Le partite storiche del Grifo: Flaminia – Perugia 0-1

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foto: Calciogrifo.it

Le partite storiche del Grifo: Flaminia – Perugia 0-1. A Cività Castellana un gol che ha cambiato la storia?

 

Di partite importanti passate alla storia, in Serie A il Perugia ne ha giocate molte ma a volte anche partite giocate in serie minori, come è successo al Perugia nell’anno della ripartenza dopo il secondo fallimento, quello di Covarelli, possono essere considerate storiche, perché hanno cambiato, come quel Flaminia Civita Castellana-Perugia che andiamo a raccontare, la storia di quel campionato e forse anche quello degli anni successivi del Perugia stesso.

Era la stagione 2010-2011 e il Perugia era reduce dal secondo fallimento in soli cinque anni della sua storia, quello del presidente Leonardo Covarelli.

Fu un estate travagliata, quella del 2010, con tante cordate, per lo più fasulle, interessate a rilevare il Perugia con la promessa di salvare la categoria, con il via vai a Palazzo dei Priori, con l’allora Sindaco Boccali impegnato nei colloqui con questi vari imprenditori che si concluse con la soluzione più logica, la ripartenza dalla Serie D, dai Dilettanti, con una nuova società sana, formata da un gruppo di imprenditori umbri capitanati da Roberto Damaschi giovane imprenditore nel campo della distribuzione dei prodotti petroliferi e della ristorazione, capaci di provare a riportare subito il Perugia nei professionisti, almeno in C2.

E Damaschi, con l’esperienza maturata come dirigente nel calcio dilettantistico umbro, ingaggiò subito il miglior Direttore Sportivo in circolazione, profondo conoscitore del calcio umbro e non solo, l’umbertidese Alvaro Arcipreti.

La scelta sul tecnico cadde, invece su Pierfrancesco Battistini, romano, ma aretino d’adozione e di residenza dopo aver indossato da centravanti la maglia amaranto, vincendo il campionato di D con Serse Cosmi in panchina e messo su famiglia nella città del Petrarca. Battistini veniva da due ottime stagioni in D con il Sansepolcro.

Nel frattempo si era unito alla compagine dirigenziale, come socio forte di minoranza, Franco Fedeli, imprenditore umbro di Cascia ma romano di residenza dove gestisce un’importante catena di supermercati.

Fedeli, vulcanico imprenditore con la passione del calcio, era una specie di dirigente itinerante visti i suoi trascorsi dirigenziali nella Ternana, nell’Arezzo e nell’Ancona.

Damaschi e Arcipreti regalarono una buona squadra a Battistini, con una rosa che comprendeva giocatori esperti e che avevano militato in Serie superiori come il portiere Ripa, Roberto Goretti, una carriera tra A e B, quell’anno inventato centrale difensivo da Battistini, Mocarelli, unico giocatore rimasto del vecchio Perugia di Covarelli, il centrocampista Borgese e gli attaccanti Corallo e Bartolini.

Il tutto condito con giovani fuoriquota molto bravi come i terzini Zanchi e Pupeschi, il secondo portiere Riommi, spesso utilizzato da titolare e il centrocampista Fiordiani.

La partenza del Perugia, non fu da “corazzata” come volevano i pronostici.

Un pareggio sofferto per due a due a Sansepolcro, un altro per uno a uno in casa con lo Scandicci, la sofferta, prima vittoria di Città di Castello.

Il Perugia è imbattuto ma non convince sul piano del gioco quando arriva la prima sconfitta, per di più al “Curi”, contro il fanalino dei coda del campionato, il Monteriggioni.

Nel dopo gara Franco Fedeli, il socio di minoranza, è un fiume in piena e parla di squadra che non gioca a calcio e si intuisce chiaramente la sua scarsa fiducia del tecnico Battistini che, se decidesse lui, sarebbe certamente esonerato.

Ed invece, per fortuna del Grifo e di Battistini, a decidere è il presidente Damaschi che, spalleggiato dal D.S. Arcipreti, conferma la sua fiducia al tecnico spedendo però, in perfetto stile gaucciano, tutto il gruppo in ritiro in un albergo del Monte Peglia per ricaricare le batterie, conoscersi meglio, placare un po’ le polemiche del socio Fedeli, sempre più scomodo, e preparare al meglio la delicatissima e per certi versi decisiva trasferta di Cività Castellana contro il Flaminia, squadra coriacea che staziona nella parte medio alta della classifica.

I tifosi comprendono la delicatezza del momento e arrivano in massa anche nel piccolo stadio laziale dove il Perugia, che doveva ammazzare il campionato e che invece stentava, va a giocarsi il futuro suo e quello del suo tecnico nei novanta infuocati minuti contro il Flaminia.

Battistini schiera un 4-4-2 da battaglia, rinunciando all’estroso, ma fino ad allora poco incisivo, Frediani, (che nel girone di ritorno, però, diventerà l’indiscusso protagonista).

E il Perugia risponde in pieno alle sollecitazioni del suo allenatore disputando una partita gagliarda, finalmente all’altezza delle aspettative, prendendo da subito in mano il pallino del gioco, trascinata da una tifoseria numerosa e calorosa che aveva trasferito il “Curi” centotrenta chilometri più a sud (come accadrà in ogni stadio per tutta la stagione).

Il Grifo gioca bene e il Flaminia è costretto solo a difendersi, col portiere locale Assogna che fa il fenomeno su Corallo e Bartolini, con altre occasioni non concretizzate dagli avanti biancorossi.

Il primo tempo finisce a reti bianche ma la sensazione è che il Perugia nella ripresa farà sua la gara.

Purtroppo, però, il gol, nonostante gli sforzi della squadra, tarda ad arrivare.

Battistini cambia modulo, il 4-3-1-2, inserendo Fiordiani come trequartista al posto dell’altro giovanissimo Mariani. Bartolini, dopo una bella azione, spedisce di poco a lato la sua conclusione e la paura di non farcela comincia a serpeggiare nonostante la squadra si sia espressa, finalmente su buoni livelli di gioco.

Ma a sei minuti dal termine il gol scaccia-crisi, finalmente, arriva, grazie al nuovo entrato Fiordiani che lascia sul posto il suo avversario e pennella un perfetto traversone dalla fascia destra, con il carismatico centrale difensivo Cacioli, uno che dove va a giocare vince il campionato, che incorna di testa in rete facendo esplodere di gioia i quasi ottocento tifosi biancorossi arrivati al “Turiddu Madami” di Cività Castellana.

Gioia ripetutasi al fischio finale del signor Lorenzo Illuzzi, un arbitro che farà carriera.

Il Perugia tornò dalla trasferta laziale con i tre punti, con la consapevolezza di aver trovato il gioco, con una classifica che cominciava a sorridere e placò soprattutto le pericolose polemiche di Fedeli, riemerse periodicamente durante la stagione nonostante il primato indiscusso e con Battistini che poté continuare la sua avventura sulla panchina biancorossa.

Il tecnico vinse alla grande il campionato di D e bissò il successo l’anno successivo dominando la C2.

Due promozioni di seguito per lui, per il D.S. Arcipreti e per Roberto Damaschi che però a poche giornate dal termine della C2, a promozione ormai ipotecata, lasciò la presidenza a Massimiliano Santopadre che, ad inizio stagione, insieme a Gianni Moneti era subentrato a Fedeli come socio di minoranza.

A Civita Castellana, insomma, il campionato del Perugia era svoltato.

Vi immaginate, infatti, i lugubri scenari che si sarebbero potuti aprire nel caso il Perugia non avesse vinto?

Damaschi avrebbe probabilmente ceduto alle pressioni di Fedeli e avrebbe sollevato Battistini dall’incarico con la squadra, al centro delle infuocate polemiche e indietro in classifica, che forse non avrebbe vinto il campionato e chissà, non diciamo sarebbe ancora in D, ma, difficilmente, in B.

Ed è per questo che riteniamo meritevole di passare alla storia una partita di Serie D come quella di Cività Castellana perché, a nostro parere, cambiò, effettivamente, la storia del Perugia dell’ultimo decennio.

FLAMINIA CIVITA’ CASTELLANA-PERUGIA 0-1 (0-0)

FLAMINIA CIVITA’ CASTELLANA (4-4-2): Assogna; Morini, Scardala, Petricca, Gentili; Lazzarini, Fortunato (46′ st Santi), Di Pietro, Rossi (22’st Berardi); La Cava, Ranalli (32′ st Farrugia). A disp.: Dominici Ruocco, Palmigiani, Erba. All.: Fortunato Torrisi

PERUGIA (4-4-2): Ripa; Radi (20′ st Zanchi), Cacioli, Goretti, Pupeschi; Borgese, Mocarelli; Rampi, Borgese, Mocarelli, Mariani (10′ st Fiordiani); Bartolini, Corallo (22′ st Marri). A disp.: Riommi, Taccucci, Trezzi, Luchini. All.: Pier Francesco Battistini

Arbitro: Pasquale Illuzzi di Molfetta

Marcatore: 39′ st Cacioli (Pg)

NOTE: Ammoniti: Fortunato (Fl), Scardala (Fl), Bartolini (Pg), Marri (Pg), Frediani (Pg). Spettatori: 1500, dei quali, oltre la metà, perugini.

Danilo Tedeschini