Grifo: maledetto Aprile

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Grifo: maledetto Aprile. Il pareggio di Ascoli ha confermato il brutto trend intrapreso da Avellino. Media di un punto a gara, tra limiti caratteriali e un po' di 'fiatone'

Grifo: maledetto Aprile. Il pareggio di Ascoli ha confermato il brutto trend intrapreso da Avellino. Media di un punto a gara, tra limiti caratteriali e un po’ di ‘fiatone’

 

L’antico detto che recita “Chi troppo in alto sale cade sovente precipitevolissimevolmente” sembra  adattissimo a descrivere quanto successo al Perugia in questo nefasto mese di Aprile, iniziato con il Perugia quarto in classifica al culmine della sua grande rimonta dopo la vittoria casalinga di misura  contro la Cremonese.

Ma come un pesce d’Aprile di cattivo gusto sono poi arrivate cinque gare  consecutive giocate male, nelle quali il Perugia è riuscito a portare a casa soltanto cinque punti, ad una media di un punto a gara addirittura peggiore di quella delle prime dieci gare con Breda allenatore, quelle del girone d’andata nelle quali i grifoni misero insieme la miseria di undici punti,  alla media di 1,1 punto a partita.

Aprile è iniziato con la netta sconfitta di Avellino, subito giustificata da molti con la scusa del cambio sulla panchina irpina, con il subentrato Foscarini che aveva rivitalizzato la squadra biancoverde. La storia del campionato ha invece subito smontato questa tesi visto che l’Avellino, nelle successive quattro gare, ha totalizzato solo due punti scivolando in zona playout.

Poi c’è stato il sudatissimo pareggio casalingo, raggiunto solo a pochi minuti dal termine, nello scontro diretto contro il Venezia, squadra che in campo aveva mostrato di essere molto più in palla dei grifoni, come confermato anche dalle gare successive dei lagunari.

E’ poi arrivato il risicato successo in casa del Carpi, squadra con il peggior attacco della B, andata comunque vicina nel finale alla clamorosa rimonta di due reti.

Rimonta, invece, purtroppo realizzata in pieno dalla Ternana nel derby di domenica scorsa. E anche lì “gli avvocati difensori” pontificarono che la Ternana era la squadra del momento, che con Di Canio aveva tutto un altro passo. Ma sono  bastati solo sei giorni  per sgonfiare questa tesi.

La clamorosa batosta interna subita dalle fere per mano di un modesto Pescara, squadra che non vinceva fuori casa da oltre tre mesi, ha ricordato a tutti, se ce ne fosse stato bisogno, come il Perugia sia riuscito a perdere meritatamente un derby in casa dopo ventisette anni facendosi rimontare due gol di vantaggio dall’ultima in classifica.

Ieri, infine, il pareggio di Ascoli, che ha visto un Grifo “double face”, brutto nel primo tempo, discreto nella ripresa, rimontato per ben due volte dalla tecnicamente modesta squadra di Serse Cosmi, terzultima.

Ed ecco che nel giro di meno di un mese il Perugia è scivolato dalla quarta all’ottava posizione, l’ultima della zona nobile anche a causa degli scontri diretti negativi col Cittadella, insieme alla quale staziona, al momento, a quota cinquantotto.

E meno male che la pochezza delle altre concorrenti, la più vicina, il Foggia, è addirittura a sette punti, blinda praticamente la presenza dei grifoni quantomeno al preliminare dei playoff di una Serie B mai così modesta nei suoi protagonisti, Empoli a parte.

Al “Del Duca” è continuato il festival degli orrori difensivi, con la consueta uscita scellerata di Leali e quello di Pajac e di qualche altro compagno sul gol del secondo pari, subito neanche un minuto dopo la rete di Cerri.

Più che limiti fisici, ieri si sono notati quelli di concentrazione e di carattere.

Il cambio di modulo, che non ha assolutamente convinto nel primo tempo, ha dato dei miglioramenti nella ripresa con lo spostamento di Diamanti, apparso abulico e fuori dal meccanismo nella prima frazione, più decentrato sulla destra ma anche perchè l’Ascoli, che nel primo tempo aveva corso tantissimo per sopperire all’evidente gap tecnico col Perugia, aveva evidentemente finito la benzina.

Inutile poi accampare la scusa delle assenze di Bandinelli e Dellafiore, perchè allora bisognerebbe sottolineare come l’Ascoli fosse privo per infortuni del centravanti titolare Favilli, del difensore più esperto, Mengoni, capitano dei bianconeri, del centrocampista Bianchi e, per squalifica, del faro del centrocampo Buzzegoli.

Evidentemente il Perugia sta pagando la straordinaria rimonta delle prime dodici gare del girone di ritorno, qualche errore dell’allenatore e anche della società, costretta ogni anno a riparare a Gennaio agli errori fatti in partenza.

Martedì si torna subito in campo, al “Curi, contro una Salernitana praticamente salva. Inutile dire che la vittoria è un obbligo visto che bisogna assolutamente provare a risalire la classifica.

Perchè andare da ottavi o settimi al preliminare in partita unica con l’obbligo della vittoria, presumibilmente a Bari o a Venezia, se non addirittura a Frosinone, significherebbe avere non molte possibilità di accedere ai veri playoff.

Danilo Tedeschini