Bisoli: “Voglio rendervi orgogliosi del mio Perugia”

1379
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
 

Presentazione ufficiale in casa Perugia con Pierpaolo Bisoli che a distanza di anni torna a vestire biancorosso, questa volta da allenatore. Un tecnico con le idee chiare e senza peli sulla lingua che dimostra subito di avere un credo prestabilito ed un carisma importante.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA

“Ringrazio il presidente, è partito da zero ed ha creato un impero, un po’ come me che son partito dalla promozione, ci accomuna la voglia di arrivare. Perugia è una piazza che conoscevo da giocatore e so cosa vuol dire allenare qui. Prometto lavoro, identità e sacrifico poi si può perdere o pareggiare ma la maglia va sudata perché anche in 5’ si può dare il massimo Noi siamo il grifo, son gli altri che dovranno preoccuparsi di noi. Inoltre serve versatilità durante della gara. Io pretendo molto, anche in allenamento, sono un tipo esigente e quando perdo sono abbastanza intrattabile. Nel mondo del calcio si sprecano molte parole, si dice che io sono uno cattivo, un difensivista, l’unica cosa vera è che chi prende Bisoli sa che avrà dei problemi, sono un tipo meticoloso ed all’inizio posso dar fastidio, per me anche un pallone sgonfio non va bene per lavorare al massimo.”.

Idee chiare su quale sarà il compito del Perugia nel prossimo campionato cadetto:

“Obiettivo promozione? Tutti vogliono vincere, ma il campionato va costruito ad obiettivi. Prima 50 punti, poi 60, poi si vedrà. Cercherò di ottenere il massimo, trovando il difetto anche nella vittoria. Non voglio essere giudicato per le parole ma per i fatti, a me non mi piacciono i “ruffiani”. Non pensate che non passeremo momenti bui, perché il campionato è molto lungo, ma remiamo tutti dalla stessa parte per uscirne quando ciò accadrà. Accettiamo anche le sconfitte quando arriveranno”.

 Sarà un grifo organizzato che punterà molto ad ottenere risultati tralasciando, a volte, anche l’aspetto puramente estetico:

“L’estetica conta fino ad un certo punto, è il risultato che fa la differenza. Di Mourinho cosa ricordate? Giocare e perdere è facile, andare alla ricerca del risultato è più complesso. Detto questo non ho mai giocato palla lunga e pedalare. Ci vuole convinzione nei propri mezzi, preparazione fisica e organizzazione. Mettiamo da parte il passato, ora serve svoltare. Anche io ho vinto tre campionati ma me li son dimenticati, ora siamo tutti a zero. L’organizzazione difensiva è fondamentale. Detto questo non sono un catenacciaro ma subendo troppe reti non si arriva da nessuna parte”.

Capitolo mercato:

“Voglio valutare i giocatori di appartenenza perché sono un patrimonio per la società. Il calcio attuale non permette di avere a disposizione una rosa definita dall’inizio, l’occasione può arrivare all’ultimo minuto e non possiamo completare tutta la lista fin da subito. Intanto cerchiamo di avere un’ossatura e questo l’ho chiesto a Goretti e Pizzimenti. Io comunque pazienterò tranquillamente. I soldi da spendere in Italia son sempre meno quindi bisogna essere bravi. Ardemagni m’ha sempre fatto gol, quindi spero di averlo, così non mi segna contro (ride, ndr). La prima punta non deve solo attaccare ma anche difendere, quindi la potenza aerobica diventa determinante, l’altra punta dovrà invece rapportarsi con la prima ed essere capace di buttarsi negli spazi. Il trequartista diventa fondamentale con passaggi smarcanti e con inserimenti quando l’attaccante torna a difendere. Ho chiesto due o tre giocatori, ma non saranno titolari fissi, solo determinanti per far capire il mio credo. Magari chi è più fragile può pensare…ma questo ci ammazza! Rosati dovrebbe arrivare, sa guidare la difesa, sa stare all’interno dello spogliatoio, ha tutte le qualità ma dobbiamo dargli tempo per riprendere l’occhio e la visione del campo e della partita. Negli ultimi anni ha fatto la scelta di fare il secondo ma adesso gli è tornata voglia di giocare”.

Su Lanzafame , Fabinho e Taddei:

“Non esistono giocatori incedibili ma io ho chiesto di allenarli perché hanno qualità che ancora non hanno espresso appieno. Saltano l’uomo, hanno gamba. Taddei se rimane lo valuterò come tutti, ma ha una certa età e serve capire cosa vuole lui”.

Battuta finale su quel famoso Perugia-Juventus (1-0, gol di Calori) che fece perdere lo scudetto ai bianconeri e di cui Bisoli fu protagonista:

“Quella volta con la Juventus la partita fu regolare, siamo noi che siamo stati più bravi di loro per vincerla, inutile ricordarla come la gara dell’acqua”.

E sul rapporto che sarà con il presidente Santopadre:

“E’ il mio datore di lavoro ed io mi adeguerò, ma sul campo nessuno metterà becco perché la formazione la faccio io. L’unica cosa che ho chiesto è di non mettere giacca e cravatta in panchina”.

Federico Ricci