Il nuovo “corso Bisoliano” targato 4-3-3

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Ci sono momenti nei quali, nella vita come anche nel calcio, ti sembra di aver toccato il fondo e devi necessariamente cambiare registro per non rimanere travolto dalle situazioni. E’ quanto accaduto a Bisoli e al suo Perugia dopo l’indecorosa prestazione di Ascoli, culmine negativo di una prima parte di stagione opaca e balbettante. Dopo la sconfitta del “Del Duca”, molto probabilmente stimolato anche dal Presidente Massimiliano Santopadre che, al di là delle scontate dichiarazioni di fiducia nei confronti del tecnico, sembrerebbe che stesse sondando il terreno per eventuali altre soluzioni per la panchina, il tecnico di Porretta Terme ha deciso finalmente di puntare su un modulo più offensivo, un 4-3-3 puro che, oltre a permettere alla prima punta, Ardemagni contro il Brescia e Di Carmine ad Avellino di non essere lasciata sola “a cantare e a portare la croce” in avanti, ha riportato finalmente gli uomini cardine della formazione titolare nei rispettivi ruoli. E i risultati sono subito arrivati e se si temeva che il 4-0 casalingo col Brescia fosse stato favorito dalla “burrosa” difesa della squadra di Boscaglia, il bel successo in rimonta ottenuto ad Avellino, al termine di una prestazione gagliarda e piacevole sul piano del gioco, conferma che la vittoria contro il Brescia non è stata “una solitaria rondinella che non fa primavera” ma che il Grifo ha finalmente imboccato la strada maestra. Se sarà un’autostrada o una strada a scorrimento veloce sarà solo il tempo a dircelo ma l’importante è che la svolta ci sia stata. Al “Partenio-Lombardi” autentico portafortuna per il Grifo che, nelle tredici trasferte giocate sul terreno irpino, ci ha vinto in ben sette occasioni, oltre ad averci pareggiato in altre quattro, Bisoli ha riproposto lo stesso schieramento tattico della roboante vittoria col Brescia, sopperendo alle importanti defezioni di Rizzo e Ardemagni con Zeblì e Di Carmine, mantenendo, come accennato i giocatori nel proprio ruolo naturale, in particolare Parigini come esterno alto e Della Rocca come mezzala, ancora una volta protagonisti entrambi, ad Avellino, di una maiuscola prestazione. La squadra gioca quindici, venti metri più avanti, magari si prende qualche rischio in più, per altro attutito dall’ottima tenuta della difesa e del “ragno nero” Rosati, ma sviluppa rapidi fraseggi palla a terra risultando finalmente piacevole a guardarsi, e riesce ad ottenere il risultato pieno che, nel calcio, è la cosa che conta di più. Da rimarcare poi l’importante apporto in fase offensiva di entrambi i terzini di fascia, Del Prete e Spinazzola, con quest’ultimo che sembra aver assimilato molto bene il ruolo e la prova non appariscente ma concreta, ancora una volta, del “rinato” Taddei in cabina di regia. E con le due vittorie consecutive è tornata finalmente a sorridere anche la classifica che vede il Perugia, a quota ventuno punti, entrare per la prima volta in questa stagione nella virtuale griglia play-off, se pur all’ultimo gradino, l’ottavo, in coabitazione con il deludente Livorno e la sorprendente Entella, alla vigilia di un interessante doppio turno casalingo in soli quattro giorni contro il Modena e il Novara. Impegno sulla carta facile quello nell’anticipo di venerdì sera contro i canarini, reduci dall’inaspettato passo falso casalingo contro l’Entella che ha messo in forte discussione la posizione del suo tecnico Crespo, ma proprio per questo insidioso, visto che gli emiliani, quartultimi, verranno sicuramente al “Curi” ermeticamente chiusi a protezione della loro porta difesa dall’ex Provedel, forti del fatto che tra le squadre della parte destra della classifica sono tra quelle con la difesa meno battuta con diciannove gol subiti. Il Perugia del deleterio 4-2-3-1, che è auspicabile che sia stato definitivamente messo in soffitta, soffriva moltissimo questo tipo di squadre ma ora ci si augura che quello del nuovo corso “bisoliano”, quello del 4-3-3, contro il Modena possa centrare quel tris di vittorie consecutive che sembra essere alla sua portata.

Danilo Tedeschini