Calo delle presenze allo stadio: perché?

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Calo delle presenze allo stadio: perché? Analisi di un andamento locale e nazionale che porta sempre più tifosi lontano dal ‘calcio live’. Ma l’abbonamento del Perugia è aumentato!

Calo delle presenze allo stadio: perché?

 

In questo turno di riposo voglio cercare di approfondire il tema – quanto mai importante – della progressiva diminuzione delle presenze al Curi (biglietti ed abbonamenti).

E, più in generale, della tendenza nazionale – tranne sporadiche eccezioni – a disertare gli stadi.

Tema, peraltro, già da me affrontato nell’articolo successivo alla gara con il Carpi che potete rileggere qui.

Alcune delle motivazioni riguardano la nostra situazione locale.

Come evidenziavo allora i motivi dei Perugini per disertare lo stadio possono essere molteplici: l’andamento altalenante della squadra; i rapporti difficili della tifoseria con la Società; la pigrizia e/o estrema facilità dei miei concittadini a disamorarsi (come avevo già sottolineato nell’articolo del 27 giugno, che potete rileggere qui); lo Stadio scomodo e vecchio.

Una riflessione in più, poi, va fatta sotto il profilo economico.

Quando il Perugia Calcio lanciò la campagna abbonamenti appena chiusa (“Sei parte di me”), fu evidenziato che il prezzo degli abbonamenti sarebbe rimasto invariato, rispetto alla stagione 2017/18.

Campagna abbonamenti: manca la "Passione"

In realtà, invece, il torneo cadetto è partito con 19 squadre: ben 3 in meno delle 22 dell’anno precedente.

Con 3 partite casalinghe in meno nel pacchetto, rispetto all’anno scorso, quindi, l’abbonamento in concreto è più caro della passata stagione.

Ed è aumentato (non poco…) di quasi il 14% (per l’esattezza il 13,64%).

Appare lapalissiano che di questi tempi (difficili) in tanti prestano molta attenzione al rapporto “qualità/quantità-prezzo” e potrebbero aver deciso di non affrontare la spesa.

Altre motivazioni, invece, riguardano la generalità dei tifosi italiani, non solo i perugini.

Ad esempio – come già scritto –il palese e progressivo deterioramento del sistema-calcio e la sua perdita di credibilità.

Un Movimento la cui qualità media è in caduta libera,come dimostrano i risultati delle nostre Nazionali.

Il “bollettino di guerra” estivo tra Società fallite, illeciti sportivi, irregolarità fiscali, fideiussioni non valide, ecc.

La mancanza di certezze che i verdetti delle varie classifiche determinino i partecipanti ai successivi campionati.

Ufficiale: la B rimane a 19. Il collegio di garanzia del Coni ha giudicato inammissibili i ricorsi dei club richiedenti il ripescaggio nonostante il voto contrario del presidente FrattiniIl “teatrino dell’assurdo” che ancora in B stiamo vivendo, con un torneo a 19 squadre, una che riposa ogni turno, con vari ripescaggi in ballo a campionato già iniziato e con l’Entella che potrebbe ancora rientrare in B.

Ma vi possono essere anche altre motivazioni, oltre quelle già esposte.

Negli ultimi 20 anni in tutto il mondo le TV si sono impossessate del Calcio, anche grazie ai grandissimi guadagni che possono garantire alle società sportive i relativi diritti.

Ciò – per vendere meglio il prodotto multimediale – ha comportato un progressivo frazionamento temporale delle giornate.

Il famigerato “spezzatino” televisivo, aumentato esponenzialmente con il frazionamento dei diritti tra vari soggetti (TELE+/SKY, Mediaset, RAI ed ora anche DAZN).

Da decenni eravamo abituati, infatti, che le partite di A, B e C fossero tutte la domenica pomeriggio e variasse solo l’orario d’inizio in base alla stagione (dalle 14,00 in inverno alle 15,30 in primavera).

Il primo passo fu uniformare il calcio d’inizio (estate ed inverno) per tutti alle 15, poi – negli anni ’90 – s’iniziò con un posticipo la domenica sera.

Poi – progressivamente – si è arrivati alla situazione attuale, in cui s’inizia il venerdì sera con l’anticipo.

Partite il sabato (alle 12, alle 15, alle 18 e la sera); partite la domenica (alle 12, alle 15, alle 18 e la sera).

Ed il posticipo del lunedì sera (il “Monday Night” mutuato dal football americano).

Oltre ai turni infrasettimanali serali, in cui c’è l’anticipo (la sera prima) ed il posticipo (quella dopo).

Tuttavia non si conosce in anticipo lo “spezzatino”, al momento della sottoscrizione dell’abbonamento, ma anticipi/posticipi vengono comunicati nel corso del campionato.

In questa situazione, appare chiaro che in una situazione in cui ognuno di noi è oberato da mille impegni (famiglia, lavoro, ecc.).

In cui ognuno di noi è obbligato a pianificare il proprio tempo e scadenzare i propri impegni, acquista un abbonamento e c’è il rischio che non possa assistere ad alcune delle partite incluse.

Perugia-Brescia rinviata, il comunicato ufficiale del clubIn buona sostanza, acquistando l’abbonamento il tifoso di una squadra di B sa in via di principio che – più o meno – ogni 2 settimane il sabato alle 15 ha la partita e, quindi, scadenza i suoi impegni, sapendo che un sabato su due, dalle 13 alle 17,30 circa, è impegnato.

Se, però, nel corso della stagione gli viene comunicato che quella partita – che lui si aspettava il sabato pomeriggio – sarà, invece, es. la domenica alle 15, o il venerdì alle 21, magari ha già altri impegni inderogabili e non può andare allo stadio a vedere la partita per cui ha già pagato.

Ed alla fine della stagione – forse – ha perso 3-4 (o più) gare.

Ci può stare, quindi, che qualcuno abbia fatto la scelta di non rinnovare l’abbonamento ed “investire” parte di quel denaro nell’abbonamento a DAZN, dato che gli permette di vedere la propria squadra sullo smartphone/tablet, anche mentre è all’IKEA con la famiglia o al matrimonio del fratello.

Da tutto ciò appare chiaro che ogni stagione – per tutta una serie di ragioni – viene“alzata l’asticella”e, quindi,è sempre più complicato andare allo stadio.

Sembra che si stia facendo – non so dire quanto consapevolmente o meno – una sorta di “selezione naturale”, affinché allo stadio vadano sempre meno tifosi.

Tutti i Presidenti e gli addetti ai lavori che si lamentano del calo delle presenze, dovrebbero, invece, essere consapevoli che sono anche le loro (legittime, peraltro) scelte – fatte come membri delle varie Leghe – ad aver portato a questa situazione.

L'ennesima "figura" del calcio italiano. La decisione del Coni sancisce la vittoria di nessuno e la sconfitta del nostro "pallone". Gli interessi delle alte sfere continuano a primeggiare sulle regole. E i soldi...

Il calcio, invece, è stupendo allo Stadio: il clima; i colori; le coreografie; i cori; i “riti”, come il Borghetti caldo; il pathos che ti fa essere fratello con lo sconosciuto seduto al tuo fianco…

Tutto ciò non potrà mai essere sostituito dalla TV!!

Ma io sono un inguaribile romantico e – probabilmente – un illuso.

Avv. Gian Luca Laurenzi