Che delusione, ma grazie lo stesso!

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Ultimo atto dei Play-off l'11 giugno, Play-out tra il 25 maggio e l'1 giugno
 

Vabbè… è finita… non come speravamo, ma è finita.

Commentare a caldo non è facile, soprattutto perché c’è il rischio di infarcire l’articolo di parolacce ed imprecazioni, sull’onda dell’adrenalina che ancora scorre potente e dell’inevitabile delusione di ieri.

Per fortuna devo scrivere e non parlare (la voce l’ho lasciata ieri sera allo stadio) e, quindi scrivendo posso essere più riflessivo e ponderato evitando di scadere nel trivio.

Parliamoci chiaro: quest’anno siamo andati ben oltre le più rosee aspettative che avevamo ad agosto dell’anno scorso.

Sono fermamente convinto, quindi, che debbano essere fatti i complimenti a Bucchi ed alla squadra per la stupenda stagione che in ogni caso ci hanno regalato.

Un anno fa per un solo momento (ma proprio per pochissimo), dopo la fine di quel campionato noioso, scialbo ed incolore ho dubitato se rifare l’abbonamento.   Ero disamorato, da una parte dalla cappa di noia e di rassegnazione che incombeva sul Curi; dall’altro dal fatto che una parte della tifoseria (ma solo una parte: le cd. “menti illuminate”) se la prendeva con noi che con onestà intellettuale criticavamo duramente Bisoli; gli stessi che poi quest’anno – con una repentina giravolta, pronti a salire sul carro dei vincitori – hanno incensato Bucchi.

Sono stato sinceramente deluso dal Grifo e convinto a non rinnovare l’abbonamento addirittura per quasi dieci secondi…ma poi l’amore trionfa sempre!

A parte l’ironia, in realtà ho confermato l’abbonamento l’anno scorso e lo confermerò sempre per due buoni motivi: innanzitutto l’amore per il Grifo dicendomi «eri allo stadio, insieme a “quattro gatti” con la Sangiovannese, vuoi smettere di andarci in B?!?»; in secondo luogo considero l’abbonamento come il mio piccolo contributo economico annuale al Perugia Calcio, patrimonio di tutta la città, una sorta di “micro” azionariato che me lo fa sentire anche un pochino mio.   Se tutti i perugini facessero lo stesso mio ragionamento e considerassero il Perugia Calcio come un patrimonio della città e facessero l’abbonamento, forse il peso economico della gestione – ora tutto sulle spalle del Presidente Santopadre – sarebbe meno gravoso e ci sarebbero risorse in più per costruire una squadra ancor più competitiva.

Per fortuna dal 29 agosto 2016 abbiamo sentito subito una musica diversa dalle ninne-nanne bisoliane ed abbiamo capito tutti che quest’anno ci saremmo divertiti… e ci siamo divertiti!

Merito di Bucchi e dei ragazzi in campo: hanno fatto un ottimo campionato, giocando il miglior calcio della Lega, arrivando quarti assoluti e giocandosela ai play off.

Ed il tutto con una squadra senza attacco.

É questo il grandissimo merito di Bucchi: aver sfiorato, quasi toccato la serie A senza attacco; ed in uno sport in cui l’obiettivo è fare gol, non è poco, soprattutto per un tecnico assoluto esordiente in B.

Delle prime sei classificate nella regular season, infatti, il Grifo ha il peggior attacco ed il peggior rendimento casalingo.

Come ho detto più volte, sarebbe bastato vincere solo la metà delle partite casalinghe pareggiate per arrivare primi ed andare in A.

Ma per vincere, per schiodare le difese chiuse che venivano al Curi per riportare un prezioso punto ci voleva una prima punta di ruolo.

Il povero Di Carmine – seconda punta che quest’anno si è reinventata prima punta – ha fatto il possibile, fermandosi a 13 marcature, di cui, però, quasi la metà concentrate in sole 4 partite.

Basta pensare che il nostro ha fatto gli stessi gol dell’ex Ardemagni, capocannoniere dell’Avellino arrivato quindicesimo…

Quest’anno si è fatta questa scelta obbligata dalle casse societarie: non svenarsi per comprare un attaccante e bisogna essere onesti e dire che, nonostante i problemi cui sopra, la strategia societaria stava per pagare e solo per un soffio non siamo andati in finale a giocarci la promozione.

Fatto sta che, nonostante tutto ciò, Bucchi e la squadra ci hanno fatto divertire, ci hanno quasi portati in A e va loro attribuito il merito, come va attribuito il merito alla Società di aver costruito lo stesso – nonostante l’assenza di un attaccante – una compagine competitiva, aver creduto e valorizzato tanti ottimi giocatori e, soprattutto, un tecnico giovane che tante grandi società ci invidiano.

ONORE AL MERITO E GRAZIE!

Purtroppo anche l’esito della partita di ieri sera è stata frutto dei “peccati originali” che il Grifo si porta appresso dall’inizio della stagione (sterilità in attacco e fragilità psicologica/inesperienza) conditi da alcuni errori, ma anche da un pizzico di sfortuna, che – però – nello sport va messa in conto.

Sulla sterilità in attacco è già stato detto tutto.

La fragilità psicologica/inesperienza di questa squadra – evidenziata più volte dalle frequenti “amnesie” di cui abbiamo ampiamente parlato durante l’anno che ci ha fatto prendere gol assurdi – è emersa prepotentemente ieri sera.

Sembrava che fosse il Benevento – non noi – a giocare in casa e dover rimontare.

I campani sono scesi in campo con l’atteggiamento, la rabbia giusta di chi vuole andare in finale, mentre noi eravamo evidentemente schiacciati dalla paura: ci raddoppiavano sempre, vincendo tutti i contrasti, con una grinta che avremmo, invece, dovuto avere noi che dovevamo rimontare la sconfitta dell’andata.

Nonostante un Curi, guidato dalla Curva Nord che ha spinto incessantemente il Grifo, la squadra non ha avuto la forza di reagire all’infortunio di Gnahorè dell’andata ed imporre il proprio gioco.

Stavolta, però, anche Bucchi – quasi perfetto per tutta la stagione – ha commesso errori.

Non ha saputo correre ai ripari, quando ha visto che ci stavano sovrastando: basta pensare la partita di Dezi e Di Chiara, i quali non sono riusciti a sganciarsi una sola volta, rimanendo schiacciati a copertura della difesa.

Terrani e Nicastro sulle fasce, totalmente inconsistenti e Di Carmine da solo a prendere botte e domare i lanci lunghi dalla difesa (pareva di essere ritornati all’anno scorso).

Quando – finalmente, ma con colpevole ritardo – Bucchi ha fatto la scelta giusta facendo entrare Mustacchio al posto di uno spento Ricci ed avvicinando Nicastro a Di Carmine, si sono viste le migliori azioni del Grifo, che ha iniziato ad essere pericoloso.

Ottima mossa poco dopo vanificata dalla scellerata sostituzione di Volta con Guberti, sostituzione che non ha apportato alcun miglioramento in attacco, ma ha squilibrato la squadra, aumentando la paura di prendere gol che – puntualmente – poco dopo è arrivato: sinceramente non riesco ancora a capire la sostituzione di Volta – se non motivata da problemi fisici – avvenuta a 20 minuti dal termine, con una partita ancora tutta da giocare ed aperta ad ogni risultato.

Meglio sarebbe stato sostituire lo spento Terrani (non riesco a capire perché l’abbia tenuto in campo tutta la partita), lasciando il pilastro Volta in difesa. Poi nemmeno la dea Eupalla è stata dalla nostra parte: in una partita così importante perdere per infortunio il “signore del centrocampo” Brighi, l’uomo più esperto che abbiamo, non ha certo aiutato; come non ha aiutato lo sfortunato rimpallo che all’ultimo minuto ci ha negato il gol e la finale.

In ogni caso è andata così, ci dispiace molto, ma sbagliare una partita – seppur la più importante – non può cancellare ciò che di ottimo abbiamo visto quest’anno e, quindi, grazie lo stesso!

Voglio concludere con qualche nota di colore.   Innanzitutto è stato bellissimo vedere il Curi delle migliori occasioni con la gradinata piena; è stato emozionante vedere ed ascoltare la nostra magnifica Curva; come è stato esilarante vedere gente che – evidentemente erano anni che non metteva piede allo stadio – disorientata per la fila alla preselezione (chi non aveva preparato il documento, chi non sapeva di doverlo esibire, ecc.) ed ancor più disorientata ai tornelli, cincischiare con il lettore ottico del biglietto spingendo con stizza il cancello che non voleva aprirsi. Ora guardiamo subito avanti, trattenendo – innanzitutto – Bucchi che non deve cedere al canto delle “sirene” (Sassuolo, Bari ecc.) e costruendogli una squadra che possa migliorare quello che abbiamo visto quest’anno, non facendoci impaurire dalle “corazzate” che saranno in B il prossimo anno (Palermo, Pescara, Foggia, ecc.), supportate da “paracaduti” e premi promozione vari: la B è dura per tutti ed abbiamo già visto fallire compagini ben attrezzate.

Mi piacerebbe, inoltre, che l’ottima stagione di quest’anno e le prospettive per la prossima aumentino gli abbonamenti.

Quindi, forza Grifo sempre!

Avv. Gian Luca Laurenzi