La solita tattica rinunciataria: il Perugia perde altri punti “play-off”

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Quando per oltre mezzora ti rinchiudi nella propria metà campo, rinunciando praticamente alla fase offensiva, prima o poi il gol lo prendi. E’ questo il succo del pareggio di Mompiano col Brescia, un pareggio che ha il retrogusto amaro della sconfitta visto che ai grifoni, per rimanere attaccati alla speranza dei play-off, occorreva il successo pieno, complici anche i risultati positivi di tutte le squadre che li precedono in graduatoria. Il Perugia, infatti, a sette giornate dalla fine, dopo questo pareggio resta undicesimo, con il distacco dalle due ottave di turno, questa settimana Novara ed Entella, aumentato a sette punti in virtù dei peggiori scontri diretti che, oltretutto, al momento (manca solo il ritorno con Bari e Novara ma con la squadra di Camplone si dovrebbe vincere al “Curi” con due gol di scarto e, comunque, attualmente ha un vantaggio sulla formazione di Bisoli di ben nove punti, mentre in Piemonte si dovrebbe vincere addirittura con quattro gol di scarto) penalizzano i grifoni anche con tutte le altre cinque formazioni presenti all’interno della griglia play-off. Gran parte del secondo tempo dei grifoni al “Rigamonti” è stato sconcertante, con la squadra schiacciata nella propria metà campo, a difesa di quel gol di vantaggio, rinunciando a qualsiasi velleità offensiva, complice le discutibilissime scelte del tecnico, in particolare la sostituzione, come accaduto anche a Cesena, di un attaccante veloce ed in grado di ribaltare l’azione come Aguirre, determinante in occasione della prima rete di Ardemagni, soprattutto contro difese lente e poco organizzate come quelle delle squadre allenate da Boscaglia, per far posto ad un centrocampista di interdizione come Rizzo. C’è poi anche da capire come mai, nel concitatissimo finale, Bisoli non abbia effettuato la terza sostituzione, in modo da spezzare la manovra offensiva delle rondinelle. Se aggiungiamo poi che Rosati, che evidentemente non sta attraversando un buon periodo di forma, ha regalato a Caracciolo il primo gol con un’uscita a farfalle e che anche l’arbitro Abbattista ci ha messo un po’ del suo facendo battere al Brescia, a tempo scaduto da otto secondi, il calcio d’angolo dal quale è scaturito il pareggio di Calabresi, ecco spiegata la “frittata” che riduce al lumicino, ammesso che ce ne siano ancora, le speranze play-off dei grifoni. Ci siamo soffermati sul difensivismo bisoliano ad oltranza del secondo tempo ma non è che il primo sia stato giocato alla maniera del Barcellona, anzi. Un Perugia guardingo, quello della prima frazione, ma quanto meno molto bravo a sfruttare le ripartenze negli ampi spazi lasciati dalla squinternata difesa delle rondinelle. Ci ha poi pensato Matteo Ardemagni a monetizzare con due gol da grande centravanti, il primo dopo una volata alla Mennea di Aguirre e l’altro addirittura direttamente su un rinvio lungo di Rosati, azione che la dice lunga sul credo calcistico bisoliano.  Già, Matteo Ardemagni, alla diciassettesima rete nel Perugia, solo tre su rigore, in poco più di una stagione, undici reti in ventinove partite quest’anno, delle quali quasi la metà, tredici, fatte di spezzoni (otto subentri e cinque volte sostituito) e chissà quante ne avrebbe potute fare se la squadra avesse giocato il campionato in maniera offensiva. Chissà cosa diranno ora i suoi affezionati critici, alcuni dei quali sono gli stessi che, al contrario, difendono a spada tratta l’operato del tecnico e che settimanalmente borbottano e lanciano fischi dalle scalee del “Curi” all’indirizzo del buon Matteo, la cui “colpa”, evidentemente, è quella di essere l’unico capace di mettere il pallone dentro la porta avversaria con una certa frequenza. Intanto tra quattro giorni si torna in campo si torna in campo contro l’Avellino per una sorta di derby tra due deluse di quest’anno, protagoniste in positivo entrambe, invece, nella scorsa stagione, con la qualificazione ai play-off, sesti i grifoni e settimi i lupi, questi ultimi poi arrivati ad un passo dalla finale. Se non si vuole andare in vacanza un mese prima i tre punti contro l’Avellino sono d’obbligo, possibilmente accompagnati da un minimo di gioco offensivo decente. E’ chiedere troppo?

Danilo Tedeschini