Brera avrebbe detto: “E dove credevamo di andare?”

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Brera avrebbe detto: “E dove credevamo di andare?” Pessima figura del Perugia a Palermo, complici una prestazione al di sotto delle aspettative e scelte tecniche molto discutibili

 

Il grande maestro Gianni Brera, che a Perugia abbiamo avuto modo di apprezzare da vicino grazie alle sue magnifiche “lectio magistralis”,a commento del campionato, in onda alla fine degli anni settanta sull’allora Teleumbria, oggi Retesole, commentò così la clamorosa sconfitta italiana contro la Corea del Nord che ci costò la prematura e ingloriosa eliminazione dai Mondiali inglesi nel 1966:

“La difesa sballata, il centrocampo endemicamente fioco, l’attacco scomposto di gente molto sollecitata ad impaurirsi. E dove credevamo di andare?”.

Ecco, il commento di Brera, ad oltre cinquantadue anni di distanza, è ancora attualissimo e utile per essere accostato a commento del rovescio rimediato dal Perugia al “Barbera” contro il Palermo. Un pessimo Grifo quello che ha affrontato i rosanero, mai in partita se non nei dieci minuti iniziali della gara, con grosse lacune, come scriveva Brera, in ogni reparto della squadra.

Che il centrocampo del Perugia fosse un centrocampo tecnico, ma privo della fisicità necessaria, lo si sapeva e ieri se n’è avuta una dimostrazione contro una squadra “fisica” come il Palermo, ma anche la peculiarità tecnica al “Barbera” ha latitato, con Verre confermato da Nesta nel ruolo non suo di playmaker al posto di Bianco e l’inserimento di Dragomir vicino a Moscati.

Ma né Verre, né Bianco sono dei veri registi e questa è la prima lacuna della rosa allestita da Santopadre e Goretti.

Non parliamo poi degli esterni di fascia sinistra, con Falasco ancora insufficiente a Palermo, ma anche l’assente Felicioli non sembra in grado di avvicinarsi al buon grado di rendimento che offriva Pajac.

La difesa sballata, per dirla alla Brera, mal protetta dal centrocampo, ha fatto acqua da tutte le parti, subendo un pesante passivo di quattro reti. Debuttava Gyomber, il centrale difensivo che in tanti avevano descritto come un grande colpo di mercato.

Noi, invece, in un nostro articolo di un mese e mezzo fa a commento della nuova rosa del Perugia, ci eravamo permessi di sottolineare come lo slovacco fosse sì un discreto giocatore ma, avendolo visto all’opera spesso, sia nel Pescara che l’anno scorso a Bari, avevamo notato come alternasse cose buone a diversi errori, e che non fosse certamente il nuovo Costacurta della B e la disastrosa prestazione del “Barbera” lo ha, purtroppo, confermato. Quanto all’attacco è sembrato timido, quasi impaurito, con un Vido deludente, uscito per infortunio nel finale e Melchiorri, comunque uno dei pochi a salvarsi, volenteroso ma sempre poco pericoloso.

E la mancanza di un vero bomber da venti gol, alla lunga, potrebbe pesare notevolmente.

A tutto questo si sono poi aggiunti gli errori di Nesta, sia nella scelte di formazione, un disastroso Mustacchio al posto di Mazzocchi, Verre in un ruolo non suo, Dragomir, gol a parte, arrivato sullo zero a quattro, assolutamente impalpabile al posto di Bianco, Cremonesi in panca in luogo di un insufficiente El Yamiq, sia nelle sostituzioni, arrivate quando ormai la frittata era stata servita da un pezzo.

A fine gara il tecnico, pur ammettendo che la sua squadra ha giocato molto male, ha chiamato in causa come parziali scusanti la grande forza del Palermo e la lunga sosta ma vorremmo ricordargli come il Palermo nelle prime tre gare abbia collezionato due pareggi, a Salerno e in casa con la Cremonese, quando avrebbe meritato di perdere e una vittoria di misura in rimonta, a Foggia contro i satanelli, arrivati ieri alla terza sconfitta consecutiva.

Quanto alla lunga sosta, non si era fatto altro che benedirla perchè avrebbe permesso al tecnico e alla squadra di conoscersi bene, recuperando il poco tempo avuto in precedenza a causa dei numerosi giocatori arrivati solo negli sgoccioli del mercato.

Discorso a parte sarebbe poi quello riguardante la scelta di proseguire con un modulo, il 3-5-2, che non sembra essere mai stato nelle corde del tecnico, oggetto, probabilmente, come i suoi predecessori, dei soliti “buoni consigli” societari.

Rimane comunque il dato allarmante che il tecnico romano, con la batosta di Palermo è arrivato alla quarta sconfitta su sei gare ufficiali da allenatore del Perugia, tre delle quali pesanti, lo zero a tre di Venezia, che determinò la precoce eliminazione nel preliminare, l’uno a tre casalingo col Novara, squadra di Serie C, costato al Grifo la prematura eliminazione dalla Coppa Italia e l’uno a quattro di ieri a Palermo.

Sconfitte che potevano essere addirittura cinque senza il fortunato pari strappato con un rigore ad un minuto dalla fine a Brescia, al termine di una modesta prestazione contro una squadra che non ha ancora mai vinto e ha già cambiato allenatore.

L’unica vittoria è arrivata grazie ad un regalo e mezzo del portiere di riserva del modesto Ascoli, (corso subito ai ripari dopo quella sconfitta, con l’ingaggio di Troiano e Laverone) colpevolmente schierato da Vivarini al posto del titolare Lanni.

Per fortuna il calendario ci dà una mano con l’arrivo a Perugia, martedì sera, del modesto Carpi che, anche col ritorno del figliol prodigo Castori in panchina, non sembra costituire un avversario insormontabile.

Danilo Tedeschini