Luchini: “Al Grifo manca il Materazzi di turno”

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Luchini: “Al Grifo manca il Materazzi di turno”. Lo storico massaggiatore del Perugia: “A una squadra serve anche la manovalanza, Cosmi ora più riflessivo”

 

Quando si fa il nome di Renzo Luchini, automaticamente, si porta in ballo una grossa ed importantissima fetta di storia del Perugia Calcio.

Lo storico massaggiatore del Grifo cura i muscoli dei giocatori biancorossi dal lontano 1966 (solo con una breve interruzione).

Luchini vanta un bottino di 11 campionati vinti al seguito del Perugia, oltre alle retrocessioni a tavolino e gli arresti nel dopo Roma-Perugia del 1980 per il calcio scommesse che sconvolse il calcio italiano.

E segue ancora la squadra insieme ai colleghi dello staff sanitario.

“Lo faccio parte time, alla mia l’età comincio anche a coltivare i miei passatempo”.

Tra cui quello dell’elettronica. Da qualche anno si sta specializzando nella guida dei droni. I risultati delle sue ricognizioni sul Curi e sul campo di allenamento (“tutto regolare e autorizzato”, ci tiene a dire) già li utilizzavano gli staff di Bucchi e di Bisoli. Oggi se ne avvale anche il match analist di Cosmi, Salvatore Pollino.

Ai tempi del coronavirus Renzo Luchini si dedica alla cura dell’orto di casa.

“E’ grosso come un quarto di stadio. Adesso è il momento delle fave, che stanno crescendo molto bene”.

Una pausa così lunga nell’attività sportiva gli ricorda, per certi versi, il mese precedente lo spareggio del 2004 tra Perugia e Fiorentina, quando i grifoni, terzultimi in serie A, dovettero aspettare che i viola  concludessero il torneo di serie B. Sulla ripresa aleggia ancora un grosso punto interrogativo, ma lui la vede problematica.

“Non capisco come si possa fare a recludere in isolamento, tra squadra e staff, una cinquantina di persone per un mese o più. Alcuni colleghi, poi, hanno le loro attività extra calcistiche e non possono certo lasciarle per un periodo così lungo. Tra l’altro – scherza – se gli over 70 devono essere sottoposti a particolari cautele, io neanche potrò andarci”.

Alla ripresa, comunque,  il Perugia di Cosmi sara chiamato al rush finale. Con quali possibilità?

“Non sono un tecnico, ma ho l’impressione che questa squadra possa fare qualsiasi risultato. Presi uno ad uno i ragazzi sono tutti molto bravi, mentre insieme, come squadra, qualche limite si è evidenziato. Forse manca non il leader, ma quello che fa il lavoro duro, il Materazzi della situazione. Abbiamo tutti ingegneri, geometri e muratori specializzati, ci vorrebbe anche il manovale”.

Forse Cosmi può aiutare questo processo di crescita caratteriale del gruppo. Quel Cosmi che Luchini ha ritrovato dopo quindici anni…

“L’ho trovato sempre molto carico, dinamico. L’ho trovato anche un po’ più quadrato, più capace di controllare la sua impulsività. Se un tempo partiva subito in quarta, adesso riesce prima a contare fino a dieci. Evidentemente è un portato dell’età”.

Con Cosmi si sta preparando il futuro del Perugia. Luchini ne è convinto, perché vede molto positiva la convivenza del tecnico con il presidente Santopadre.

“Avevo qualche dubbio, ma mi sono ricreduto. Si intendono e vanno d’accordo, perché sono due persone intelligenti. Serse ha un grande staff che lavora con lui, gente quadrata, molto valida, io con loro mi diverto. Bazzani mi ha sorpreso positivamente, non pensavo che avrebbe potuto fare l’allenatore e invece è davvero molto bravo”.

Renzo Luchini è depositario di gran parte della storia del Grifo e ha vissuto molte presidenze. Iniziò con la gestione Baldoni e con le giovanili. Poi arrivò Lino Spagnoli che gli permise di seguire a Roma un corso di massofisioterapia.

“Per un anno, spesato da lui, feci avanti e indietro con la capitale tre volte a settimana, ma gli sono grato. Come grato sono a Damaschi che fece rientrare me ed Ercoli dopo l’allontanamento temporaneo della precedente gestione”.

Tra gli altri presidenti, pur con le loro specificità, Luchini tratteggia qualche carattere di assonanza.

“Gaucci e Santopadre li accosto per la loro scaltrezza, oltre che per le capacità gestionali. Gaucci andava spesso fuori dalle righe, ma erano sfuriate ed eccessi che sfociavano sempre in esiti molto positivi. I suoi ritiri nascevano sempre come punitivi, ma poi li animava e finanziava con gare di briscola, regali di valore per chi li vinceva, come i famosi orologi Rolex e mangiate di pesce. Tanto che, se all’inizio non si voleva partite, poi dispiaceva quando finivano”.

I giocatori: dal nascondino agli smartphone…

“Una volta nei ritiri si giocava a nascondino, ora i giocatori si intrattengono  tutti al computer o con il telefonino. Nella fase intermedia tra queste due epoche, qualcuno ancora, come Paolo Rossi, l’ho visto leggere libri”.

Ma tutto è cambiato, anche la figura del massaggiatore.

“Una volta avevamo la cosiddetta spugna magica e il ghiaccio. Adesso ci sono prodotti molto sofisticati che, per essere usati, richiedono perizia e formazione. Un tempo era un ruolo meno gratificato, ora il massaggiatore è un uomo di fiducia dei giocatori e dello staff tecnico”.

Si ringrazia per la gentile collaborazione Tifogrifo.com