Le partite storiche del Grifo: Perugia-Juventus 1-0

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Le partite storiche del Grifo: Perugia-Juventus 1-0. A 20 anni di distanza ripercorriamo quel 14 maggio 2000
foto: Luca Brillo (riproduzione riservata)

Le partite storiche del Grifo: Perugia-Juventus 1-0. A 20 anni di distanza ripercorriamo quel 14 maggio 2000

 

Questa nostra nuova rubrica non poteva che iniziare da quel Perugia-Juventus del 14 maggio 2000, del quale in queste ore si celebra il ventennale.

Era l’ultima giornata di quel campionato, che aveva visto l’arrivo sulla panchina biancorossa di un totem degli allenatori come Carletto Mazzone.

Il Perugia era reduce da un campionato soffertissimo, giocato da matricola dopo la seconda promozione nel giro di tre stagioni, arrivata grazie alla vittoria nello spareggio di Reggio Emilia col Torino vinto ai rigori.

Un campionato che aveva visto la conferma di Ilario Castagner, vittorioso nocchiero dei grifoni nell’ultima parte del campionato di B, ma poi esonerato in Serie A, poco dopo l’inizio del girone di ritorno.

L’esonero scatenò una vivace protesta popolare con una grossa contestazione a Gaucci durante gli allenamenti settimanali tenuti dal nuovo tecnico Vujadin Boskov ma, come d’incanto, la vittoria all’ultimo minuto nella prima gara contro l’Inter, ottenuta grazie ad un sensazionale gol di Rapajc, servì a calmierare la situazione.

Il Perugia tirò avanti tra alti e bassi con il tecnico serbo in panchina e riuscì a salvarsi solo all’ultima giornata, pur perdendo in casa col Milan che, grazie a quel successo vinse lo scudetto.

Provvidenziale fu la vittoria a Udine della settimana precedente e, nell’ultima giornata, il concomitante pareggio del Piacenza contro la Salernitana, rivale diretta del Perugia per la salvezza.

A fine campionato Boskov non venne confermato e arrivò al suo posto l’esperto tecnico romano, allora 63enne, che riuscì a convincere Gaucci, in sede di mercato, a far portare a Perugia due suoi fedelissimi, Cappioli e Bisoli, avuti nelle sue due esperienze nel Cagliari insieme al secondo portiere Sterchele, altro arrivo.

Mazzone ebbe a disposizione una rosa esperta e molto competitiva per poter disputare un campionato tranquillo, con le stelle Rapajc e Nakata, i dinamici centrocampisti col vizietto del gol Olive e Tedesco, una difesa rocciosa ed esperta con i vari Materazzi, Calori, Sogliano e Milanese, coadiuvati da dietro dall’ottimo portiere Mazzantini, protagonista di un grande campionato nella stagione precedente e, come punta centrale, Nicola Amoruso.

Il Perugia disputò un buon campionato, terminato con un onorevole decimo posto, davanti a squadre blasonate come il Bologna e il Torino che, addirittura, retrocesse di nuovo.

Un Perugia che costruì la sua classifica vincendo o pareggiando quasi tutti gli scontri diretti con le squadre della medio-bassa classifica ma che perse, al contempo, quasi tutte le gare con le grandi del torneo, con l’unica eccezione della vittoria in rimonta per due a uno a Parma, contro una delle squadre più forti di quella stagione.

E in questo contesto un Perugia già ampiamente salvo e tranquillo, senza più obiettivi da raggiungere, si accinse ad affrontare all’ultimo turno, al “Curi” un’affamata Juventus capolista, che aveva la necessità di vincere per mantenere dietro la Lazio, staccata di due lunghezze e impegnata in casa contro una Reggina già matematicamente salva, per assicurarsi lo scudetto.

Tutto faceva pensare ad una gara in discesa per la Juve viste le abissali differenze di motivazioni e tecniche tra i bianconeri e i grifoni e anche il più incallito tifoso della Lazio, alla vigilia, credeva molto poco sulle possibilità di scudetto della squadra biancoceleste, sperando, magari solo su un eventuale spareggio, se la dea Eupalla avesse dato una mano ai grifoni per poter pareggiare la gara.

Ed effettivamente una mano dagli dei il Perugia (e la Lazio) la ebbero, ma invece della dea del Calcio fu il sommo Dio della pioggia, Giove Pluvio, a contribuire all’esito dell’incontro.

Si era quasi alla fine del primo tempo nel quale una Juve nervosa e imprecisa non era riuscita a passare in vantaggio e un Perugia ordinato e deciso era riuscito a controllare bene la gara quando, dopo una giornata calda e assolata fin dal mattino, il tempo cambiò repentinamente e sul “Curi” cominciò prima a piovere e poi, durante l’intervallo, a diluviare con una forza ed un’intensità incredibile.

Il terreno di gioco al rientro dell’arbitro Collina dopo l’intervallo era una piscina, alcuni spettatori abbandonarono gli spalti e tornarono addirittura a casa per asciugarsi e nell’aria si faceva sempre più forte la sospensione della gara che, all’epoca, avrebbe determinato la ripetizione della gara (non c’era ancora la regola della ripresa dal momento dell’interruzione).

E qui quel grande arbitro che è stato Pierluigi Collina, vista l’importanza della gara che avrebbe assegnato lo scudetto decise di aspettare.

Dopo una mezz’oretta di vero e proprio diluvio di dimensioni monsoniche la pioggia diminuì d’intensità per poi cessare e, grazie all’ottimo drenaggio del “Curi”, allora ancora uno dei terreni migliori d’Italia, Collina, sforando anche sui quarantacinque minuti canonici di attesa, dopo oltre un’ora riprese la gara.

E dopo solo quattro minuti della ripresa il Grifo colpì inesorabilmente con una rasoiata dal limite del difensore Calori che sorprese Van der Sar, infilandosi nel suo angolino destro.

Il tifo biancorosso si scrollò di dosso i litri di acqua che aveva addosso, saltando, ebbro di gioia, mentre in Curva Sud, per i tifosi bianconeri, il diluvio, simbolicamente, continuò.

E proseguì fino alla fine della gara perché la Juve, sempre più nervosa, cominciò a caricare disordinatamente verso la difesa biancorossa, a quel punto salita in cattedra con Materazzi e compagni, esaltatisi nella battaglia nel fango.

Il nervosismo giocò un brutto scherzo a Zambrotta che, appena subentrato, con due entratacce, guadagnò anzitempo gli spogliatoi, lasciando i suoi compagni in dieci.

Il resto lo fecero “Gatto” Mazzantini e lo “scellerato Pippo”, Inzaghi, che spedì in Curva Nord un paio di facili occasioni.

Al fischio finale l’invasione di campo dei tifosi del Grifo, felici come se avessero vinto lo scudetto, si mischiò televisivamente all’invasione dell’Olimpico dei tifosi laziali che, ben due ore dopo la fine della loro vittoriosa gara con la Reggina, poterono finalmente festeggiare l’insperato scudetto mentre il “PERUGIA-JUVE 1-0” lampeggiò a lungo sul tabellone luminoso dell’Olimpico.

Per i tifosi bianconeri invece il “bregno” fu pari, se non superiore, all’immensa gioia dei tifosi perugini, che sguazzarono a lungo nella fanghiglia del “Curi”.

Si venne poi a sapere che la grande prova di onestà del Perugia, che onorò il calcio, era stata corroborata dalla minaccia del presidente Gaucci di mandare la squadra in tournèe punitiva in Cina fino alla fine di Giugno nel caso di mancato successo.

Quella bellissima vittoria fu l’ultima gara di Carletto Mazzone alla guida del Perugia.

In estate Gaucci, probabilmente già alle prese con quei problemi economici, poi esplosi cinque anni più tardi col fallimento, cambiò completamente strategia, evitando di spendere cifre importanti come aveva fatto fino ad allora.

Si interruppe il legame con il fido D.S. Pieroni, Gaucci cedette molti giocatori, Nakata alla Roma, Rapajc al Fenerbhace, Materazzi all’Inter, rimasto però a Perugia un’altro anno, rimpinguando le casse e puntando su una linea giovani, prendendo sconosciuti dalla Serie C o dalla D come i vari Liverani, Baiocco e Di Loreto dalla Viterbese, Mirko Pieri dal Grosseto, il giovane Gatti, promosso dalla “Primavera” e gli altrettanto poco conosciuti Vryzas, attaccante greco dal Paok e il coreno Ahn.

Stava per iniziare la grande era del nuovo, giovane tecnico, perugino del Ponte, Serse Cosmi, anche lui proveniente dalla Serie C!

PERUGIA – JUVENTUS 1-0 (1-0)

PERUGIA (3-4-1-2): Mazzantini, Bisoli, Calori, Materazzi; Esposito, Tedesco, Olive, Milanese; Alenitchev (18′ st Sogliano); Amoruso (32′ st Melli), Rapajc (42′ st Campolo). A disp.: Sterchele, Hilario, Cappioli, Dani. All.: Mazzone

JUVENTUS (3-4-1-2): Van der Sar; Ferrara, Montero, Iuliano; Conte (29′ st Esnaider), Tacchinardi (13′ st Kovacevic), Davids, Pessotto (20′ st Zambrotta); Zidane; Del Piero, Inzaghi. A disp.: Rampulla, Birindelli, Mirkovic, Oliseh. All.: Ancelotti

Arbitro: Pierluigi Collina di Viareggio

Reti: 4′ st Calori (P)

NOTE: Espulso: 28′ st Zambrotta. Ammoniti: Calori (P), Tedesco (P), Montero (J), Iuliano (J), Zambrotta (J) 2, Davids (J) . Angoli: 7-3 per la Juventus. Recupero: 3′ p.t. e 5′ st. Spettatori: 27.000, tutto esaurito.

Danilo Tedeschini