Non siamo certo rassegnati: siamo solo realisti

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Non siamo certo rassegnati: siamo solo realisti. Fare un'analisi oggettiva di ciò che ha fatto vedere il Perugia non significa aver perso la speranza o non volergli bene

Non siamo certo rassegnati: siamo solo realisti. Fare un’analisi oggettiva di ciò che ha fatto vedere il Perugia non significa aver perso la speranza o non volergli bene

 

Sono stato sinceramente colpito da alcune delle parole del Presidente Santopadre nella conferenza stampa di martedì scorso.

Le accuse di “troppa rassegnazione”, di “non credere in questa squadra” mi hanno fatto riflettere.

Personalmente sono stato uno dei pochi – in tempi non sospetti – a scrivere e sostenere pubblicamente di credere in questo gruppo.

Quando ancora non avevamo un “verso” e non riuscivamo a fare 3 passaggi di fila.

Ed allora – alla luce delle recenti parole del Presidentissimo – mi sono fatto alcune domande.

É vero che siamo ormai “rassegnati”?

É vero che non crediamo più in questo gruppo?

Oppure quella che il Presidente Santopadre appella come “rassegnazione” non è altro che crudo realismo.

Non è altro che una nostra razionale disamina dell’andamento del Grifo quest’anno.

In realtà, infatti, al di là delle prime giornate – quando abbiamo pericolosamente sfiorato la zona play out – da Cosenza in poi la nostra posizione si è attestata fluttuando (più o meno) tra il sesto e l’undicesimo posto in classifica.

In zona salvezza tranquilla e prevalentemente (come oggi) in zona play off.

Mai più su e mai (per fortuna!!) più giù.

Ogni volta, però, che una serie di risultati utili consecutivi ci avvicinavano alle zone nobili, puntualmente è arrivata la battuta di arresto.

Tant’è che si è continuato a parlare di un “cambio di marcia” che non è (ancora) mai arrivato.

E, semplificando al massimo, i motivi sono sostanzialmente due: una difesa colabrodo ed un attacco non all’altezza.

Il Perugia su 30 partite disputate ha perso ben 12 volte (quasi la metà) ed ha subito ben 42 reti, le stesse che ha realizzato.

E metà delle sconfitte subite sono state tra le mura amiche: il Curi è stato violato ben 6 volte fino ad oggi.

Dei 42 gol fatti, solo 20 sono degli attaccanti.

E tra le punte quello che ha segnato di più è Vido con 7 gol.

Però il capocannoniere biancorosso non è l’attaccante veneto, ma il centrocampista Verre con 12 gol.

I freddi numeri, quindi, ci restituiscono una difesa tutt’altro che impenetrabile ed un attacco a cui manca un bomber di riferimento, se il capocannoniere è un centrocampista.

Con questi numeri – fino ad oggi – non penso che si possa sperare molto, ma ci si deve accontentare di essere già matematicamente salvi e di essere ancora (ed a pieno titolo) in lizza per i play off.

Poi è indubbio che la matematica ancora non ci condanna e che se le vincessimo tutte (ma proprio tutte) da qui alla fine, potremmo ancora ambire alla promozione diretta.

Ovvero con una buona dose di vittorie (almeno 4), ambire al terzo o quarto posto e giocarcela tutta nella lotteria dei play off.

Ma – con un minimo di buon senso – l’alea è troppo alta.

Ecco, allora, se qualcuno mi chiedesse “il Perugia andrà in serie A quest’anno?” risponderei “ci spero, ci spero tanto, è ancora possibile, ma oggettivamente sarà molto difficile”.

Ciò significa aver perso la speranza o non volere bene al Grifo?

No, affatto!

Ciò significa semplicemente stare con i piedi ben piantati a terra e non farsi illusioni.

Se poi questi ragazzi decidessero di regalarci questo sogno ne saremmo tutti inebriati dalla gioia.

Ma se non andasse, ce ne faremmo una ragione, dato che – al netto di tutto – quest’anno l’allegra brigata-Nesta ci ha fatto comunque divertire e ci ha ripagato dei soldi spesi per l’abbonamento.

Abbiamo visto una buona rosa costruita da zero da Roberto Goretti, il quale ha scommesso (e vinto) su alcuni giovani misconosciuti.

Abbiamo visto un bel calcio, divertente e spumeggiante.

Abbiamo visto ragazzi che lavorano duro e che in campo ci hanno messo sempre il cuore e gli attributi, meritandosi applausi anche dopo sconfitte.

Abbiamo visto giocatori che avranno un luminoso futuro e che ci renderanno orgogliosi di loro, come i vari Mancini, Spinazzola, Politano, ecc.

Se dovessi fare un pronostico, scommetterei su Sgarbi, Carraro, Kingsley, Dragomir e Vido.

Abbiamo visto un tecnico come Nesta, il quale – dopo essere stato un grande campione – avrà una carriera strepitosa ed anche lui ci renderà orgogliosi di averlo fatto esordire.

Certo: non è affatto finita e sosterremo sempre i Grifoni, fino all’ultima con la Cremonese.

Ma se non andasse nemmeno quest’anno “smadonneremmo” un po’, certo, ma a Luglio saremmo di nuovo in fila ai botteghini per rinnovare l’abbonamento ed a fine agosto saremmo al nostro posto al Curi per tifare Grifo.

E continueremo ad inveire contro tutti i nostri concittadini che non vengono allo stadio.

Quindi stia tranquillo il Presidente Santopadre che se non ci siamo rassegnati tra i dilettanti, nei campetti di periferia, non ci rassegneremo certo ora.

E non abbandoneremo mai né lui, né la squadra.

Avv. Gian Luca Laurenzi