Derby o non derby, l’Unicusano ha meritato la vittoria

1565
Il giudice sportivo stanga il Grifo, l'Ascoli perde una pedina. 5000 euro di multa per il petardo lanciato in campo nei pressi di Leali. I bianconeri sabato senza Buzzegoli

Derby o non derby, l’Unicusano ha meritato la vittoria. La squadra di De Canio ci ha messo gambe, testa e cuore e ha vinto giustamente. Il Perugia dimentichi in fretta la “brutta” domenica

 

Prima della disamina della partita di domenica con l’Unicusano, dobbiamo chiarirci un concetto, da cui discende l’impostazione da dare al commento della gara.

É derby o non è derby?

L’Unicusano Ternana è la stessa Ternana, nostra rivale storica da decenni?

Ovvero l’unico derby è quello “etrusco” con l’Arezzo?

Se, infatti, con l’Unicusano non è derby, anche per quello che i tifosi vanno dicendo dall’inizio del campionato, tant’è che fu disertata la trasferta dell’andata.

Allora, quella di domenica è l’ennesimo “normale” disastro casalingo di questo Perugia al pari della Pro Vercelli (1-5), Cesena (0-3), Bari (1-3), Cittadella (1-3), disastri a cui – quest’anno – la squadra ci ha abituato.

E sotto questa luce va commentato.

Abbiamo, quindi, perso (male) un’altra partita casalinga facendoci rimontare dal 2-0.

Ed abbiamo perso un punto dalla promozione diretta, diventata ormai praticamente irraggiungibile a 6 punti, nonostante i 15 ancora disponibili.

Archiviamola e pensiamo all’Ascoli sabato prossimo.

Se, invece, come tantissimi pensano, è una partita speciale.

É comunque il derby regionale.

Una partita in cui serviva ancor di più orgoglio per i colori, rabbia agonistica ed impegno.

11 leoni in campo con il “sangue agli occhi”.

Voglia di vincerla per un’intera città.

Allora ci stanno tutta la cieca rabbia e tutti i commenti – anche scomposti – per com’è maturata l’umiliante sconfitta.

Chi va dicendo “succede questo quando una squadra senza cuore ne incontra una col cuore e quando un mister di serie B, incontra uno di serie A”.

Oppure “ora sabato prossimo dobbiamo perdere anche con l’Ascoli, pur di mandarli in Lega Pro”.

Oppure – purtroppo di nuovo – il già visto “tutti contro tutti”.

Contro il Presidente (“che non vuole andare in A”).

Contro la squadra (“che ha regalato la vittoria”).

Contro Breda (tornato un mediocre, dopo essere stato celebrato).

Contro gli “occasionali” (“che quando vengono allo stadio portano sfiga”).

Ritengo che – al netto dell’inevitabile delusione – la bruciante sconfitta casalinga con l’Unicusano vada commentata con maggiore obiettività e lucidità, senza tutte queste sciocchezze.

E non voglio nemmeno prendere in considerazione le inverosimili illazioni su Santopadre (che non vuole andare in A) o sospetti di combine.

L’Unicusano – in uno stato fisico e mentale nettamente superiore al nostro e con motivazioni più forti delle nostre – ha giocato meglio, ci ha creduto, ha rimontato ed ha vinto meritatamente la gara.

Come il Grifo l’ha altrettanto meritatamente persa.

Punto.

Non andiamo a cercare alibi: sono stati “semplicemente” migliori di noi.

Ci hanno dimostrato cosa significa onorare la maglia.

Illazioni e “dietrologie” – oltre ad essere false come una moneta da tre euro – non fanno affatto bene al Grifo ed all’ambiente.

E soprattutto in questo momento.

Forse – se proprio vogliamo andare a cercare alibi – ci dovremmo fare un serio esame di coscienza sulla sicurezza al Curi e sulla penetrabilità del nostro stadio.

Dopo svariati episodi di violazioni della sicurezza (fumogeni in campo, furto negli spogliatoi), domenica è stato tirato in campo dalla Curva Nord un petardo scoppiato vicino al nostro portiere Leali.

Il quale ha avuto bisogno delle cure dei sanitari.

Ancora non si sa cosa effettivamente sia successo e chi sia stato, ma alcune domande sorgono spontanee.

Vengono filtrate le bottigliette d’acqua, il Borghetti viene servito senza tappo, vengono filtrati gli accendini.

E questo senza che mai sia stata tirata alcuna bottiglietta d’acqua, alcun Borghetti, alcun accendino.

Ma alcune volte sono piovuti in campo fumogeni e – domenica scorsa – un petardo.

Come riescono ad entrare al Curi fumogeni e petardi??

Se al posto di Leali, ci fosse stato l’estremo difensore ternano, avremmo perso 3-0 a tavolino e la probabile squalifica del Curi.

Ci siamo salvati la sconfitta “a tavolino” (alla fine non ci cambia molto dallo 0-3 a 2-3…), ma probabilmente la Società avrà una multa salata.

E la curva rischia la chiusura per almeno un turno.

Se più volte ho elogiato il senso di responsabilità dei nostri “freghi”, stavolta la curva non ha dato una gran prova di sé.

E non voglio fare di tutta un’erba un fascio, perché per la stoltezza di uno, non può essere colpevolizzata una curva intera ed i Gruppi.

Ma dovrebbe essere la curva stessa a vigilare che questi episodi – che danneggiano il Perugia – non avvengano.

Non è possibile che uno – del tutto indisturbato – lanci un petardo al nostro portiere dalla Curva Nord, sotto gli occhi di tutti!

Provocando lo sdegno di tutto lo stadio nei confronti della Nord e danneggiando il Grifo.

Non è giusto nei confronti di tutti i tifosi che hanno sempre sostenuto il Grifo, anche nei momenti peggiori e che si macinano chilometri per non lasciarlo mai solo.

Non è giusto nei confronti di una Società che ha segnato la storia del calcio italiano.

Non è giusto nei confronti di un’intera città.

Domenica la partita del Perugia è finita in quel momento.

Ininfluente è stato il successivo secondo gol dell’unica positività di domenica: nostro bomber Di Carmine, il quale – con la doppietta di domenica – ha raggiunto la cifra tonda di 20 gol stagionali.

Quando tutta Italia vede che al Curi viene tirato un petardo al portiere di casa, sotto la propria curva, mentre la squadra sta vincendo ed – in quel momento – dominando la gara.

Proprio sotto la curva che dovrebbe essere “casa sua”.

Quando tutta Italia vede che per questo fatto una parte dei tifosi inveisce contro la propria Curva, farsi rimontare e perdere la partita – ancorché dall’Unicusano – è l’ultimo dei nostri problemi.

Poi potremmo disquisire di tante cose più tecniche: la pesantissima assenza di Bandinelli; la difesa in cui nessuno dà di testa; Diamanti che nelle ultime gare sembra essere diventato un problema, invece che una risorsa; una squadra che sembra essersi persa da Avellino in poi.

Addirittura il fatto che certe partite vanno giocate con la maglia ufficiale rossa e non con quella bianca.

Bla, bla, bla: tutto inutile ora.

Di questo disgraziato turno domenicale rimarrà solo la pessima prova di tutti: in campo e sugli spalti.

Dimentichiamola quanto prima, pensiamo all’Ascoli ed a fare più punti possibile nelle prossime 5 gare.

Sempre, sempre forza Grifo.

Avv. Gian Luca Laurenzi