Quando l’atteggiamento “italiota” non paga

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Quando l’atteggiamento “italiota” non paga. Dopo la sconfitta con la Ternana, tiratina di orecchie anche per “Breda” e per una difesa inerme sulle palle alte

 

La testata vincente di Koulibaly al novantesimo di Juve-Napoli di domenica sera, oltre che riaprire il campionato, ha giustamente punito l’atteggiamento dei bianconeri di Allegri, tecnico capace, quando serviva attaccare, di far disputare una partita perfetta a Madrid, anche se poi rovinata alla fine dal fallo di Benatia e che invece ieri sera, potendo contare su due risultatati, pur disponendo di attaccanti fortissimi, ha negligentemente puntato tutto sullo zero a zero, attuando un atteggiamento esclusivamente di attesa nella speranza di colpire con quelle ripartenze che il Napoli di Sarri non ha mai concesso.

Il solito atteggiamento speculativo “italiota”, quello che piace tanto a molti tifosi, tanti addetti ai lavori e giornalisti del nostro orticello italico, fuori dal quale però, proprio a causa di questo “vecchio” nostro atteggiamento, non vinciamo più niente da anni.

Poche ore prima questo atteggiamento attendista aveva, purtroppo, punito anche il Perugia di Breda, capace di disputare un bel primo tempo nel derby con la Ternana, andando in vantaggio di due reti del solito, immenso Di Carmine, parzialmente offuscato dalla disattenzione che permetteva a Tremolada di riaprire l’incontro poco prima dell’intervallo.

La logica a quel punto, vista la difesa colabrodo della Ternana, l’ultima del torneo con i sessantacinque gol subiti, avrebbe suggerito di continuare ad insistere in avanti alla ricerca del terzo gol, visto che fino a quel momento ogni volta che la palla entrava nell’area rossoverde provocava grossi brividi ai supporter ternani.

Ed invece, complice un calo fisico notevole, Breda sceglieva di attendere, la squadra abbassava il baricentro di trenta metri in attesa di fantomatiche ripartenze mai attuate, un po’ per merito del centrocampo della Ternana, rivitalizzato dall’ingresso di Angiulli in luogo di Signori, un po’ per la mancanza della ”birra” necessaria nelle gambe dei giocatori del Perugia, un problema non da poco. Una situazione che porgeva su di un piatto d’argento, ad una formazione che, al contrario della difesa, possiede un attacco di tutto rispetto, l’occasione di creare pericoli in continuazione e di andare due volte in gol, rimontando completamente una partita che, a tre minuti dall’intervallo, era saldamente in mano ai grifoni.

L’atteggiamento speculare di Breda, quello che in molte partite aveva portato a vittorie insperate, anche se poco meritate, Palermo e Foggia in casa, Vercelli in trasferta, tanto per fare qualche esempio, è crollato proprio nel momento più importante, quando c’era da vincere assolutamente la partita più sentita, il derby con la Ternana, per poter continuare ad inseguire, non diciamo il secondo posto che, personalmente, abbiamo sempre ritenuto difficile visto che si doveva rimontare ben tre formazioni, ma almeno il quarto, in modo da evitare il “trappolone” del preliminare.

Ed invece è arrivata una cocente sconfitta, determinata anche dalla pochezza dei nostri difensori sui cross avversari, complice anche la presenza di un portiere, Leali, bravo tra i pali, ma che dopo le reiterate uscite a vuoto delle prime partite, ha deciso di non uscire più, lasciando sovente i compagni nell’uno contro uno, scusate se ci ripetiamo nel concetto, con gli attaccanti avversari.

Risultato? Quattro gol di testa subiti nelle ultime quattro gare, Avellino, Venezia, Carpi e Ternana, con la giunta del gol di piede, sempre su cross di Montalto, oltre a tanti altri pericoli scampati come la traversa di Castaldo ad Avellino o il colpo di testa di Marsura che lambì il palo,  col Venezia. L’assenza di Magnani, presente comunque ad Avellino, si fa sentire ma la scelta di Breda di rinunciare a Dellafiore, insistendo troppo su Del Prete come centrale difensivo, stavolta non ha pagato.

Adesso il Perugia è scivolato al settimo posto a causa della classifica avulsa negativa con il Venezia, quinto e il Bari sesto, tutte e due a pari punti con i grifoni, con due soli punti di vantaggio sul Cittadella ottavo. Con i playoff che, fortunatamente, sembrano blindati grazie alle sei lunghezze di vantaggio sulla nona, il Foggia, d’ora in poi l’obiettivo dei grifoni sarà quello di evitare di giocare il preliminare in trasferta, cercando di sopravanzare una o magari tutte e due le rivali a pari punti in classifica. Per poterlo fare occorrerà assorbire al più presto la sconfitta del derby, cosa non facile, alla luce delle ripercussioni che, come spesso succede, potrebbero esserci nell’ambiente, non più abituato a queste delusioni nel derby visto che erano ben ventisette anni che il Perugia non perdeva in casa con la Ternana e undici in assoluto. E alle porte c’è l’insidiosissima trasferta di Ascoli, contro un’altra squadra affamata di punti salvezza, per di più guidata dall’icona perugina Serse Cosmi che, nell’ottobre scorso, rimase deluso per la mancata chiamata al capezzale biancorosso da parte di Santopadre, che gli preferì Breda e che sabato cercherà la sua piccola vendetta sportiva.

Danilo Tedeschini