La partita vista dal tifoso: Perugia – Pro Vercelli

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Inizia e finisce ogni storia, ma questa storia è priva di un lieto fine. Ci si sarebbe aspettati almeno una prova d’orgoglio da parte della squadra; una vittoria nell’ultima gara casalinga della stagione poteva essere un piccolo e modesto viatico per omaggiare il popolo biancorosso, che sempre ha seguito i Grifoni in ogni dove. Così non è stato: il tifoso è costretto a subire la sesta sconfitta nella propria “casa”, il “Renato Curi”. Ma andiamo per gradi e raccontiamo la serata di venerdì in ordine cronologico.

Vecchie glorie e “nasi rossi” Forse sono le uniche note positive della serata. Prima del fischio iniziale della partita fra Perugia e Pro Vercelli, sotto la Nord sfilano i nasi rossi dell’associazione V.i.p. (vivere in positivo): si tratta di un’associazione di clown di corsia che giornalmente cercano di portare un sorriso negli ospedali pediatrici dove bambini di tenera età vengono sfortunatamente chiamati a giocare una “partita” che vale la vita. Nello specifico, i nasi rossi erano presenti sul rettangolo verde per promuovere la “12esima giornata nazionale del naso rosso”, in programma il 22 maggio; per l’occasione, nel centro storico di Perugia, i clown di corsia intratterranno la gente ed i bambini con tanti giochi e sorprese. In fondo, quando vedi l’orgoglio e la passione che mettono questi ragazzi in questa loro nobile causa, ti fermi a riflettere su quanto sia stupido arrabbiarsi per la propria squadra del cuore quando va male, consapevoli che i mali della nostra esistenza sono ben altri. La passerella sotto la Nord non finisce quà: cinque indimenticati ex Grifoni, passati a Pian di Massiano per recapitare le loro magliette da gara per arricchire il museo del Perugia, sono sfilati sotto la curva tra applausi e “selfie” di rito. Chi sono questi grandi ex? Fabrizio Ravanelli, Graziano Vinti, Fabrizio Nofri, Milan Rapajc ed un certo Alessandro Calori. Tanta roba per i tifosi un po’ più “stagionati” che hanno avuto l’onore ed il privilegio di ammirare le gesta di questi piccoli grandi eroi.

La partita Cosa dire della partita? Siamo arrivati a fine anno senza un obbiettivo, in un limbo che non ci permette di sognare e (fortunatamente) nemmeno di tremare per lo spareggio play-out. Sono ormai cinque anni consecutivi che il popolo biancorosso è abituato ad arrivare a fine stagione lottando per una promozione; nel 2011 vincemmo la serie D, nel 2012 la C2, nel 2013 perdemmo lo spareggio col Pisa, nel 2014 trionfammo contro il Frosinone ed ottenemmo dopo 9 anni la promozione in serie B e l’anno scorso perdemmo il play-off per la serie A contro il Pescara. Insomma, negli ultimi anni abbiamo vissuto emozioni di ogni tipo, ma non avevamo mai sperimentato questo senso di rabbia, dispiacere ed apatia. Brutto arrivare alla fine e vedere altre squadre festeggiare o comunque lottare per un obbiettivo. La Nord rimane sempre il cuore pulsante del tifo, ma contro la Pro Vercelli, osservando da una parte e dall’altra, scopri un mondo diverso: alcuni dei tuoi fedeli amici dello stadio non sono nemmeno venuti, mentre quelli presenti, pur cantando fino al 90esimo, hanno un senso di malinconia stampato nel volto. Tutti sono ormai rassegnati a questo triste epilogo finale che alla fine si materializza in una nuova sconfitta. I piemontesi, dopo una gara non proprio esaltante dei biancorossi, trovano il sorpasso nei minuti di recupero; sesta sconfitta casalinga in una sola stagione. Molti sono convinti che la partita è stata “regalata” alla Pro Vercelli perché aveva assolutamente bisogno di punti salvezza, mentre altri abbandonano delusi gli spalti dopo una stagione senza infamia e senza lode.

“Perugia siamo noi” Mai come quest’anno, il tifo biancorosso si è  dimostrato spaccato e disunito; purtroppo bisogna dirlo. Sostenere il contrario sarebbe da ipocriti. La squadra passa sotto la Nord per infilarsi negli spogliatoi: alcuni tifosi ne hanno per tutti (giocatori ed allenatore), altri invece cantano e battono le mani al ritmo di “Perugia siamo noi, solo noi”. L’insoddisfazione regna sovrana, ma questo fa parte del calcio. Ora, a una partita dalla fine definitiva di questo campionato, occorre resettare tutto e ripartire con l’entusiasmo di un paio di annate fa. C’è la voglia di essere protagonisti già dal prossimo anno, c’è la voglia di rivivere sentimenti di unione e fratellanza che sembrano essere lontani anni luce, c’è voglia di rivedere tanti bambini e famiglie sugli spalti che gioiscono insieme agli anziani che hanno vissuto l’epoca del “Santa Giuliana” e ai ragazzi più giovani che quest’anno hanno abbandonato il Curi già dall’inizio del campionato o a campionato in corso. Perugia vuole il suo sogno, Perugia vuole rivivere giornate lontane quasi 20 anni fa… A buoni intenditor, poche parole.

Nicolò Brillo