Dopo il Cesena sparisce anche il Bari

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Dopo il Cesena sparisce anche il Bari. La cordata anglo-barese si è tirata fuori per assenza di tempo e per una situazione debitoria più grave del previsto

Dopo il Cesena sparisce anche il Bari. La cordata anglo-barese si è tirata fuori per assenza di tempo e per una situazione debitoria più grave del previsto

 

E’ finita. Il calcio professionistico a Bari chiude i battenti dopo 110 anni, l’ultimo spiraglio si è chiuso alle 15,35 del 16 luglio 2018, ultimo giorno utile per perfezionare l’iscrizione al campionato di serie B.

Una iscrizione che sarebbe stata la conseguenza immediata di una ricapitalizzazione mai avvenuta, o avvenuta solo in parte. Servivano 4,5 mln di euro per mettere in salvo la società, la attuale proprietà era riuscita a ripianare solo per 1,5 mln lasciando sul mercato quote pari al 70% del capitale totale.

Il Sindaco della città, Antonio Decaro, era diventato il mediatore nella ricerca di nuovi investitori. Una situazione debitoria grave (intorno ai 18 mln) era tenuta falsamente sotto controllo dalla proprietà, questo atteggiamento purtroppo riduceva a tre i giorni utili per la cessione delle quote inoptate.

Non c’era spazio per una “due diligence” dovuta d’ufficio ai possibili investitori per l’analisi corretta del rischio. A questo si aggiungeva una assenza di dati economici successivi al 31 marzo 2018, (il bilancio ufficiale è fermo a quella data).

L’ultima speranza era una cordata anglo-barese individuata proprio dal Primo Cittadino. Andrea Radrizzani e Ferdinando Napoli, il primo proprietario del Leeds United e cofondatore di MP&Silva ed il secondo affermato imprenditore locale, davano qualche speranza alla tifoseria biancorossa.

Come detto alle 15,35 del 16 luglio la cordata metteva fine alla trattativa per la ristrettezza dei tempi necessari alle operazioni bancarie ed una incompleta analisi del rischio.

Bari o “La Bari”, come viene chiamata dai suoi tifosi, riparte dalla serie D vista la “capienza” della piazza, piuttosto che dall’Eccellenza come previsto dai regolamenti federali.

La speranza ultima, con il titolo sportivo che dovrebbe a questo punto passare nelle mani del Sindaco, è conseguenza della grave crisi di iscrizioni in serie C. Una crisi che potrebbe consentire alla “nuova società” di essere promossa d’ufficio in serie C per il blasone e l’importanza della piazza.

Angelo Pagano