Breda torni all’antico: il tridente non funziona

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I ricordi del Grifo: la Cremonese al Curi non fa paura. Nel nuovo millenio due precedenti e due vittorie senza subire gol

Breda torni all’antico: il tridente non funziona. Diamanti ha qualità immense, ma con lui in campo gli altri attaccanti “soffrono” e pure il centrocampo. Meglio impiegarlo alla “Altafini”

“Non conta il numero di attaccanti che si schiera contemporaneamente in campo, quello che conta è l’atteggiamento offensivo della squadra, anche se in campo c’è un solo attaccante”.

 

Parole e musica di Giovanni Galeone, il nostro allenatore preferito tra quelli ammirati o bistrattatati sulla panchina del Perugia.

E questa frase calza a pennello per commentare il pareggio interno contro il Venezia di ieri, un risultato dai due volti.

Da un lato importante per aver raggiunto il pari a cinque minuti dalla fine, evitando un ulteriore, pericoloso scivolone in classifica, dall’altro deludente, perchè l’amaro in bocca che ha lasciato è tanto per aver perso un altra grande occasione, dopo quella di Avellino, di accorciare sulle prime, tutte fermate sul pari, quasi tutte in casa come il Perugia, con il solo Empoli vittorioso e ormai vicino alla promozione in A.

Il cambiamento di modulo proposto da Breda contro i lagunari, passando dal collaudato tre-cinque-due al quattro-tre-uno-due, con l’inserimento di Diamanti dietro le due punte Di Carmine e Cerri, non ha dato, come recitava bene Galeone, i frutti sperati.

Il centrocampo a due ha sofferto la superiorità numerica dei lagunari e Diamanti, pur dandosi da fare tantissimo non ha mai inciso, a parte i dieci minuti iniziali, finendo per essere giustamente sostituito a metà ripresa e, proprio su Diamanti, è bene fare una riflessione.

Il valore del giocatore non si discute, ha classe da vendere, piedi educatissimi.

Ha finora giocato  trecentoquarantacinque minuti in totale, spalmati in otto gare, delle quali tre da titolare, quelle con il Cesena e con il Venezia pareggiate e con la Cremonese vinta faticosamente, nelle quali ha segnato solo un gol, su rigore, contro il Foggia e costruito due assist, per Cerri su calcio piazzato con la Cremonese e per Di Carmine nella seconda rete di Vercelli all’ultimo secondo.

Ma con lui in campo gli altri attaccanti sembrano soffrire e la manovra offensiva ne risente.

I numeri infatti ci parlano di  un solo gol segnato da Cerri con l’ex livornese in campo e della doppietta di Di Carmine a Vercelli contro l’ultima in classifica, rimasto poi sempre a secco negli altri duecentocinquantacinque minuti giocati con Diamanti in campo, lui che di gol ne ha fatti altri quindici in questo torneo.

Non vogliamo assolutamente dire che Diamanti sia diventato un  problema per il Perugia ma preferiremmo vederlo impiegato per mezzora, alla Altafini  della Juve degli anni ’70, piuttosto che da titolare cambiando e snaturando un modulo che funziona.

Ieri, sulla prestazione negativa della squadra, hanno poi pesato anche altri due fattori.

L’inspiegabile scelta di schierare dopo tanto tempo Zanon sulla fascia destra, autore di una prova, come spesso capitato, sottotono e il calo d’intensità della squadra, che avevamo intravisto già dopo le stentate vittorie contro le “riserve” della Cremonese e in casa dell’ultima della classe, Pro Vercelli.

Sul primo fattore, se si voleva far tirare un po’ il fiato a Mustacchio, bastava inserire Belmonte sulla sinistra, riportando Della Fiore al centro e riposizionando Del Prete nel suo vecchio ruolo.

Per quel che concerne il calo d’intensità, comune per fortuna a tutte le squadre di testa, dovranno pensarci Breda e i suoi collaboratori.

Praticamente tramontata la chimera secondo posto, c’è ora da provare ad evitare il trappolone del preliminare e sarà quindi obbligatorio vincere lo scontro diretto di Carpi di martedì, per recuperare il mezzo passo falso col Venezia per arrivare caricatissimi al derby casalingo di domenica con la Ternana, diventato improvvisamente più insidioso per la sorprendente resurrezione delle fere in queste due ultime giornate.

Danilo Tedeschini