Nesta merita fiducia e riconoscenza

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Nesta merita fiducia e riconoscenza. Il tecnico biancorosso non ha fatto le ‘migliori’ scelte contro il Verona, ma il suo lavoro non può essere messo in discussione

 

Dopo due vittorie consecutive il Perugia stecca ancora una volta l’appuntamento con il definitivo salto di qualità in casa contro l’Hellas Verona. Ormai è quasi una certezza: se arriva una squadra sotto in classifica, si può vincere, se ne arriva una sopra, no. Pochissime le eccezioni fino ad oggi.

Questo da un po’ la reale dimensione di quello che potrebbe essere il valore della squadra, che difficilmente potrà aspirare a qualcosa di più di un settimo/ottavo piazzamento per disputare il preliminare play-off con tutti gli svantaggi del caso. Ma se andiamo a valutare quello che è stato il background di questa stagione, con un mercato estivo entrato nel vivo solo negli ultimi giorni, una squadra totalmente rinnovata ed una finestra di riparazione che non ha di certo colmato le lacune difensive del Grifo, possiamo dire che i Nesta boys hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità.

Certo, alcune cose potrebbero essere fatte meglio. Col Verona per esempio l’atteggiamento è stato in alcuni tratti troppo passivo, anche se l’avversario era di caratura, mentre i gol degli scaligeri sono arrivati entrambi per imperfezioni della retroguardia biancorossa (oltre che un terzino sinistro a gennaio sarebbe servito anche un centrale esperto in grado di guidare il reparto arretrato e di dare delle sicurezze in più). Sul banco degli imputati questa volta è finito pure Alessandro Nesta: la scelta di schierare Kingsley al fianco di Melchiorri non ha pagato.

Il tecnico si è giustificato affermando che le condizioni di Han fossero precarie. Ma allora perché non schierare Vido? Il ragazzo è forse finito momentaneamente fuori dai radar dell’allenatore romano. Ma aldilà di tutto questo, alcune critiche piovute negli ultimi giorni su Nesta sono senza dubbio eccessive. Ci si dimentica troppo in fretta di tutte le cose buone che in poco tempo ha saputo portare questo ancora inesperto allenatore. Per esempio è stato lui ad avanzare Valerio Verre dietro le punte e a regalargli così una nuova vita calcistica. L’ex Roma e Pescara lo ha ripagato con 10 marcature (e siamo ancora solo ad inizio marzo).

Perché non vorremmo che il tecnico romano dovesse diventare a fine stagione il capro espiatorio di eventuali malumori della piazza. Specie in caso di un suo addio, come già successo in altre occasioni nel recente passato. Vale la pena poi spendere due parole su Sadiq. Venerdì sera si è sentita la sua assenza.

Nessuno nel reparto attaccanti possiede le sue caratteristiche tecniche e fisiche. Contro la Salernitana il nigeriano ha permesso alla squadra di avanzare e di giocare di rimessa, trovando poi anche una rete eccezionale che non guasta. Ecco, col Verona è mancato molto il suo sporco ma utilissimo lavoro. Certo, non parliamo di un fenomeno, ma al netto di tutte le pecche di gioventù Sadiq potrà rivelarsi molto importante in questo finale di stagione. Ora si torna in trasferta, in casa del Padova dell’ex Bisoli. Inutile dire che per inseguire il treno play-off serve una vittoria.

Ma servirà vincere per ribadire ancora una volta che un calcio propositivo ha sempre una marcia più sulla mentalità attendista ed opportunista del tecnico romagnolo che, nonostante il blitz di Spezia, è ancora immischiato in piena zona retrocessione.

Nicolò Brillo