la sostituzione scolastica dell’unica punta, lo spento Iemmello degli ultimi due mesi, con Melchiorri, una seconda punta, quando per il “forcing” finale sarebbero serviti due attaccanti.

E’ chiaro come, a questo punto, purtroppo vista la stima che da sempre nutriamo per Serse Cosmi, anche il mister, sei soli punti conquistati in sei giornate, debba salire a far compagnia a Santopadre e Goretti sul banco degli imputati, anche se con tutte le attenuanti del caso, derivate dal deludente mercato di Gennaio dal quale sicuramente si aspettava qualcosa di meglio dello spento Greco, dell’oggetto isterioso Benzar, dello sconosciuto Barone, al quale formuliamo i migliori auguri di pronta guarigione dopo l’intervento al crociato subito, con il solo Rajkovic come rinforzo di livello arrivato, ancorchè frenato da un evidente ritardo di condizione dovuto alla lunga inattività.

E l’ennesimo infortunio muscolare dello sfortunato Angella, subito ieri sera, mette ancora una volta in risalto le scelte e gli errori della società che spesso ha puntato su giocatori svincolati, reduci da gravi infortuni e che per il sesto anno consecutivo deve abbandonare i presunti sogni di gloria e pensare, in questo periglioso finale di campionato (lo scontro diretto di Pisa, le gare interne con la corazzata Benevento e con l’ostica Salernitana, l’altro scontro diretto di Ascoli e la gara del “Curi” contro il forte Crotone, sono i prossimi cinque impegni ravvicinati da brividi del Grifo), a come riuscire a mantenere il Perugia in Serie B.

Il nostro auspicio, come quello di tutti i tifosi, è che il Presidente ci riesca per poi, alla fine della stagione, riflettere bene, dopo sei anni di cadetteria infarciti di errori, di scelte sbagliate, dando sempre la sensazione di navigare a vista con un progetto sportivo mai decollato, se non sia il caso di passare la mano ad altri soggetti che siano in grado di portare avanti un progetto in modo efficace, puntando ad una ristrutturazione seria del vivaio in primis, che possa formare negli anni giocatori pronti per la prima squadra e, perchè no, future plusvalenze, puntando poi a formare una squadra titolare competitiva, con uno zoccolo duro di sette, otto undicesimi che siano sempre gli stessi, per poi arricchirla annualmente con paio di nuovi innesti mirati, dando continuità anche al lavoro dell’allenatore di turno.

L’esempio da seguire è proprio quello del presidente della squadra con cui abbiamo perso ieri sera, Fabrizio Corsi dell’Empoli che, grazie ad una programmazione seria, puntando sulla ristrutturazione del vivaio, quello empolese insieme a quello dell’Atalanta è attualmente il migliore d’Italia, gli ha permesso negli anni di fare decine di milioni di plusvalenze, mantenendo contemporaneamente l’Empoli negli ultimi ventiquattro anni, equamente divisi, tra Serie A e Serie B, riuscendo a raggiungere anche la Coppa Uefa.

Danilo Tedeschini