Breda ha le sue colpe, ma non può rimanere appeso ad un filo

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Breda verso l'esonero? La società valuta concretamente l'ipotesi di un secondo cambio. Stellone in pole

Breda ha le sue colpe, ma non può rimanere appeso ad un filo. Buon punto del Perugia a Parma. Dalle società poca chiarezza sul futuro del tecnico. Leali? Tanto valeva tenere Rosati

 

Prima della doverosa disamina della gara con il Parma, partiamo dal presupposto che se in settimana – dopo la sconfitta casalinga con il Cittadella – avessimo avuto la sicurezza di tornare con un punto dal Tardini, avremmo tutti sottoscritto “al buio” con gioia e soddisfazione!

Due, quindi, possono essere le chiavi di lettura della gara di domenica contro il Parma, che ha il sapore della serie A e dei lontani fasti Gaucci-Tanzi.

La prima con il cuore biancorosso del tifoso.

Ed il cuore mi dice che – cavolo! – abbiamo mancato una bella vittoria esterna e perso due punti per un ingenuo fallo da rigore, dopo aver dominato per larghi tratti la gara e messo alle corde i ducali.

Due punti persi per non aver avuto la forza, il cinismo e la fortuna di chiudere la gara quando potevamo (colpo di testa di Bonaiuto).

Al netto del rigore – che appare indiscutibile – anche l’arbitraggio, però, non è stato dei migliori.

Il direttore di gara non ha applicato lo stesso metro alle due squadre, con decisioni a danno del Perugia abbastanza discutibili ed indulgenza nei confronti dei parmensi (almeno un doppio giallo ci poteva stare…).

Ulteriore conferma dell’infima qualità degli arbitri della serie cadetta.

L’altra chiave di lettura è quella della razionalità, del cervello.

Un punto in più che porta a 24 quelli che ci mancano per i 55 del mio personale tabellino.

Un punto ottenuto in trasferta, in un campo difficile, con una squadra di blasone, la quale – seppur attualmente distaccata dalla testa della classifica – ha un organico fortissimo ed è una delle più serie candidate alla promozione.

Un punto ottenuto dopo la disfatta casalinga con il Cittadella, sconfitta che poteva avere ripercussioni psicologiche, facendo ripiombare la squadra nel baratro.

Un punto ottenuto con un gol su cross dalla fascia (finalmente!!) per la testa di Cerri, nonostante i tiri nello specchio della porta siano stati pochissimi.

Il Perugia, infatti, nonostante il bel gioco e l’intensità a tratti espressi, è stato veramente pericoloso in pochissime occasioni ed i tiri in porta si contano sulle dita di una mano.

Di converso ben due uscite a vuoto di Leali ci hanno fatto tremare i polsi e – per nostra fortuna – il Parma non è riuscito ad approfittarne.

Sicuramente il nostro estremo difensore andrà valutato nel corso di altre partite e nel complesso delle sue prestazioni.

Perché da quello che abbiamo visto in queste prime due presenze, tanto valeva tenersi Rosati.

A parziale discolpa di Leali va evidenziato che deve ritrovare il ritmo-partita, dato che in Belgio è stato utilizzato pochissimo.

Speriamo che Leali – fortissimamente voluto dalla Società – possa ripagare la fiducia con prestazioni all’altezza di cui abbiamo veramente bisogno.

In ogni caso – al netto delle indecisioni di Leali – nel Perugia visto ieri vi sono alcune note positive ed altre negative.

Quanto alle prime, la difesa largamente rimaneggiata ha tenuto ed i ducali sono riusciti a segnare solo su rigore.

Il giovane Magnani – nonostante l’ingenuo fallo da rigore – ha fatto un’ottima partita: sempre puntuale e concentrato.

Ed anche dopo l’errore che ha provocato il rigore avversario, ha saputo mantenere la concentrazione alta e non si è perso.

Un Mustacchio – probabilmente ispirato dall’inedita capigliatura color oro – giocando nel suo ruolo naturale sulla fascia, è stato costantemente una spina nel fianco avversario, costringendo i ducali a raddoppiarlo costantemente.

Anche la tenuta atletica della squadra è apparsa egregia, senza cali nel finale.

Un ottimo Bianco sulla trequarti ha dimostrato la possibilità di un’efficace alternanza con Colombatto e le diverse opzioni fattibili in fase di costruzione del gioco.

Quanto alle note negative, la squadra è apparsa ancora senza quella spiccata personalità che avevamo intravisto nelle prime partite.

Manca quella continua intensità che serve in un campionato duro come quello cadetto.

Vi sono momenti in cui il Grifo mostra pericolose amnesie o si perde in fraseggi senza idee.

Pur dimostrando momenti di superiorità non riesce a mettere alle corde l’avversario ed avere quel cinismo necessario a chiudere le partite.

A questo Perugia – in buona sostanza – manca il colpo del K.O.

Soprattutto i nostri centrocampisti ed attaccanti (vedi Cerri) si avventurano in troppi dribblings, mentre sarebbe opportuno giocare più semplice, “di prima” con pochi tocchi.

Il tasso tecnico per farlo c’è.

Troppi lanci in avanti alla “Dio provvede”.

Domenica, infatti, il Perugia è stato veramente pericoloso solo quando la palla è stata giocata a terra e di prima.

Anche nelle ripartenze si “cincischia” e si tiene troppo la palla, avventurandosi in dribblings velleitari, permettendo alla difesa avversaria di schierarsi e chiudere gli spazi, se non di riconquistare la palla e ripartire a sua volta.

Quanto a Breda, pur apprezzando la sua grande onestà intellettuale ed il suo atteggiamento sempre disponibile, continua a non piacermi come dispone la squadra e come interpreta le partite.

Troppo poco grintoso l’approccio alle gare.

Ma a questo punto non serve a nulla farlo sentire in discussione ogni partita, invocando il suo esonero, come in settimana dopo Cittadella.

Se proprio doveva essere esonerato, il momento giusto sarebbe stato dopo l’Empoli, quando il nuovo tecnico avrebbe avuto tutta la pausa invernale per preparare la squadra.

Esonerare ora Breda non avrebbe alcun senso ed aggiungerebbe ulteriori problemi a quelli già esistenti.

Ci ricordiamo tutti che la piazza non voleva Breda, il quale è stato “imposto” dalla Società, sorda a tutte le sollecitazioni dei suoi tifosi.

É incoerente, quindi, (oltre che poco rispettoso dell’uomo e del professionista) tenere il tecnico biancorosso costantemente appeso ad un filo, sottoponendolo ogni gara ad un esame senza appello.

Ora, quindi, lo stesso Perugia Calcio “protegga” Breda, dimostrandogli fiducia e facendolo lavorare con tranquillità e serenità.

Che la Società sia coerente con le proprie scelte.

E soprattutto con quella fatta in un momento veramente delicato, in cui invece che acqua è stata gettata benzina sul fuoco esacerbando vieppiù i già difficili rapporti con la tifoseria biancorossa.

Non si cerchi ora di cavalcare il malcontento della piazza nei confronti di Breda per “giustificare” un’eventuale esonero (“i tifosi non lo vogliono”), quando la stessa piazza fu bellamente ignorata nella scelta del successore di Giunti.

Quindi facciamolo lavorare in pace per questi benedetti (o maledetti) 24 punti che ancora ci mancano e smettiamo di sventolargli davanti lo spettro dell’esonero ad ogni incertezza.

Breda, però, cerchi di dare personalità a questa squadra e – soprattutto – lo faccia alla svelta.

Concludo – come sempre – con i nostri meravigliosi tifosi che non abbandonano mai il Grifo.

Non solo la “solita” massiccia partecipazione da Perugia, ma – grazie alla posizione geografica di Parma – si sono ritrovati al Tardini tanti tifosi biancorossi residenti al nord in un festoso happening ripreso dalla TV.

Questa è una costante nota di orgoglio ed – almeno sul tifo – siamo indubbiamente ed indiscutibilmente da serie A.

Forza Grifo.

Avv. Gian Luca Laurenzi