Il peso di Ardemagni sul Grifo

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Nel mercato estivo di questa stagione, è voluto fortemente rimanere a Perugia e la società ha deciso di puntare fortemente sulle sue doti fisiche e tecniche da prima punta: Matteo Ardemagni, classe ’87, che già era arrivato in prestito al Perugia via Atalanta da gennaio 2015, era considerato uno dei pilastri sul quale rifondare la squadra guidata da mister Bisoli. Nella seconda metà del campionato di serie B 2014/2015, il ragazzo veniva schierato da parte di mister Camplone con un partner d’attacco, che il più delle volte è stato Diego Falcinelli; Ardemagni ha subito trovato grande accoglienza da parte del popolo perugino, che ha ripagato con 6 gol in 19 presenze con la maglia biancorossa. Se la matematica non è un’opinione, l’attaccante, pur mostrando alcuni limiti tecnici, ha totalizzato una media di 0,3 gol a partita. Ardemagni ha dimostrato di sapersi adattare molto bene al 3-5-2 con Falcinelli o Fabinho a supporto, evidenziando una buona freddezza sotto porta ed una grande capacità di buttarsi su tutti i palloni provenienti da cross sulle corsie esterne. Autore anche di alcuni assist, aveva da subito mostrato caratteristiche da attaccante d’area “vecchio stile”: staticità, provvidenzialità e grandi doti carismatiche. Ecco, forse una delle carenze del bomber milanese è proprio lo scatto e la rapidità con palla al piede, che spesso risultano fondamentali nel calcio moderno. Ma poco importa: dopo i play-off persi con il Pescara, ha subito ribadito la volontà di rimanere a Perugia. Così, ad inizio luglio 2015, viene ufficializzato il rinnovo del prestito del suo cartellino. Nelle amichevoli estive ha siglato svariati gol ed ha evidenziato un’ottima condizione fisica; la doppietta in Coppa Italia contro la Reggiana è stato un buon viatico per iniziare una nuova avventura con una squadra in gran parte rinnovata e con un allenatore dalla filosofia calcistica diversa rispetto al suo predecessore. Bisoli lo usa come terminale offensivo del 4-2-3-1, con alle spalle nel ruolo di trequartista, prima Di Carmine e poi Lanzafame. Sigla il gol del raddoppio contro il Como già nella prima giornata, ma il modulo adottato dal tecnico romagnolo ha da subito evidenziato il fatto che “Arde”, come molti lo chiamano, trova difficoltà a fare reparto da solo e a raccogliere palloni provenienti il più delle volte da rinvii della difesa o del centrocampo. L’impegno è innegabile, ma più passano le giornate e più non riesce a trovare la via della rete. Le difficoltà generali di tutta la rosa ed alcune sue prestazioni poco brillanti, lo hanno portato a tante sostituzioni. Il gol a Salerno, su imbeccata dal fondo da parte di Parigini, dimostra però, come anche con una palla ben crossata e tesa verso l’area di rigore, lui abbia un grande senso del gol. In mezzo la rete su rigore nel derby d’andata contro la Ternana, che regala la vittoria al Perugia e nuova fiducia ed attestati di stima da parte di Bisoli e di tutta la tifoseria perugina. A novembre, Bisoli, a fronte di risultati per lo più negativi, opta per il cambio radicale di modulo: si passa al 4-3-3. Con questa soluzione tattica Di Carmine viene spesso schierato titolare come punta centrale, mettendo a segno un paio di reti fondamentali; tanta panchina e poco minutaggio per Ardemagni che, arrivati a Gennaio, sembra quasi essere ai margini della rosa e sul piede di partenza. Nonostante tutto, al termine della sessione invernale di mercato, a lasciare Perugia è Samuel Di Carmine, con Ardemagni che rimane e si ritrova a dover battagliare per una maglia da titolare con il nuovo arrivato Rolando Bianchi, uno che di gol se ne intende. Forse, l’arrivo di Bianchi e i tanti infortuni occorsi ad alcuni interpreti fondamentali del 4-3-3 “bisoliano”, ridanno al ragazzo nuovi stimoli e una nuova voglia di rivalsa per mostrare di che pasta è realmente fatto. Tra alti e bassi per quanto riguarda i risultati e l’infortunio alla caviglia che tiene fuori Bianchi per più di un mese, si ritrova a recitare ancora una volta un ruolo da protagonista, siglando anche una doppietta contro il Latina che risolleva il Grifo dalle paludi dei play-out. Le tanti voci sul suo conto e le numerose critiche a lui rivolte, non lo hanno scoraggiato. La grinta è il suo cavallo di battaglia e la rabbia per lo sfortunato pareggio nell’ultimo match a Brescia, dove è stato autore di una prova superlativa con tanto di doppietta, testimoniano il suo attaccamento alla causa della squadra. A sette partite dal termine di questo campionato per certi versi “tribolato”, Matteo Ardemagni conta 31 presenze totali e 13 marcature, con una media di 0,4 gol a partita, migliorando momentaneamente il ruolino di marcia della passata stagione. Da rimarcare anche il fatto che, quando lui ha segnato almeno un gol in un match, il Perugia ha perso solamente una volta, ovvero nella trasferta di Cesena, finita 2-1 per i padroni di casa. Ardemagni può piacere o meno, sia a livello caratteriale che a livello tecnico e tattico, ma bisogna anche dire che, tra le varie difficoltà citate, ne è uscito sempre con il sangue agli occhi e con la consapevolezza di chi ha veramente dato tutto, anche nelle giornate più buie. Insomma, anche se non siamo al cospetto di un “Higuain” di turno, alle volte è giusto “dare a Cesare quel che è di Cesare”.

Nicolò Brillo