Il punto di Pescara colloca il Grifo nel purgatorio

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Il punto di Pescara colloca il Grifo nel purgatorio. Il pareggio con gli abruzzesi evita scenari peggiori ma non permette al Grifo di stare tranquillo. All'Adriatico bravi Vicario, Mazzocchi, Iemmello e Cosmi

Il punto di Pescara colloca il Grifo nel purgatorio. Il pareggio con gli abruzzesi evita scenari peggiori ma non permette al Perugia di stare tranquillo. All’Adriatico bravi Vicario, Mazzocchi, Iemmello e Cosmi

 

All’Inferno e ritorno, ma, al momento, sostando in Purgatorio.

E’ il sunto di quanto successo in questa trentatreesima giornata di campionato, la quinta dopo la lunga sosta per il covid-19, nella quale un Perugia inguardabile nella prima mezzora, meritatamente sotto di due gol a Pescara (potevano essere anche tre senza due autentici miracoli del rientrante Vicario), riequilibrava la tenzone negli ultimi cinque minuti del primo tempo approfittando di due colossali dormite della difesa pescarese, gelosa, forse, che quella perugina fosse stata parimenti disastrosa fino a quel momento.

Nella ripresa, prima che negli ultimi dieci minuti le due squadre, paralizzate dalla paura di perdere, smettessero praticamente di giocare, il Grifo ha anche avuto un paio d’occasioni per vincerla, ma anche per perderla, per cui il punto conquistato risulta equo e anche meritato ed evita ai grifoni di precipitare ad una sola lunghezza dal playout, anche se l’Ascoli, quintultimo, è adesso a solo due lunghezze, tre considerati gli scontri diretti favorevoli ai grifoni e, per conquistare l’agognata salvezza, alla squadra di Cosmi serviranno ancora cinque/sei punti.

La gara l’hanno riequilibrata tre elementi, Iemmello, tornato al gol su azione dopo quasi un intero girone, autore quasi di una doppietta visto che se la seconda marcatura gli è stata “scippata” dal tocco di Di Chiara sulla linea quando la palla stava entrando ugualmente, Vicario, straordinario su Pucciarelli e Maniero, che ha evitato il tre a zero che avrebbe segnato il tracollo del Perugia, e Serse Cosmi che, accortosi in tempo dell’errore iniziale commesso nello schierare titolare un abulico Dragomir, lo toglieva già alla mezzora sostituendolo con Buonaiuto, passando dal suo modulo canonico, il 3-5-2 ad un più efficace 3-4-1-2, con Buonaiuto nel ruolo di trequartista e, con il nuovo assetto tattico, la partita del Perugia svoltava.

Per il resto poco da salvare se non la solita prestazione di cuore di Pasquale Mazzocchi, sempre più a suo agio nel ruolo da quando in panchina c’è Serse Cosmi.

Ha fatto acqua da tutte le parti, invece, l’inedita difesa che il tecnico ponteggiano ha dovuto schierare tra squalifiche e infortuni, con un Rajkovic centrale, lento e impacciato, incapace di comandare i suoi due compagni di reparto, Rosi a destra e il rientrante Falasco, prestazione nettamente insufficiente, colpevole sulla seconda segnatura, al pari di Di Chiara che non ha chiuso la diagonale, con Maniero lasciato completamente libero di schiacciare di testa a cinque metri dalla porta.

Insomma un punto prezioso, quello conquistato all’ “Adriatico-Cornacchia” ma che non è sufficiente per togliere dagli impicci il Perugia, rimasto sì dodicesimo, ma a quota quarantuno, ma braccato da una muta di inseguitori a quota quaranta, lo stesso Pescara, il Venezia, andato ad impattare a Benevento dopo essere stato addirittura in vantaggio e la Cremonese, andata a vincere, anche se solo nel finale, come da pronostico, a Livorno.

E a trentanove c’è l’Ascoli quintultimo che ha rischiato il pari nel finale contro la Salernitana al “Del Duca” dopo averla dominata, vinceva tre a zero, per tre quarti di gara.

Pur non essendo mai stati teneri nei giudizi mai avremmo pensato che la società del presidente Santopadre si sarebbe trovata impelagata in questo modo nella lotta per la salvezza, a cinque gare dalla fine, con un calendario zeppo di scontri diretti.

Ribadiamo che il Perugia dovrà conquistare almeno altri cinque punti ma, visto che la quota salvezza, dopo i risultati di ieri, sembrerebbe essersi alzata, sarebbe meglio farne sei e lo dovrà fare nelle prossime quattro gare, evitando di andare ad affrontare ancora in bilico l’ultima gara al “Penzo” contro una diretta concorrente come il Venezia.

Ecco perchè sarebbe fondamentale andare a vincere lunedì l’anticipo del “Gigi Marulla”, a casa di un disperato Cosenza, penultimo in classifica dopo il pesantissimo cinque a uno rimediato ieri a La Spezia.

I silani sono all’ultima spiaggia e solo i tre punti potrebbero concedere loro qualche residua speranza di non retrocedere direttamente.

E contro una squadra, pur con l’acqua alla gola come quella calabrese, ma che che in casa ha finora vinto solo tre volte su sedici gare, il Perugia avrà la possibilità di sfruttare gli ampi spazi che il Cosenza lascerà nel tentativo di far suo l’incontro.

Un pari avrebbe, in questo momento, quasi il sapore di una sconfitta, soprattutto nel caso di qualche risultato positivo di alcuni avversari diretti, con Venezia e Pescara che si affronteranno tra di loro allo “Zini”, con la lanciatissima Cremonese impegnata in casa col Chievo e che, subito dopo, verrà a far visita ai grifoni al “Curi” e con l’Ascoli che giocherà ancora in casa, anche se contro il risorto Empoli.

A Cosenza, infine, ci sarà da battere anche un altro avversario, il caldo torrido, visto che si giocherà in anticipo, alle 18.45, ad una latitudine come quella del capoluogo bruzio e in uno stadio come il “Marulla”, ubicato in una piccola vallata e sotto il livello stradale.

Danilo Tedeschini