Grifo: speranze ridotte al lumicino

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Falasco riceve la corte di Berlusconi

Grifo: speranze ridotte al lumicino. Il k.o. di Foggia complica terribilmente la strada verso i play-off. Eppure per sognare non servirebbe la “luna”, il Lecce ne è l’esempio

 

L’amarissima sconfitta di Foggia, arrivata dopo uno dei primi tempi più belli giocati dal Perugia in questa stagione e che riduce al lumicino le speranze dei grifoni di poter centrare il preliminare, è un po’ lo specchio di tutto campionato giocato da Verre e compagni.

Una squadra, il Perugia, che ha un’impronta di gioco notevole, regalatale dopo poche giornate dal prezioso lavoro del bravo mister Alessandro Nesta eche anche allo “Zaccheria” è stata apprezzata, ma che allo stesso tempo ha sempre denotato delle carenze di organico notevoli che hanno pesantemente condizionato il cammino del Perugia per tutto il campionato e, chiaramente, determinato anche la sconfitta di ieri sera.

Non è a Foggia che abbiamo scoperto di non avere dei terzini sinistri all’altezza ma anche allo “Zaccheria” la prova contromano di Mazzocchi, sostituito giustamente nell’intervallo, è risultata deleteria e anche quella del suo sostituto Falasco si è rivelata insufficente.

E anche a Foggia, come in tutto il torneo, si è avvertita la penalizzante mancanza di uno stoccatore in grado di finalizzare il grande lavoro dei compagni di squadra e il fatto che dei i quattro attaccanti del Perugia nessuno sia in doppia cifra e che abbiano totalizzato complessivamente solo ventidue gol, solo una rete in più di quelle di Coda del Benevento, tanto per fare un esempio, la dice lunga sul perchè, ad una giornata dalla fine del torneo, il Grifo sia decimo in classifica.

Se ci aggiungiamo poi i continui errori dei centrali di difesa, una volta di Gyomber, un’altra di El Yamiq, un’altra ancora di Cremonesi e a Foggia, come due partite fa a Spezia, del giovane Sgarbi, il quadro negativo è completato.

Queste carenze strutturali, da noi evidenziate fin dall’inizio del torneo, sono la causa di questa, al momento, deludente, classifica dei grifoni, che vedrebbe il Perugia fuori dai preliminari anche in caso di successo, tutt’altro che facile, nella gara interna di sabato contro la Cremonese se non sarà accompagnato da un’ancora più difficile sconfitta casalinga del Verona con il Foggia.

Le due squadre, infatti, potrebbero tranquillamente raggiungere i propri obiettivi, preliminare per il Verona, playout per il Foggia, con un salomonico pareggio, a meno che, per quanto riguarda il Verona, la Cremonese non vincesse a Perugia, ma in quel caso il Perugia sarebbe comunque eliminato o, per quanto riguarda il Foggia, contemporaneamente, il Venezia vincesse a Carpi, il Livorno non perdesse a Padova e la Salernitana non perdesse a Pescara.

Un’unica, difficilissima possibiltà rimasta, quindi, al Perugia per poter centrare, non certo la promozione in Serie A, ma quel tutt’altro che eccezionale ottavo posto, che comporterebbe un difficilissimo preliminare in trasferta con l’obbligo assoluto di andare a cogliere una vittoria, almeno dopo gli eventuali supplementari.

Come abbiamo sempre sostenuto le responsabilità più evidenti vanno attribuite alla società che ha regalato a Nesta una rosa con le carenze strutturali apparse evidenti fin dall’estate, carenze colpevolmente non corrette nel mercato di riparazione.

A chi continua a parlare di “annozero” ricordiamo che è da cinque anni che il Perugia riparte sempre con una rosa molto cambiata rispetto all’anno precedente e con un allenatore nuovo ad ogni stagione, be sei, addirittura, nei cinque campionati di B.

E comunque, anche stravolgendo la rosa, ma magari dando massima fiducia al proprio allenatore in sede di mercato, ci sono squadre che riescono a disputare campionati all’avanguardia.

Prendiamo il Lecce di Mister Liverani, grandisssimo allenatore, a Lecce dallo scorso anno dove ha portato trionfalmente in B la formazione salentina.

Ebbene, il Presidente del Lecce quest’anno ha smantellato la rosa, cambiando ben sedici giocatori di quella dello scorso anno (i nuovi titolari sono ben nove su undici, con i soli Tabanelli e Mancosu stabilmente nella formazione iniziale) ma il Lecce, a differenza del Perugia, si appresta ad andare sabato in Serie A.

Sapete cos’è che ha fatto la differenza con la rivoluzione attuata da Santopadre? Che Liverani ha potuto richiedere ben quattro titolari che lui conosceva benissimo, tre, Meccariello, Petriccione e Palombi, per averli avuti alla Ternana e il quarto, Tachtsidis, espressamente richiesto da lui a Gennaio, come, anche per i vari Lucioni e La Mantia c’è stato il suo assenso.

Parliamo, tra l’altro di giocatori non costosi, Petriccione svincolato, Meccariello in prestito dal Brescia, Palombi in prestito dalla Lazio, Tachtsidis in prestito dal Nottingham, La Mantia, acquistato dall’Entella in cambio di Caturano e Lucioni preso gratis dal Benevento.

Questo a Perugia non succede visto che Santopadre ha sempre affermato che i giocatori li sceglie la società e che gli allenatori li devono allenare, con le pochissime eccezioni di Bonaiuto e Imparato richiesti da Bucchi.

Fino a quando la società continuerà su questo modus operandi, difficilmente il Perugia potrà aspirare, non diciamo alla promozione diretta, ma quantomeno a disputare i playoff con ottime possibilità, il terzo posto, tanto per intenderci.

Danilo Tedeschini