“Ho perso un’altra occasione buona…”

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“Ho perso un’altra occasione buona…”. Un attacco di una canzone di Vasco descrive il pari beffa del Grifo a Cesena. Caserta in confusione, ma non è colpa sua. Società alla ricerca di alibi

 

“Ho perso un’altra occasione buona stasera”. L’attacco della canzone di Vasco Rossi, “Colpa d’Alfredo” riassume il succo del deludente pareggio del “Manuzzi”, arpionato dal Cesena al novantesimo quando il Perugia stava ormai pregustando il dolce sapore di quel successo pieno che l’avrebbe rilanciato al secondo posto.

Ed invece il pari, arrivato per di più con una beffarda autorete di Cancellotti (ma anche il vantaggio del Grifo era scaturito da una clamorosa deviazione di testa all’indietro del terzino cesenate Favale terminata in rete), sembra ridurre al lumicino le speranze di una promozione diretta, visti i sette punti di ritardo dal Padova, adesso con una sola gara, quella di Fermo, ancora da recuperare.

Il Perugia doveva e poteva vincere la gara contro un Cesena volenteroso ma visibilmente impacciato a causa degli ultimi due rovesci rimediati a Fermo e in casa con la Vis Pesaro e atleticamente meno in palla rispetto alla squadra sbarazzina ammirata prima della sosta forzata di oltre venti giorni per il focolaio di Covid-19 che aveva colpito ben ventuno elementi tra giocatori e componenti dello staff, ed invece il pari finale assume quasi il sapore amaro della sconfitta.

Qualche progresso rispetto alla gara persa col Padova si è visto, ma ancora una volta è emersa l’enorme differenza tra il Perugia che in casa è capolista indiscusso del campionato con ben trentaquattro punti conquistati e trentacinque reti realizzate e quello che in trasferta viaggia in sesta posizione, la stessa di Sambenedettese e Gubbio, con venti punti conquistati e soltanto tredici gol realizzati in altrettante gare disputate lontano dal “Curi, alla media di appena un gol a partita, compresi i due rigori, quello di Mantova e quello di Matelica e l’autorete di ieri.

Eppure, a causa della pandemia, le partite si giocano senza pubblico e quest’anno, a differenza della parte finale del campionato scorso, in generale non sembra esserci molta differenza tra i punti raccolti in casa e quelli in trasferta dalle squadre occupanti la parte sinistra della classifica e non solo, eccezion fatta, purtroppo, per il Perugia.

Ed è proprio il “Fattore Trasferta” che sta condizionando in negativo il campionato del Grifo, atteso purtroppo, da qui alla fine, ancora da sei gare fuori casa delle dieci rimanenti.

A Cesena, per oltre un ora, pur non entusiasmando, il Perugia non ha demeritato, andando vicino al gol in un paio di circostanze con Melchiorri e Crialese prima di trovare il gol del vantaggio su autorete e sfiorare il raddoppio con il palo colpito da Melchiorri che avrebbe potuto chiudere la gara, concedendo poco agli avversari.

Poi è rinculato troppo a protezione del risultato, complici le sostituzioni di mister Caserta che cambiava l’attacco togliendo dal campo un vivace Melchiorri insieme agli spenti Murano e Minesso per riproporre l’esperimento delle due torri, Bianchimano e Vano, anche stavolta, purtroppo, miseramente fallito, oltre all’ingresso di un difensore in più, Monaco e di Cancellotti al posto di Elia.

Evidentemente Caserta sta soffrendo il mancato rafforzamento della rosa nel mercato invernale da parte della società e sta andando, inevitabilmente, in confusione nel tentativo di estrarre qualche altro coniglio dal cilindro come è stato costretto a fare, con successo, dall’inizio del campionato.

La mancanza di un centravanti vero pesa come un macigno, Melchiorri non lo è e fa quello che può sopperendo con la sua classe, Murano è una seconda punta discontinua, Bianchimano è tanto volenteroso ma in trasferta risulta sempre impalpabile e per Vano, il vero flop del deludente e risicato mercato invernale, parlano impietosamente i suoi numeri.

A fine gara un Comotto imbufalito ha giustificato il pari lanciando accuse all’arbitro, reo, secondo il D.G. di non aver concesso tre rigori al Perugia ma, a nostro parere sia il primo che il terzo sembrerebbero non esserci (il difensore appoggia una mano sulla schiena di Melchiorri fuori area senza spingerlo e l’attaccante sembra lasciarsi cadere appena in area. Bianchimano sembra simulare nel terzo rigore ed infatti rimedia anche l’ammonizione mentre quello su Vano sembra esserci e lì l’arbitro ha sbagliato, come è sembrato, in verità, esserci anche il fallo di mano di Crialese sulla conclusione di Bortolussi nel primo tempo).

Insomma, si va alla ricerca degli alibi, stavolta l’arbitraggio, dopo i terreni pesanti, quelli sabbiosi, gli infortuni e altro per giustificare una classifica che non è certo quella che ci si aspettava ai nastri di partenza del torneo.

Invitare la società a tutelarsi in Lega ci sembra risibile alla luce dei dieci rigori a favore avuti fin qui dal Perugia, secondo solo al Mantova, che ne ha avuti quattordici, nella particolare classifica dei rigori assegnati.

La presenza di Comotto in sala stampa, che ha anche affermato con sicurezza, troppa, che se il Perugia non dovesse arrivare primo vincerà sicuramente i playoff (una vera e propria lotteria con ventotto squadre partecipanti e una sola promossa), è stata l’unica del Perugia con Caserta e i giocatori “silenziati” dalla società.

Ma Caserta e i giocatori non sono stati gli unici ad essere “silenziati” in questa opaca giornata di Marzo visto che prima della gara ad un noto opinionista è stato impedito, per volere della società (come dichiarato dal conduttore ad inizio trasmissione) di continuare a partecipare ad una trasmissione televisiva nella quale da anni era parte integrante come ospite fisso, solo perchè aveva scritto, senza offendere nessuno, il suo pensiero di tifoso deluso e arrabbiato sui social.

Si è tornati, insomma, ai soliti metodi coercitivi (quelli che conosciamo benissimo per averli subiti personalmente in passato a torto insieme ad altri colleghi) come se la colpa di anni di delusioni cocenti fosse dei giornalisti o degli opinionisti che cercano di raccontare esclusivamente quello che realmente succede e non di chi sta a capo di questa società.

Detto questo, il campionato prosegue e gettare la spugna prima del tempo sarebbe folle. Bisogna provare a fare otto vittorie e due pareggi nelle dieci gare rimanenti per arrivare ai famosi ottanta punti. Se non ci si riuscirà bisognerà comunque arrivare secondi per evitare ben tre turni dei playoff.

Domenica arriva al “Curi” il Carpi, squadra in salute che vale molto di più della brutta classifica attuale, allenata, oltretutto, dal “rivale del Grifo” Sandro Pochesci.

Non sarà facile ma i tre punti non devono assolutamente sfuggire al Perugia, augurandoci che il Padova, contemporaneamente, non faccia bottino pieno a Macerata col Matelica.

Danilo Tedeschini