Di Carmine: luci ed ombre

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Di Carmine: luci ed ombre. La cessione dell'attaccante è economicamente giusta, ma lasciano perplessi l'insolita formula di pagamento ed il modo di operare

Di Carmine: luci ed ombre. La cessione dell’attaccante è economicamente giusta, ma lasciano perplessi l’insolita formula di pagamento ed il modo di operare

 

La notizia del mercato biancorosso di questi giorni è la vendita di Samuel Di Carmine al Verona per una somma di circa 2 milioni e mezzo di euro, con eventuali bonus futuri compresi.

In realtà la cessione ha una forma del tutto particolare: prestito con obbligo di riscatto al primo punto conquistato dal Verona nel prossimo torneo di B (?!?).

Ciò significa che – quantomeno fino alla prima giornata del torneo 2018/19 – il Perugia non vedrà un soldo.

A questo punto bisogna sperare che – paradossalmente – il Verona parta subito forte…se facesse come il Benevento in A l’anno scorso (primo punto con il Milan a dicembre) saranno dolori per le casse societarie!!!

E ci potrebbero essere tutta una serie di problemi che non voglio nemmeno ipotizzare, se la prima fosse proprio contro il Grifo…

In ogni caso la cessione di un ragazzo d’oro, che ha indossato con onore e profitto la maglia del Grifo, impone una serie di valutazioni.

Più di una volta – durante l’appena conclusa “pazza” stagione – avevo auspicato che al 10 biancorosso venisse consegnata la fascia di Capitano.

E non solo per il suo ottimo rendimento, con uno score conclusivo di 22 marcature.

Nemmeno per il fatto che in partite difficili più di una volta con una sua magia abbia sbloccato il risultato, meritandosi il soprannome di “Provvidenza”.

E nemmeno perché nei momenti più difficili sia stato uno dei pochi a mantenere la barra dritta, lottare su ogni pallone ed onorare la maglia ed i colori.

Ma soprattutto perché ha sempre dimostrato a parole e con i fatti di amare il Grifo e di amare Perugia.

Ma – si sa – il Calcio professionistico è un business durissimo, in cui è difficilissimo tenersi a galla (vedi Bari e Cesena) e non lascia ormai più spazio ai sentimenti, alle “bandiere”.

La cessione di Di Carmine, quindi (tranne la particolarissima forma di pagamento) è incontestabile nella sostanza, ma – come tante cose del Perugia, ultimamente – di meno nella forma.

Quanto alla sostanza è chiaro che un ragazzo che è finalmente esploso chiudendo la stagione con 22 marcature ha tutto il diritto di provare a giocarsela in una compagine che abbia più ambizioni del Grifo, magari aspirando alla massima serie.

E puntare – soprattutto a 30 anni – ad un ingaggio migliore di quello che poteva garantirgli il Perugia.

Quanto alla Società, è chiaro che il Perugia Calcio è sempre attentissimo ai bilanci, a mantenere l’equilibrio finanziario, dovendo ricostruire una rosa competitiva.

Doveva, quindi, cercare di capitalizzare il più possibile la splendida stagione dell’attaccante, anche per avere risorse da reinvestire nel mercato d’entrata.

E doveva farlo ora.

Il contratto di Di Carmine, infatti, scadrà il 30 giugno 2019.

L’alternativa che aveva il Perugia, quindi, era quella di cedere l’attaccante, ovvero di rinnovargli il contratto immettendovi, però, risorse finanziarie, per non ritrovarsi con un Di Carmine svincolato il prossimo anno.

Con il risultato che, non solo non vi sarebbero state le risorse della cessione da reimmettere nel mercato d’entrata, ma anche parte di quelle disponibili sarebbero state impiegate per il rinnovo del capocannoniere del Grifo.

In buona sostanza trattenere Di Carmine a Perugia era un lusso che – probabilmente – la Società si sarebbe potuta anche permettere, ma a caro prezzo ed a discapito di ulteriori rinforzi.

Già l’acquisto del forte attaccante Melchiorri aveva fatto capire che c’era una trattativa concreta su Di Carmine.

Avevamo, infatti, tutti fantasticato sulla stellare coppia d’attacco Di Carmine-Melchiorri, ma spesso le speranze dei tifosi non coincidono con le esigenze delle casse e con la gestione di una società.

Ed il trend biancorosso di questi anni ci ha abituato a conti in ordine, gestione equilibrata a fronte di un mercato sempre poco scoppiettante, ma molto concreto e spesso di ottima qualità.

Personalmente, quindi, il mio cuore di tifoso è triste per la partenza di “Provvidenza” – il quale si è fatto amare e rispettare dentro e fuori dal campo – ma con razionalità plaudo all’operazione finanziaria del Perugia Calcio.

Con un’unica riserva nell’operazione: questa particolare formula di pagamento che non immetterà subito finanza nelle casse societarie, permettendo l’immediato reinvestimento.

Non solo, poi, non c’è una data precisa per il pagamento, ma tutto è rimesso all’alea del primo punto che farà il Verona.

Il riscatto e, quindi, il pagamento potrebbe essere alla prima di campionato, ma anche più in là.

In ogni caso auguro a Samuel Di Carmine ogni bene e di ripetere la fantastica stagione 2017/2018, sperando che rimanga “a secco” solo contro il Grifo.

Caro Samuel, in bocca al lupo, Perugia ti ricorderà sempre con affetto e rimarrai nei nostri cuori!

Se, però, sotto il profilo della sostanza la cessione di Di Carmine appare condivisibile (di meno le modalità di pagamento), sotto il profilo della forma, invece, essa poteva esser gestita sicuramente meglio.

Fin dalle dichiarazioni di fine campionato del Presidente Santopadre che le opzioni sarebbero state solo due: o la permanenza di Di Carmine al Grifo, ovvero – se ceduto – non in B (rinforzando una concorrente diretta), ma solo in A.

Ed invece andrà a rinforzare il Verona, concorrente diretta del Grifo ed una dei candidati probabili alla promozione nel prossimo torneo di B.

Anche il “balletto” tra le dichiarazioni societarie di qualche giorno fa e la replica dell’attaccante lasciano quanto mai perplessi.

Nella conferenza stampa di presentazione della squadra femminile, infatti, il Presidente Santopadre, ad una domanda precisa su Di Carmine, ha risposto che il trasferimento è dovuto anche ad una scelta del ragazzo che ha fatto le sue valutazioni.

Puntuale è arrivata la risposta del Bomber che nel suo profilo Instagram scriveva “Troppo facile così!!!!!”, dimostrando di non essere affatto d’accordo con le dichiarazioni del Presidente.

Anche il ritardo con cui la cessione è stata formalmente annunciata (con Di Carmine già da alcuni giorni a Verona) crea il sospetto che le cose non siano andate del tutto liscie.

Come tante altre volte, quindi, il silenzio sarebbe stato “d’oro”.

Da una parte, infatti, nulla scalfirà la riconoscenza e l’affetto di noi tifosi per Di Carmine: nemmeno rivederlo al Curi con una maglia diversa.

Dall’altra parte siamo tutti consapevoli che un giocatore ad un anno dalla scadenza del contratto va ceduto o rinnovato: non ci sono alternative!

Quindi che bisogno c’era di tutti questi ennesimi proclami?

Sarebbero bastate generiche dichiarazioni, tipo “Vedremo, valuteremo le eventuali offerte insieme al ragazzo e decideremo” senza sbilanciarsi in proclami puntualmente disattesi (“sarà ceduto solo in A”), per non scatenare le ennesime inutili polemiche, su un’operazione su cui altrimenti poco c’è da obiettare.

Perché – come si dice a Perugia – “una bocca chiusa ne azzitta cento”.

Avv. Gian Luca Laurenzi