Il Perugia non è inviso ai “Santi”: è solo ricaduto nel “peccato originale”

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Se si dovesse dare una lettura affrettata della partita col Bari, basandoci sulle  dichiarazioni di fine gara di Bisoli, si potrebbe affermare che il Perugia non ha santi in Paradiso e che nel giorno dedicato a Santa Lucia, protettrice della vista, la Santa in questione abbia fatto chiudere almeno un occhio al signor Ghersini, favorendo il collega San Nicola, patrono della capitale del Levante italico, a cui lo stadio della città pugliese è dedicato. Ma pensare che la sconfitta contro i “galletti”, che ha rovinato il sacro pranzo della domenica ai tifosi del Grifo, sia dipesa da un errore dell’arbitro sul gol di Ardemagni, che errore non è stato visto che dalle immagini televisive appare evidente il fallo su Guarna (non si tratterebbe comunque di gol annullato perché al momento del tiro di Ardemagni l’arbitro aveva già fermato il gioco), sarebbe riduttivo e fuorviante. Le ragioni sono altre, in particolare l’atteggiamento della squadra, scesa in campo con il chiaro obiettivo dello zero a zero contro una formazione lenta e prevedibile che, dopo l’inopinato stop di Modena, voleva assolutamente non rischiare di fare il bis. Il Perugia ha avuto il torto di adeguarsi al lento tran-tran imposto dal Bari, nell’evidente speranza di riuscire a portare in porto il risultato ad occhiali, venendo punito dall’unico tiro in porta dei pugliesi. E’ lapalissiano che  se non si arriva a tirare mai in porta per tutto la partita non solo non la vincerai mai ma se poi subisci il gol degli avversati, la perdi e così è successo al San Nicola nel “lunch-match” del San Nicola. Che Bisoli volesse lo zero a zero lo si era capito già dall’inizio con l’inserimento in formazione di Rossi in difesa, con l’avanzamento nel tridente (offensivo solo sulla carta) di Spinazzola, costretto spesso a rinculare, come dall’altra parte faceva spesso anche il buon Drole. A soffrire quello che sul campo altro non era che un prudente 4-5-1, con il baricentro di nuovo tornato indietro di venti metri, di certo non un 4-3-3 offensivo, sono stati prima Di Carmine e poi Ardemagni, lasciati sempre in solitudine in avanti. Puntare sempre l’indice su di loro, specialmente su Ardemagni, come ascoltato in qualche commento ci sembra riduttivo se non completamente fuori luogo. La seconda sconfitta in soli cinque giorni annulla in gran parte gli effetti positivi delle tre vittorie consecutive precedenti e la classifica vede ora il Perugia scivolare all’undicesimo posto, in base alla peggior classifica avulsa nei confronti di Spezia e Trapani che l’appaiano in graduatoria, con i siciliani che, tra l’altro debbono ancora scendere in campo, stasera a Novara. Venerdì sera arriverà un Livorno ridimensionato dall’inspiegabile cambio di panchina attuato dal vulcanico Presidente Spinelli, con l’esonero di Panucci e l’ingaggio  di  Bortolo Mutti che, in quattro partite, ha racimolato solo due pareggi casalinghi e che arriverà al “Curi” senza il suo elemento più importante, il bomber Vantaggiato, vice capocannoniere del campionato con nove gol. Conquistare I tre punti contro i labronici sarà un obbligo, oltre che una necessità, perché in caso negativo si riproporrebbero all’orizzonte quei nebulosi scenari che solo venti giorni fa sembravano essere stati definitivamente abbandonati.

Danilo Tedeschini