Il “becchino del tiki-taka” alla riscossa

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Un grande ma sterile possesso palla per l'Ascoli: il Grifo di Castori ci va a nozze. C'è da migliorare, ma i tre punti sono ossigeno

Un grande ma sterile possesso palla per l’Ascoli: il Grifo di Castori ci va a nozze. C’è da migliorare, ma i tre punti sono ossigeno

 

Nella sua conferenza stampa di presentazione a metà Giugno, Fabrizio Castori citò una frase a lui dedicata dal “Times” di Londra che lo definiva per il suo gioco “il becchino del tiki-taka”.

E ieri se ne è avuta una dimostrazione sul campo con la vittoria per uno a zero del Perugia, la prima di questo campionato dopo cinque giornate, contro l’Ascoli di mister Bucchi.

Si, perchè proprio l’ex tecnico dei grifoni è uno dei principali interpreti del “tiki taka” che, per chi non ne fosse a conoscenza, è il modo di giocare lento e fraseggiato che privilegia il possesso palla per vie orizzontali, alla ricerca dell’inserimento giusto in verticale, tanto da essere soprannominato “Bucchiola”, una via di mezzo tra Bucchi e Guardiola, l’inventore e massimo esponente del tiki taka, da qualche tifoso perugino sui social dopo l’annata trascorsa sulla panchina del Grifo.

E l’Ascoli visto all’opera al “Curi” ieri è stato proprio questo, con uno schiacciante, quanto sterile  69% di possesso palla, che ha portato, però, ad una sola vera parata di Gori, nella prima mezzora, la migliore dei bianconeri, che non sono più riusciti ad impensierire l’estremo difensore perugino nonostante la netta supremazia di fraseggio.

Il furbo Castori, come spesso capita con questo tipo di squadre, ci è andato a nozze, facendo sua la gara grazie allo splendido gol di Strizzolo nel finale della prima frazione di gioco.

Una gara bruttina sotto il profilo del gioco con il Perugia che oltre al gol, ha impensierito seriamente l’esordiente portiere piceno, l’ex Lugano, Baumann,  soltanto in due altre  occasioni, una per tempo, entrambe malamente sciupate da Di Carmine, apparso lontano parente del killer che realizzò in biancorosso ventuno gol, quattro stagioni fa.

Ma una gara estremamente positiva sul piano dell’attenzione, del sacrificio, della compattezza e della concretezza, le giuste qualità che ci volevano contro questo tipo di squadre e che hanno portato alla conquista di tre punti, alla fine, meritati.

C’è però da migliorare tanto, soprattutto perchè non tutte le squadre che i grifoni incontreranno giocheranno sotto ritmo come ha fatto la squadra di Bucchi e le precedenti gare, soprattutto quelle con Palermo e Bari, hanno dimostrato come il Perugia soffra le squadre rapide.

Ieri però sono finalmente entrati la maggior parte degli ultimi arrivi, Strizzolo, al suo secondo gol in biancorosso in due mezze partite, Di Carmine in attacco e un sontuoso Bartolomei in cabina di regia al posto del compassato Vulic delle prime quattro gare.

La solidità della squadra ne ha usufruito, ma oltre a Bartolomei e Strizzolo, c’è da sottolineare anche la bella prova degli esterni, Casasola a destra, autore del cross, tradotto in gol da Strizzolo, e soprattutto del giovane Paz sulla sinistra che, alla sua seconda gara da titolare,  è risultato il migliore in campo insieme a Bartolomei che, oltre a correre dappertutto, ha offerto la protezione necessaria al pacchetto difensivo, tornato ieri ad essere di nuovo all’altezza della sua fama.

I tre punti conquistati sono stati una grande boccata d’ossigeno per il Perugia, uscito da quell’orrenda posizione di fanalino di coda e salito a quota quattro, ma ancora annaspante all’interno delle sabbie mobili della zona playout, al quartultimo posto, sapremo nel tardo pomeriggio, al termine del posticipo del “Mazza” tra Spal e Venezia, se da solo o se in compagnia dei lagunari di mister Javorcic, al momento appaiati ai grifoni.

Nell’editoriale della scorsa settimana scrivemmo che per uscire dalla delicatissima quanto bruttissima classifica che il Grifo aveva dopo quattro turni, con un Castori messo, impietosamente e troppo frettolosamente, in discussione, persino dalla società con  la conferenza stampa del D.S. Giannitti di lunedì, il Perugia doveva fare necessariamente almeno quattro punti nelle due gare prima della sosta, quella interna con l’Ascoli e quella fuori casa di domenica prossima a Terni.

Tre punti sono subito arrivati contro l’Ascoli, adesso occorre assolutamente tornare con un risultato positivo dal sentitissimo derby del “Liberati” contro una Ternana, rilanciata in classifica e rinfrancata nel morale dalla bella e spettacolare vittoria in rimonta per tre a due colta al “Tardini” contro una delle favorite al successo finale, quel Parma di mister Pecchia che, invece, dopo cinque giornate, staziona nella parte destra della classifica, al tredicesimo posto (quattordicesimo in caso di vittoria della Spal), con solo sei punti, a pari merito con la matricola Sudtirol.

Le fere, invece, sono a quota sette, nel gruppone di centroclassifica, dopo aver giocato due gare in casa e tre in trasferta, al contrario del Perugia e, nelle due gare casalinghe giocate contro le due squadre calabresi, hanno conquistato quattro punti, subendo una sola rete, quella sulla punizione del cosentino Brignola, mentre nell’altra gara hanno inflitto l’unica sconfitta del torneo alla capolista Reggina, a punteggio pieno con ben quattro vittorie nelle restanti quattro gare.

Basterebbero questi numeri per definire come molto difficile la gara del “Liberati” e, se poi ci aggiungiamo che si tratta del derby dell’Umbria e non di una qualsiasi gara di campionato, il quadro è completo.

Ci vorrà il miglior Perugia, non solo quello accorto e concreto di ieri, ma anche migliore sotto il profilo del gioco, per evitare di tornare a casa a mani vuote dal derby e conseguentemente di ripiombare nei pericolosissimi meandri zona retrocessione diretta.

Danilo Tedeschini