Grifo: ok la vittoria, ma piedi per terra

741
Grifo: ok la vittoria, ma piedi per terra. Le lacune in attacco sono state evidenziate anche nel match contro la

Grifo: ok la vittoria, ma piedi per terra. Le lacune in attacco sono state evidenziate anche nel match contro la “cenerentola” Fermana. E ora arriva un duro ciclo di partite

 

Una vittoria salutare quella contro la cenerentola Fermana. Una vittoria meritata e mai in discussione, messa in cassaforte già nei primi quarantacinque minuti, utile a risollevare un po’ il morale e la classifica, anche se i grifoni rimangono nella parte destra della graduatoria con il tredicesimo posto, determinato dalla peggiore differenza reti nei confronti della Vecomp Verona e dallo scontro diretto perso contro il Cesena, entrambe appaiate al Perugia a quota sette, a quattro punti dalla nuova capolista Sud Tirol e sempre fuori dall’ampia griglia dei playoff.

Un successo fondamentale per allontanarsi dalla zona playout ma che deve far rimanere tutti con i piedi per terra perchè colto contro una squadra modestissima, che merita ampiamente l’ultimo posto della graduatoria, in compagnia dell’Arezzo, con un solo punto in carniere e mai in grado, durante i novanta e passa minuti della gara, di riuscire ad impegnare il portiere biancorosso Fulignati, spettatore non pagante in campo, a dimostrazione dell’ampio divario tecnico tra le due dorrmazioni.

E a proposito di spettatori, dopo sette mesi e mezzo, contro la Fermana si è verificata l’attesa riapertura, se pur limitata a solo mille spettatori, degli spalti del “Renato Curi”.

Purtroppo, però, sono stati solo cinquecentoquarantasette in totale i tifosi che hanno acquistato il ticket di ingresso in Curva Nord o in Tribuna, i due settori riaperti, a dimostrazione di come la doppia delusione per l’inopinata retrocessione in Serie C e la penalizzante partenza falsa dei grifoni, partiti per vincere il campionato, abbia provocato una frattura che sembra insanabile, almeno tra tifoseria e presidente.

I gruppi della Nord in settimana, avevano ribadito infatti il no alla loro presenza, anche per via della grave situazione sanitaria, altro motivo che potrebbe aver tenuto lontano dal “Curi” altri tifosi.

Mister Caserta, contro la squadra marchigiana, ha presentato una formazione diversa in qualche componente ma, soprattutto, cambiata nel modulo, un tre-cinque due elastico in luogo del suo canonico quattro-tre-tre, con Moscati in cabina di regia al posto dello squalificato Burrai, il redivivo Monaco schierato nell’inedita difesa a tre a fianco di Angella e Negro, con Elia a destra e Crialese a sinistra esterni di fascia, Dragomir e Kouan in mediana e Murano e Melchiorri, tornato nel suo ruolo naturale di seconda punta, davanti.

E i cambiamenti, almeno contro la Fermana hanno dato frutti positivi, con la squadra che ha coperto bene tutto il campo di gioco mettendo in mostra un Elia scatenato, di gran lunga il migliore in campo, protagonista sia nell’azione della punizione che ha sbloccato la gara con il successivo perfetto cross di Dragomir girato in rete dal colpo di testa di Negro, sia in quella del rigore del raddoppio trasformato da Moscati.

La difesa ha retto bene, anche grazie alla pochezza degli avanti marchigiani, mentre a centrocampo la manovra dovrà diventare necessariamente più rapida perchè non sempre si incontreranno avversari tecnicamente molto inferiori come la Fermana…

Le note dolenti arrivano invece dal reparto offensivo, con Murano che, tra l’altro ha calciato malissimo il secondo rigore, quello del possibile tre a zero, respinto dal quasi quarantaduenne portiere fermano Ginestra.

Murano ancora una volta non ha inciso in zona gol, al pari di Melchiorri, nonostante l’ex cagliaritano fosse ritornato nella sua posizione preferita.

Un problema serio quello della poca prolificità degli attaccanti, con Melchiorri e Murano con un gol a testa e Bianchimano ancora a secco dopo cinque gare.

Una lacuna, colpevolmente ereditata dal mercato, che sta condizionando e potrebbe continuare a condizionare in negativo il campionato del Perugia.

E’ bene sottolineare, infatti che il Perugia, al momento, ha sette punti in carniere, pochi, ma ben sei di questi sette punti sono stati conquistati con le due uniche vittorie, ottenute entrambe con le due squadre ultime della graduatoria, l’Arezzo e la Fermana, con il settimo punto arrivato dal deludente pareggio casalingo col Fano, attualmente quartultimo con soli tre punti, figli di soltanto tre pareggi, uno dei quali a Perugia.

E anche le due sconfitte sono arrivate con squadre posizionate, una sotto al Perugia in classifica, il Mantova, e una a pari punti, il Cesena, solo grazie alla vittoria del “Curi”.

Il facile calendario, non sfruttato a dovere dai grifoni nelle prime cinque gare si sta esaurendo e già dopodomani il Perugia è atteso dalla prima gara contro una delle formazioni della parte sinistra della classifica, l’imbattuto Legnago Salus, autentica sorpresa del torneo insieme all’altra matricola terribile Matelica, posizionato nel gruppetto delle seste a quota nove, tuttora imbattuto e da affrontare in trasferta nel piccolo stadio “Mario Sandrini” della cittadina veneta.

E per mantenere almeno inalterato il distacco dalla vetta della classifica è chiaro che la squadra di mister Caserta ha l’obbligo di tornare dal Veneto con i tre punti, anche perchè, alle viste, si affaccia il difficilissimo mese di Novembre nel quale, di seguito, si incontreranno tutte le più forti, Modena e Sambenedettese fuori casa, Padova in casa, Carpi fuori casa.

Partita più abbordabile, ma solo sulla carta perchè è un derby, quella in casa col Gubbio, poi la trasferta a Bolzano in casa della capolista Sud Tirol per chiudere il ciclo con la scorbutica Imolese in casa nella prima domenica di Dicembre.

Danilo Tedeschini