A Brescia sono mancati gli “attributi”

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A Brescia sono mancati gli “attributi”. Sconfitta meritata per il Perugia, ma niente è in discussione. Giù le mani da Han

 

Metto subito le mani avanti: sono proprio inc***to, ma non per la sconfitta in sé.

Non è che la settimana scorsa la squadra era un portento, Giunti un tecnico fantastico ed oggi – dopo Brescia – il Mister è un “pollo” ed i ragazzi brocchi.

Per me questa squadra rimane forte e Giunti rimane bravo, al netto della sconfitta di Brescia.

Punto.

Inoltre una sconfitta meritata (scrivo così, perché ritengo quella di Palermo immeritata), ancorché la seconda in tre giornate, non è assolutamente una tragedia per cui “strapparsi i capelli”.

Innanzitutto sapevamo bene che la B di quest’anno era di tutt’altra pasta da quella mediocre dell’anno passato.

Oltre al Grifo quest’anno ci sono Palermo, Pescara, Frosinone, Empoli, Bari, Parma e Carpi.

Tra noi e la serie A ci sono tutte queste compagini e forse qualcun’altra che potrebbe emergere cammin facendo (tipo il Cittadella e l’Avellino di Novellino, ad esempio).

In secondo luogo pensavamo veramente di vincerle tutte fino alla fine?!?

Siamo così idioti e sprovveduti da esserci fatti illudere dalle goleade agostane di essere già in A?!?

2015 Carpi e Frosinone in A dirette: una ne perse 6 e l’altra 11; 2016 Cagliari e Crotone in A dirette: una ne perse 9 e l’altra 6; quest’anno Spal e Verona in A dirette: entrambe ne hanno perse 8.

Con i 3 punti, quindi, l’importante non sono tanto quante saranno le sconfitte – che comunque dovrebbero rimanere contenute ad una cifra – ma quante saranno le vittorie e soprattutto il rendimento casalingo.

Se con Palermo, Frosinone e Brescia avessimo riportato tre pareggi – magari giocando male – forse avremmo un po’ storto la bocca, ma nessuno avrebbe gridato allo scandalo.

Due punti in trasferte difficili ed uno in casa – ma con il Frosinone certamente promosso, come ha precisato Tavecchio (!!!) in occasione dell’inaugurazione del “Benito Stirpe” – non sarebbero stati niente male.

Però avremmo lo stesso i 13 punti che abbiamo ora con due sconfitte ed una vittoria.

Quindi la sconfitta esterna in sé – dal punto di vista della classifica attuale – non è un problema: ci può stare.

Quello che ho visto in campo, invece, non ci deve stare.

Anzi – per essere precisi – quello che non ho visto.

Purtroppo a Brescia non ho visto una squadra con gli “attributi”.

Ed è la mancanza di mentalità vincente, di “attributi” – in buona sostanza l’atteggiamento del Perugia – che mi fa inc***re.

Innanzitutto ho visto una forma fisica che comincia a mostrare qualche crepa, soprattutto nei secondi 45’, tant’è che qualche giornalista ha evidenziato che ultimamente becchiamo gol nell’ultimo quarto di gara.

Poi non c’era rabbia, voglia di giocarsela, determinazione, tenacia, non essere mai domi: in pratica quello che, invece, abbiamo visto sabato scorso al Curi.

Ho visto, invece, una squadra scesa in campo troppo sicura di sé, con poco rispetto nelle potenzialità dell’avversario.

Come se la vittoria della settimana prima contro la “corazzata” della B ci avesse già appagato.

Abbiamo giocato leziosi, sicuri che alla fine avremmo segnato e vinto.

Dopo il gol del momentaneo vantaggio (veramente bello) con un po’ di prosopopea, la squadra era certa che solo per inerzia avremmo fatto un’altra goleada e che avevamo già i tre punti in tasca.

Ed invece il Brescia ci ha dato una lezione di come si sta al mondo nella B, di come va interpretato il campionato cadetto.

Che in B non si molla mai, fino al 95mo; che non ci si perde mai d’animo, anche se si è in svantaggio.

Non si vince con i colpi di tacco, con le leziosità, ma con i gol, con la grinta e la concentrazione, le giocate semplici, quanto efficaci.

Si concretizzano le occasioni, non si spreca nulla.

E si difende il risultato mordendo ogni palla fino al triplice fischio.

Ci ha fatto capire che l’atteggiamento del Grifo col Frosinone non deve esserci solo con la prima in classifica, perché giochi uno scontro diretto davanti al tuo pubblico con la rivale degli ultimi anni.

Ma deve esserci sempre – ogni partita interna ed esterna – anche con l’ultima in classifica.

Non dare mai nulla per scontato.

In buona sostanza quello che mi preoccupa è la mentalità vincente e la continuità su cui Giunti ed i “senatori” della squadra devono lavorare sodo.

E spero che Brighi rientri al più presto: la sua esperienza nelle partite come Brescia, unite a qualche urlaccio e moccolo, ci serve.

Facciamo, quindi, tesoro di quanto emerso dalla sconfitta di Brescia, pensiamo subito alla Pro Vercelli.

E lasciamo perdere le “passerelle” in TV, tutte le questioni che col calcio giocato non c’entrano nulla e concentriamoci solo a portare a casa il risultato!

A questo proposito voglio tornare brevemente sulla querelle della mancata partecipazione di Han alla Domenica Sportiva della scorsa settimana.

Una questione che potrebbe anche aver contribuito al calo di tensione del Grifo.

L’assenza è stata giustificata in diretta TV dal Presidente Santopadre con la timidezza del ragazzo, ritroso ad apparire in video e la sua scarsa dimestichezza con la lingua italiana.

Poi sono iniziati ad uscire “rumors” su una telefonata che il calciatore avrebbe ricevuto mentre si stava recando a Milano in auto, telefonata in cui qualcuno gli comunicava non essere opportuna la sua partecipazione alla trasmissione.

Voci incontrollate si sono rincorse nell’ultima settimana: sul latore della telefonata (un ministro nordcoreano o un parente di Han); sul contenuto e tenore della stessa (minaccia, ordine o semplice consiglio); sulla reazione del ragazzo (paura, lacrime).

Ancora, però, non sappiamo se e cosa sia successo.

Non vi sono posizioni ufficiali del Perugia Calcio e/o del giocatore – chi sarebbe stato presente alla telefonata – se vi sia stata realmente questa telefonata, chi ne fosse il latore e quale ne sia stato il contenuto ed il tenore.

Non vi sono – però – state nemmeno smentite ufficiali della Società e/o da Han alla notizia di tale telefonata, riportata da tutti gli organi di stampa locali e nazionali.

Anche perché – se vi fosse stata questa telefonata – gli unici a poter far trapelare la notizia alla stampa erano Han stesso e/o chi era insieme a lui e che, in ipotesi, ha assistito al fatto.

Ad oggi, quindi, la posizione ufficiale del Perugia Calcio e di Han rimane quella dichiarata dal Presidente Santopadre in TV: la timidezza del calciatore e la sua scarsa dimestichezza con l’italiano.

Certo è che se vi fosse stata questa telefonata e se il Perugia Calcio l’ammettesse ufficialmente, ammetterebbe allo stesso tempo che il Presidente ha mentito in diretta TV…

Nella puntata del 1 ottobre del rotocalco sportivo, inoltre, il Sen. Razzi – interrogato sull’argomento – ha negato decisamente che vi sia stata alcuna telefonata, confermando invece che Han parla benissimo italiano.

Di fatto smentendo Santopadre.

E dalla Società – fino alla consegna di questo articolo – tutto tace.

Qualcuno – non so chi – si sta evidentemente “incartando” su una vicenda che sta diventando grottesca, mal gestita quanto inutile e dannosa per l’ambiente.

Han è – sì – di nazionalità nordcoreana, ma è “solo” un calciatore.

Non è un politico nordcoreano, non è un diplomatico nordcoreano, ma solo un atleta per di più giovanissimo.

Trovo dannoso, quindi, tentare di strumentalizzare la nazionalità di un giovane calciatore, il quale – suppongo – si disinteressi di politica internazionale.

Cavalcare la tigre dei rapporti internazionali tesi tra la Corea del Nord ed il resto del Mondo, dando alla mancata partecipazione di Han un connotato per forza politico.

Riportare una “notizia” a tutt’oggi non confermata da alcuna fonte ufficiale.

Notizia che – oltretutto – non sappiamo come sia arrivata alla Stampa…

Infilarci in mezzo un ragazzo che – con i suoi sorrisi, con i suoi gol e con la sua genuina gioia di giocare a calcio per il Grifo – sta dimostrando a tutti che lo sport può veramente abbattere ogni barriera culturale e politica.

Ed allora giù le mani da Han!!

Lasciate tutti, dico TUTTI in pace il ragazzo e fategli fare quello che gli riesce meglio: giocare a calcio e segnare per il Grifo!

Ed ora imponiamo la Legge del Curi alla Pro Vercelli!!

Forza Grifo!

Avv. Gian Luca Laurenzi