Kouan: “Mi alleno sotto casa, la gente va in terrazza per guardarmi”

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Kouan: “Mi alleno sotto casa, la gente va in terrazza per guardarmi”. L’ivoriano del Perugia: “La prima volta in prima squadra me la sono fatta addosso, a Salerno ho stretto i denti nonostante l’infortunio”

 

C’è tutta la spontaneità del giovanissimo centrocampista del Perugia Christian Kouan nelle parole con cui racconta le sue giornate in quarantena.

“Mi alleno tutti i giorni, anche con la palla, sotto casa. Lì c’è un cartello con scritto che non si può giocare a pallone, ma i vicini sono comprensivi e, anzi, escono tutti sui terrazzi per guardarmi”.

Stamattina era uscito per fare la spesa, poi ha cucinato. Non ne era capace, prima, ma da quando è iniziata la quarantena, si collega con la mamma in videochiamata e si fa spiegare le ricette.

Kouan racconta poi il suo approdo al Grifo.

“È stato un momento particolare, anche delicato. Mio zio mi disse che con la Roma (che lo cercava assieme a Nizza e Perugia, ndr) avrei giocato solo in Primavera, visto che il tecnico dell’epoca, Spalletti, non era propenso a schierare i giovani in prima squadra”.

A Perugia Christian aveva fatto il provino con Bucchi, aveva un buon ricordo e aveva anche prospettive di poter entrare nel giro della prima squadra, affidata a inizio stagione a Federico Giunti. Però, quando, a luglio 2017, Kouan arriva in Umbria, viene spedito in Primavera, perché la prima squadra era già partita per il ritiro.

“Ci rimasi male, ma a Pizzimenti dissi che, tempo sei mesi e sarei stato in prima squadra”.

Christian si mette in evidenza con la Primavera, dove gioca da mezzala votata alla corsa e agli inserimenti. Un giorno lo viene a vedere anche il subentrato tecnico della prima squadra Roberto Breda, che lo chiama per allenarsi con la prima squadra.

La prima convocazione è contro l’Empoli, a fine anno, poi l’esordio bagnato con gol alla ripresa dopo la sosta invernale contro la Virtus Entella. Christian ripercorre i minuti prima di quella gara che giocò da titolare.

“Me la sono fatta addosso e ho chiesto a Breda se si era sbagliato. Poi ho parlato con l’allenatore della Primavera, che allora era Luciano Mancini. Vinsi il primo contrasto con Crimi e presi coraggio. I tifosi mi hanno dato la carica, è arrivato il gol dell’1-0 con una mia rete e subito sono andato ad abbracciare il mister. Io darò sempre tutto per il Grifo, fino all’ultima goccia di sudore, Perugia è come una famiglia per me”.

Sono però poi arrivati anche momenti meno felici, come l’infortunio di Salerno in questa stagione. Christian subì un trauma al piede a 10 minuti dalla fine, ma restò in campo lo stesso.

“Eravamo sotto di un gol. Erano entrati due attaccanti, Buonaiuto e Melchiorri, per cercare di recuperare il risultato. I cambi erano finiti e, se fossi uscito, saremmo rimasti in dieci e sarebbe mancato un apporto alla fase difensiva. Così ho stretto i denti e son rimasto in campo fino alla fine”.

Ma, per lui che è un evangelico, tutto ha un senso alla luce della fede.

“La fede aiuta a non mollare mai, a pregare sempre, prima di scendere in campo e quando ci entri. E mi è servita anche per superare l’infortunio”.

Il cambio di allenatore, da Oddo a Cosmi, lo ha appreso da alcuni messaggi dei compagni.

“Io sto qui per imparare e, se la società ha deciso così, va bene. Cosmi è uno che insiste anche in allenamento che dobbiamo dare tutto per la maglia. Il primo discorso che ci ha fatto è stato che lui vuole andare in serie A. Questo è un segnale chiaro per farci capire che bisogna dare tutto. Nel ritiro di Cascia ci siamo conosciuti meglio e abbiamo capito bene cosa vuole il mister”.

E per l’immediato futuro ha le idee molto chiare, chiaramente coronavirus permettendo…

“Voglio segnare ancora sotto la curva Nord, che ci aiuta e ci dà sempre molto”.

Si ringrazia per la preziosa collaborazione Tifogrifo.com