Difesa e un po’ di coraggio: il Perugia di Breda vola

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Difesa e un po’ di coraggio: il Perugia di Breda vola. Il Grifo nel girone di ritorno è secondo solo all’Empoli. Solo sei gol subiti in dodici partite e con un Di Carmine così …

 

Il campionato di Serie A 1993-94 che venne vinto dal Milan di Capello, tecnico che in quell’anno conquistò anche la sua unica personale Champions League, passò alla storia per la perfetta fase difensiva attuata da Baresi e i suoi compagni di reparto, che subirono soltanto quindici gol in trentaquattro partite.

E proprio la perfetta fase difensiva, permetteteci l’accostamento che potrebbe sembrare quasi blasfemo ma non lo è, è la peculiarità principale del Perugia di Breda in questo incredibile girone di ritorno, nel quale i grifoni hanno subito soltanto sei gol in dodici partite, peculiarità che ha spinto la squadra all’incredibile rimonta del girone di ritorno.

Ventinove punti in dodici giornate, solo l’Empoli capolista ha fatto meglio, che hanno portato il Perugia dal sestultimo posto, una sola lunghezza sopra la zona playout, della sosta invernale all’odierno quarto posto in condominio con Parma e Bari (quinto nell’attuale classifica avulsa che, al momento, in attesa di Bari-Perugia e Parma-Bari, posiziona il Perugia dietro ai pugliesi e davanti ai ducali), non lontanissimo, quattro lunghezze dal terzo del Palermo, la posizione più vantaggiosa in ottica playoff.

Quello visto ieri al “Piola” è stato un Perugia cinico che ha avuto la pazienza di aspettare il momento buono per colpire dopo aver disputato una gara non eccelsa.

Ma i gol, diciamolo subito, non sono stati episodici come nelle fortunate vittorie casalinghe contro Palermo e Foggia ma sono stati cercati dal tecnico Breda che, a metà ripresa, ha avuto il coraggio di schierare in campo, contemporaneamente, Di Carmine, Cerri, Mustacchio, Buonaiuto e Diamanti, un coraggio premiato dalla splendida doppietta di Di Carmine, arrivato a quota diciassette nella classifica cannonieri della cadetteria.

I meriti del Perugia di Vercelli sono stati anche quelli di essersi subito ben adeguato alle pessime condizioni del brutto sintetico del “Piola” acuite dalla pioggia e quello di non essere caduto nella trappola delle provocazioni dei padroni di casa, sempre pronti a protestare e che, sin dall’inizio, non hanno lesinato “carezze” nei confronti dei grifoni.

Insomma la squadra sembra aver acquisito anche quella giusta mentalità che serve per raggiungere i risultati e il merito va ascritto a questo Breda 2, completamente diverso dal Breda 1 del girone d’andata, oltre che agli ottimi innesti di Magnani, Gustafson, ieri un po’ sottotono rispetto al solito e Diamanti, attuati da Robero Goretti in sede di mercato di riparazione.

Ma una parola in più la vogliamo spendere per Mustacchio, giocatore trasformato in questo suo nuovo ruolo di tornante di fascia destra.

Ieri ha corso per tutta la gara avanti e indietro, un autentico stantuffo, ha preso botte, si è sacrificato limitando il suo ex compagno di squadra Mammarella, il più temibile della Pro, dimostrando ancora una volta quanto sia importante per il 3-5-2 brediano che tante soddisfazioni e tanti punti sta trovando nel suo cammino.

Ora, alle viste, c’è un’altra insidiosa trasferta, quella di lunedì sera nel posticipo di Avellino, dove il Grifo troverà una squadra in grosse difficoltà di classifica dopo le due sconfitte casalinghe consecutive contro Parma e Bari che hanno determinato l’esonero di Walter Novellino e l’arrivo di Foscarini sulla panchina irpina.

Ma proprio dalla consueta reazione determinata dal cambio tecnico si dovranno guardare i grifoni nella gara del “Partenio-Lombardi”. Perchè vincere anche ad Avellino sarebbe il viatico migliore per iniziare la decisiva volata finale di nove gare che ci separano dal termine della regular season” di metà Maggio.

Danilo Tedeschini