La partita vista dal tifoso: Brescia-Perugia

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Cosa rimane se non rabbia e delusione dopo una partita dove dal doppio vantaggio vieni riacciuffato a tempo praticamente scaduto? Per qualsiasi tifoso, una partita del genere porterebbe solo tanto rammarico e frustrazione. E noi che veniamo da quel famoso 2 giugno 2013, dove fummo rimontati praticamente al 90esimo dal Pisa e venimmo rocambolescamente eliminati dai play-off per la serie B, sappiamo meglio di ogni altro tifoso di qualsiasi altra squadra cosa significa essere riacciuffati allo scadere. Brescia-Perugia sembra riassumere perfettamente l’andamento dell’attuale campionato a sette giornate dalla fine.

You’ll never walk alone Non è certo un momento esaltante per i colori biancorossi, ma questo non importa per i circa 100 tifosi che si sono sobbarcati una trasferta oceanica in un giorno feriale. L’inno del Liverpool, tradotto in italiano, recita proprio queste parole: “Tu non camminerai mai solo”. Forse non saremo uno squadrone super-titolato come il Liverpool, ma i tifosi perugini, quelli veri, quelli che non si fermano davanti alle polemiche e a stucchevoli chiacchiericci che vanno avanti da inizio stagione, sono degni di palcoscenici ben più elevati.

Inizio a cannone Alzi la mano chi avesse immaginato un Perugia con il turbo sin dai primi minuti; Aguirre e Guberti imperversano sul fronte d’attacco. Ardemagni sembra incarnare perfettamente quello spirito di rabbia e di rivalsa che molti tifosi non avevano visto nell’ultima partita contro l’Ascoli. Ripartire senza guardare al passato, questo l’imperativo dettato alla squadra e al mister. La doppietta di Ardemagni sembra ridare fiducia ad un ambiente apparentemente depresso ed annoiato dopo le ultime due partite casalinghe. Il settore ospiti è in delirio ed i bar della zona perugina che trasmettono la partita diventano sempre più “confusionari” ed animati. “Questa sera è un’altra storia”, pensa dentro di sè qualcuno, sperando di ripetere i successi quasi impossibili in terra nemica ottenuti a Crotone, Cagliari e Lanciano.

Il ritorno sulla “Terra” Proprio in questo clima di festa arriva il primo campanello d’allarme: Rosati va completamente a vuoto su un’uscita in presa alta e il Brescia accorcia a pochi minuti dalla fine del primo tempo. Ma l’ironia ne fa da padrona: “Ta noialtri le cose semplici non ce danno gusto, ce piace sempre tribblà!”. Il secondo tempo trasforma totalmente il film della partita: i ragazzi di Bisoli sprecano alcuni contropiedi e vanno spesso in affano sotto i colpi di un Brescia rinvigorito. Le coronarie dei tifosi vengono messe a dura prova, ma allo scoccare dell’ultimo minuto di recupero accade ciò che tutti temevano e scongiuravano.

Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco A volte non basta l’impegno e la dedizione in tutti i 90 minuti, sia da parte della squadra nel giocare con grinta, sia da parte dei tifosi biancorossi presenti al “Rigamonti” nel cantare e tifare a squarciagola. Il buon vecchio “Trap” la sapeva lunga quando coniò l’ormai celeberrimo detto “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”; a tempo scaduto, su corner, arriva il pareggio delle rondinelle. Non c’è più tempo nemmeno per tentare un ultimo assalto. L’arbitro decreta la fine del match. Un vero colpo al cuore per il tifoso del Perugia, a partire dal ragazzino fino ad arrivare all’anziano che magari ha visto la partita in TV ed ha “sofferto” fino alla fine. Il calcio è spesso ingiusto e spietato, ma Ardemagni, autore di una prova da trascinatore, non la manda giù e si  strappa letteralmente dal petto la maglia numero 9 dalla rabbia. Questa immagine riassume l’intera serata.

LA RABBIA DI ARDEMAGNI

Nicolò Brillo