Il Grifo e la china sempre più negativa: tifoseria ormai sfiduciata

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Il Grifo e la china sempre più negativa: tifoseria ormai sfiduciata. La sconfitta contro il Benevento ha aumentato il livello di ‘depressione’ del popolo biancorosso, sempre più lontano dal ‘Curi’

 

Certo che se ci aspettavamo la “resurrezione” con lo “schiacciasassi” campano, vuole proprio dire che siamo accecati dall’amore.

E come dice un aforisma, l’amore riempie il cuore, svuotando la testa.

Devo confessare, però, che tra gli illusi c’ero anch’io, anch’io alla vigilia speravo in un risultato positivo.

«Vuoi vedere» mi dicevo «che i fischi, le contestazioni dei “leoni da tastiera” ed il clima cittadino di esasperazione danno una svegliata a questi qua ed almeno un punto lo riportiamo?».

Ero veramente e sinceramente fiducioso.

Poi nelle prime fasi della gara, in cui i nostri sembravano un po’ meglio delle ultime gare, la speranza si è rafforzata.

E nonostante il vantaggio campano – viziato da un millimetrico fuorigioco passivo – i ragazzi hanno reagito, mettendo (apparentemente) per quasi mezz’ora gli “Stregoni” alle corde, rincorrendo il pareggio.

Ma, in realtà, i campani sono veramente troppo forti.

Mentre, infatti, lo Spezia sceso al Curi qualche settimana fa,aveva dato l’impressione fin dal calcio d’inizio di essere visibilmente più forte del Perugia, molto più preponderante, il Benevento in apparenza no.

Seguendo la gara sembrava che fossero addirittura in lieve calo.

A momenti in balia del Grifo.

Che non fosse quella “corazzata” imbattibile che ci disegna l’attuale classifica.

Una squadra appagata dall’essere già in A (anche se ancora manca la sicurezza matematica), che era venuta a Perugia, magari accontentandosi di un pareggio.

Vana illusione!

Il Benevento è “subdolo”, come una tigre nel dormiveglia: appare sonnacchiosa, a momenti passiva, ma è pur sempre un felino solido e forte.

Gioca un po’ con te e quando si stanca, con due fulminee zampate ti uccide senza pietà.

E ripensando alla gara in maniera più razionale e meno emotiva, meno accecata dall’amore, pur essendo (vivaddio!!) sempre in partita, in realtà il Grifo – pur preponderante (soprattutto nel secondo tempo) – nonè mai stato veramente pericoloso.

E stavolta non ritengo tanto per mancanze dei nostri, ma per l’impressionante solidità del reparto difensivo campano.

Una difesa contro cui – sono sicuro – faticherebbero anche Ronaldo e Lukaku.

Con un Volta strepitoso, un difensore con la “D” maiuscola.

Volta, già… ve lo ricordate?

Quello che è stato “cacciato” due anni fa, tacciato di essere uno dei responsabili di quella stagione.

Lo stesso Volta che qui a Perugia era accusato di essere uno degli “agitatori” ed invece a Benevento è una delle colonne dello spogliatoio campano.

Chissà perché…

Ma questo film l’abbiamo visto tante volte: giocatori qui “ragazzini viziati”, con scarso rendimento che lontani da Pian di Massiano diventano campioni.

I calciatori sono sempre stati “ragazzini viziati”, non solo quelli di oggi con capelli tagliati “strani” e tatuaggi, ma anche quelli più formali in giacca e cravatta negli anni 50/60.

Prendi un giovane, fallo diventare famoso, adorato dagli uomini e dalle donne, fallo guadagnare in un anno molto più di quanto suo padre abbia guadagnato in una vita intera di lavoro e voglio vedere – con il cervello dei vent’anni – chi non si monti la testa.

Chi non diventi un “ragazzino viziato”.

Proprio per evitare questo che ci vuole una società decisa, forte e figure di raccordo tra società/allenatore e spogliatoio che – da una parte – tutelino i giocatori, facendo loro da cuscinetto a tutte le sollecitazioni interne ed esterne.

E dall’altra lavorino sulla loro psiche facendogli tenere i piedi ben saldi in terra.

Che abbiano la grande esperienza calcistica di saper alternare “bastone e carota”.

Ed anche all’interno dello spogliatoio occorre qualche “senatore”, qualcuno che abbia l’autorevolezza di dire loro come devono comportarsi.

E quando l’allenatore o uno di questi “senatori” sbatte (più o meno idealmente) al muro il “ragazzino viziato” di turno, perché non sta dando il massimo o sta “marcando” male, questi deve sapere che quella mano non è solo quella del suo Mister o del suo capitano, ma anche quella di tutta la società: dal magazziniere al Presidente.

Deve essere consapevole non ha scampo o alternative: deve dare sempre il massimo e comportarsi secondo le regole.

Purtroppo questo disgraziato periodo si rispecchia ieri sera in un Curi tristemente semivuoto.

La tifoseria – nonostante gli appelli a compattarsi – è sfiduciata e non da questo triste periodo, ma da anni.

È vero che la squadra non va abbandonata e non sarà abbandonata, ma non mi sento nemmeno di condannare chi martedì sera ha scelto di non esserci.

La misura è colma, i perugini si sentono presi in giro ed ingannati e non da oggi, è inutile che gli giriamo intorno.

Perugia si merita di più.

Avv. Gian Luca Laurenzi