Nel segno di Camplone (GUARDA IL VIDEO DI ELENA SALTAFUSI)

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    Le cento panchine di Andrea Camplone con il Perugia non sono più una notizia. Il tecnico del resto le ha festeggiate in occasione della gara casalinga di lunedì 13 aprile contro il Varese. Una serata che poteva essere un’occasione di festa personale e che invece è scorsa via quasi in sordina, rispetto ad un traguardo che in pochi nella storia biancorossa hanno raggiunto. Camplone dal 12 novembre del 2012, quando è stato chiamato a sostituire Battistini, ha messo insieme 52 vittorie, 28 pareggi (29 se si considera quello di Terni) e soltanto 19 sconfitte. Numeri che hanno segnato il cammino del Grifo, che dalla Lega Pro si è ritrovato in serie B ed ora lotta per giocarsi una chance promozione nell’olimpo del calcio italiano. Detta così sembrerebbero tutto rose e fiori, ma l’esperienza perugina di Camplone è stata segnata da diversi alti e bassi, non tanto legati al campo, quando al rapporto con parte dell’ambiente perugino che sembra non volergli tributare appieno i meriti di un accurato e proficuo lavoro. Anche con la società il feeling sembra essere ormai ai minimi termini. Con il Ds Goretti è nota la rottura e il Presidente Santopadre non perde occasione per punzecchiarlo. Il tecnico ha anche rischiato di essere esonerato: difficile dimenticare quel lunedì di febbraio dopo la sconfitta di Vicenza, quando l’allenatore era in campo a dirigere la seduta e i media nazionali già lo davano con la valigia in mano. Poi il dietrofront  della società, tentata dall’ingaggiare una figura di tecnico più incline al confronto. E dire che Camplone da quando è arrivato è sempre stato un’aziendalista, ma quest’anno evidentemente qualcosa si è rotto e ad oggi, chi parla bene di lui e gli riconosce i meriti del grande lavoro svolto, sembra finire necessariamente nella lista di “cattivi”. Di quelli che dovrebbero ricordarsi degli sforzi della società e non celebrare un tecnico che ha “solo” avuto la fortuna di lavorare in un contesto organizzato e vincente. Nel calcio, come nella vita, non esiste la controprova, ma chi conosce bene questo sport e la dinamiche che lo compongono, sa che senza l’apporto di Camplone il Perugia quest’anno avrebbe recitato e starebbe recitando un ruolo sicuramente meno importante in un campionato difficile come quello cadetto. Tra le due doti migliori, oltre a quella di lavorare in silenzio, a volte anche sopportando indelicate ingerenze, c’è sicuramente quella di aver dato gioco ed organizzazione ad una squadra rivoluzionata, in estate e a gennaio. Per questo SportPerugia, nel giorno in cui si rinnova a livello di veste grafica, ha deciso di omaggiare il tecnico abruzzese, con alcune delle più belle immagini della sua avventura perugina, realizzate e selezionate da Elena Saltafusi.

     

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