Le “attenuanti non tengono”: serve un’inversione di rotta a livello tecnico

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Il punto conquistato al “Picchi” contro un Livorno che, è molto probabilmente con tutti e due i piedi in Lega Pro, ha sancito un’altra sentenza negativa per il Perugia di Bisoli. Oltre a quella di dover rinunciare matematicamente ai play-off: il girone di ritorno dei grifoni sarà peggiore o al massimo uguale a quello del girone d’andata, quando il Perugia chiuse con trenta punti. Sempre ammesso che Del Prete e compagni centrino l’en-plein nelle due partite rimanenti, quella casalinga di venerdì contro la Pro Vercelli (tutt’altro che facile visto che i piemontesi sono in piena lotta per non retrocedere) e nella trasferta di campionato il giovedì sera successivo a Vicenza, i grifoni chiuderebbero a sessanta punti, uguagliando la quota di un girone d’andata non certo trascendentale, ma chiuso, comunque, al nono posto. Una o due posizioni, dipenderà dal risultato del posticipo tra Spezia e Brescia, sopra quella attuale. E d’altro canto non poteva essere altrimenti visto il catastrofico inizio del girone di ritorno, solo quattro punti in sette gare e il più che deludente settore finale, con sette punti nelle ultime sette partite, giocate in gran parte con il rientro di quasi tutti gli infortunati, a dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che non sono state le assenze a condizionare il campionato del Perugia anche perché, proprio nel periodo costellato dai tanti infortuni, quello centrale del girone di ritorno, i grifoni hanno centrato lo “score” migliore, non solo del girone di ritorno ma di tutto il campionato, conquistando ben dieci punti in cinque gare. Tornando alla gara di Livorno i grifoni, schierati dal tecnico di Porretta Terme con un insolito 4-2-4, hanno sofferto i labronici per un tempo e mezzo, andando sotto di una rete e affacciandosi raramente nell’area avversaria e avendo la fortuna di trovare il gol del pareggio al primo vero tiro nello specchio della porta avversaria, una punizione di Zapata colpevolmente corretta in porta dalle mani flaccide del portiere livornese Pinzoglio, dopo aver rischiato almeno in un paio di occasioni il gol del due a zero. Da lì in poi il Livorno ha accusato il colpo, riversandosi con poco costrutto alla ricerca del nuovo vantaggio e lasciando praterie per gli uomini di Bisoli, incapaci però di sferrare il colpo del ko definitivo, se si esclude un’occasione con Aguirre, ben deviata da Pinzoglio e dalla parte alta della traversa colpita nel finale, con una botta dalla distanza, da Zebli. Eppure proprio lo sfruttamento delle ripartenze in velocità a campo aperto dovevano essere la prerogativa principale della squadra di Bisoli, effettuate con successo soltanto nelle episodiche vittorie esterne contro le due squadre neopromosse, Cagliari e Crotone. Liquidare il tutto affermando che si è trattata di un’annata storta e che, comunque, la permanenza in Serie B è stata comunque conquistata in anticipo sarebbe superficiale e riduttivo rispetto agli obiettivi sbandierati ad inizio anno, ribaditi dopo il mercato di riparazione e dannoso per il futuro. L’auspicio è che la società, per il prossimo anno, punti su una guida tecnica che possa riprendere il solco redditizio e spettacolare tracciato da Camplone nelle ultime stagioni.

Danilo Tedeschini