Da La Spezia allo Spezia: il Perugia ha chiuso il cerchio e ora vola

1924

Da La Spezia allo Spezia: il Perugia ha chiuso il cerchio e ora vola. Se la sconfitta in Liguria aveva aperto una profonda crisi, il successo nella gara di ritorno lancia la squadra di Breda verso un finale esaltante

 

5 vittorie consecutive e 15 punti.

L’assist di tacco di Di Carmine per il vantaggio di Cerri, 3 gol e due legni colpiti.

Una partita largamente dominata contro un avversario di tutto rispetto che c’ha provato fino alla fine.

Il Curi finalmente tornato quel campo inviolabile in cui tutti (Juventus, Milan, Inter, ecc.) avevano paura di giocare.

Una vittoria contro lo Spezia con un grande valore simbolico, oltre i 3 punti.

Essa, infatti, chiude un cerchio ideale, dato che dopo la disfatta all’andata in Liguria si consumò la rottura tra squadra/Società e tifosi con la contestazione al rientro al Curi.

Ormai salvi (via, ormai ce lo possiamo dire) e saldamente in zona play off, con una classifica migliore dello scorso anno ed una partita da recuperare.

E con tutto ciò, Breda – invece di autoincensarsi ed incensare la squadra (se lo potrebbe permettere) – va in conferenza stampa a dire che certo è felice, ma che il Perugia fino ad ora non ha fatto proprio niente, che non c’è nulla da festeggiare ora, che c’è ancora tutto da fare e che tutti loro si ricordano perfettamente di cosa è successo da Ottobre in poi, quando tutti già ci davano in A.

Ecco: la rinascita del Grifo di Breda sta tutta qua, in queste poche, ma pesantissime parole, dette dal Mister con il solito tono pacato.

Evidentemente Breda è riuscito ad inculcare ai Grifoni la convinzione nelle proprie forze, ma soprattutto la fame, la voglia, la rabbia che mancava.

Incitando la squadra a non sedersi, a non accontentarsi, perché ancora “non ha fatto nulla”.

Ed ha accompagnato la ricostruzione psicologica della squadra, con quella fisica, perché – si sa – nel calcio, quando le gambe girano diventa tutto più facile.

Non bisogna, infatti, trascurare che le 4 vittorie casalinghe siano avvenute in un Curi pesantissimo per neve e piogge.

In questa stagione abbiamo avuto un perfetto spaccato di quanto sia difficile gestire le sconfitte, ma di quanto sia altrettanto difficile gestire le vittorie.

E Breda l’ha capito perfettamente.

La sua priorità è quella di mantenere compatta la squadra, di non sentirsi già arrivati, di pensare esclusivamente alla stagione in corso e di affrontare una partita per volta, cercando di non pensare all’esito di quella precedente.

E, per ora, ha “chiuso il becco” anche a tutti coloro che l’accusavano di saper giocare solo di rimessa, all’“italiana”.

Di saper giocare solo sugli avversari.

Che avrebbe avuto grandi difficoltà quando fosse stato il Perugia a dover fare la partita.

Sabato ha smentito anche questo luogo comune.

Con uno Spezia praticamente speculare, il Grifo – come ormai ci ha abituato – ha subìto gli avversari nei primi minuti con il baricentro della squadra arretrato.

Azione dopo azione, poi, il baricentro dei biancorossi è salito, fino a dominare l’avversario e fare la partita.

È chiaro che la natura di questo Perugia è una difesa (finalmente!!) rocciosa, contenimento dell’avversario, ripartenze veloci e sfruttamento di quei due “cecchini” che abbiamo lì davanti.

E voglio spendere una parola per Mustacchio più volte ingiustamente beccato dal pubblico per alcuni errori.

Forse non tutti si sono resi conto dell’immenso ed importantissimo lavoro che sta facendo per la squadra, per il 3-5-2 di Breda, l’ossigenato bresciano.

Abbiamo il secondo attacco della B a pari merito con il Frosinone secondo in classifica, il quale – in queste ultime partite – è l’unico ad aver violato la porta di Leali, ma in casa propria allo Stirpe.

Abbiamo – certo – subito 41 gol complessivi, di cui, però, ben 36 nel dissennato girone d’andata e solo 5 nelle 9 partite del girone di ritorno.

E se negli ultimi 270 minuti la porta di Leali è rimasta inviolata, vorrà pur dire qualcosa!

Ma è anche grande merito di Breda aver dato “un verso” a questa squadra, in un momento in cui – al netto del pur sempre ottimo organico – il Perugia sembrava destinato ad un campionato di sofferenza, in fondo alla classifica.

Come l’Ascoli, il quale – anch’esso con un ottima rosa, anche se falcidiata dagli infortuni – si sta dibattendo nel pantano del fondo classifica.

Proprio l’Ascoli che ha in panchina quel Serse Cosmi che la piazza voleva al posto di Giunti.

Certo che le “sliding doors” della vita sono veramente imprevedibili…

E pensare che Breda è lo stesso tecnico che alla fine del girone d’andata aveva una media-punti più bassa del bistrattato Giunti.

Ed ora viaggia su medie da promozione diretta.

Com’è, inoltre, giusto e doveroso riconoscere che vi sono grandi meriti della Società e del Presidente.

Perché non è che se le cose vanno male, la colpa è solo di Santopadre ed invece quando vanno bene è merito di tutti, meno che il suo…

Come abbiamo rivendicato più e più volte il diritto di criticarlo, con la stessa onestà intellettuale abbiamo il dovere di riconoscere ed elogiarne i meriti.

Lui – come tutti noi – è umano, sbaglia e continuerà a sbagliare, anche se come ho scritto più volte la sua esperienza alla presidenza del Grifo ad oggi presenta un saldo di gran lunga positivo.

Ha creato uno staff all’altezza delle migliori squadre professionistiche.

E con scelte, anche controcorrente – sopportando sulle sue spalle tutte le dure critiche – ha raddrizzato una situazione che solo pochi mesi fa appariva disperata.

Su una cosa non dobbiamo avere alcun dubbio, quindi: Santopadre vuole con tutte le sue forze riportare il Perugia in A.

E prima o poi ci riuscirà, di questo non ho alcun dubbio.

Eppoi noi perugini “quan’ se vince sen tutti amici”.

Proprio per questo non riesco a capire perché ora i miei concittadini continuino a disertare lo stadio.

Quando il Perugia perde e gioca male lo potrei anche capire, anche se il sottoscritto è sempre stato presente al Curi, seppur a volte mangiandomi il fegato per la rabbia di partite veramente indecorose.

Ma ora che il Grifo è rientrato in corsa, non capisco proprio perché i miei concittadini non vengano alla partita.

Posso capire che il Curi sta accusando tutta la sua vetustà.

Soprattutto l’inverno è veramente disagevole andare allo stadio, tant’è che l’unico settore costantemente (abbastanza) affollato è la Tribuna coperta.

Ma il Grifo ha bisogno del calore di tutti noi!

Ha bisogno di essere spinto da un’intera città.

E non capisco quelli che mi dicono “io ero a Foggia, ero a Reggio Emilia, ma ora me la vedo in TV”.

Anch’io ero a Foggia e Reggio Emilia, ma continuo ad andare al Curi.

Perché l’Amore non ha scadenza, l’Amore non ha età, l’Amore è eterno.

Forza Grifo.

Avv. Gian Luca Laurenzi