Perugia: cosa va e cosa non va

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Siamo arrivati esattamente a venti giorni dall’inizio del campionato di Serie B e vogliamo analizzare  quanto visto in questo mese scarso di preparazione del nuovo Perugia targato Federico Giunti. Innanzi tutto nelle sette gare fin qui disputate, sei amichevoli e una di Coppa Italia Tim, la squadra è imbattuta, avendo totalizzato quattro vittorie, quella larga coi dilettanti del Pergine, le altre tre di misura contro squadre di Lega Pro, il Vicenza, la Reggiana e il Gubbio nel derby di Coppa Italia Tim di ieri sera e tre pareggi, a reti bianche quella con l’unica squadra di pari categoria, il Carpi, per uno a uno quelle con un’altra formazione di Lega Pro, il Pisa, in trasferta, oltre a quello casalingo, con identico risultato, contro una squadra della massima Serie, la Spal. E’ chiaro che i risultati non hanno grande valore in questa fase ma il non aver perduto crea morale e in una fase di costruzione come questa aiuta molto. Il reparto che fino ad ora ha convinto di più è quello dei centrali di difesa, con gli esperti Volta e Belmonte già in palla, in particolare l’ex barese, addirittura in gol due volte, un Rosati discreto, con i suoi pregi e i suoi difetti, mentre le note dolenti arrivano dalla fascia sinistra, dove Alhassan, alle prese, come ha ribadito ieri sera Giunti, con i soliti dolorini al ginocchio, non convince affatto e urge assolutamente reperire sul mercato un valido terzino sinistro. Dall’altro lato, con Del Prete ultimamente alle prese con i suoi problemi fisici, il nuovo arrivato Zanon non ha finora entusiasmato, spingendo poco e facendosi trovare a volte in ritardo nelle chiusure difensive (vedi azione del gol della Spal). Probabilmente l’ex ternano è in ritardo di condizione. A centrocampo, nonostante la carta d’identità e il doversi adattare in un ruolo non suo, si è visto il solito generoso Brighi, utile anche negli inserimenti offensivi (suo il prezioso gol che ha sbloccato la gara col Gubbio quando si stava complicando), discreto il Bandinelli ammirato contro la Spal, ancora un po’ indietro Emmanuello mentre Bianco, arrivato in settimana, ha fatto vedere discrete cose nella mezzora giocata al debutto contro il Gubbio. E’ evidente che manca la qualità e ci si augura che l’ormai certo arrivo di Colombatto, presente ieri sera in tribuna d’onore al “Curi”, possa colmare questa lacuna. Una menzione la merita Buonaiuto, trasformato da Giunti in mezzala, che si è messo subito al servizio dell’allenatore e della squadra, svolgendo il nuovo compito in maniera più che sufficiente. Dicono che sia in partenza ma prima di cederlo ci penseremmo bene. La novità di quest’anno è quella che Giunti adotta un modulo con il trequartista, ruolo ricoperto fin qui da Terrani, che ha alternato cose buone, pregevole l’azione e l’assist del primo gol col Gubbio, ad altre meno buone. E’ giovane e questo ruolo in precedenza non è che lo avesse ricoperto spesso. Vedremo se gli sarà data fiducia o se la società opterà per l’ingaggio di un trequartista di ruolo ed esperto. Il reparto che ha convinto di meno è invece l’attacco perchè, se togliamo la prevedibile goleada contro il Pergine, nei restanti quattrocentocinquanta minuti disputati, nel triangolare con Carpi e Reggiana si è giocato solo un tempo, le quattro punte di ruolo, Cerri, Di Carmine, Frick e Choe, sono andate in rete soltanto una volta, con Frick a Pisa. Cerri, la punta più importante si muove bene ma il suo score realizzativo in carriera, poco esaltante per una punta centrale, di dieci reti in sessantasei partite, sembra confermarsi in questi primi cimenti nei quali l’attaccante di proprietà della Juve è ancora a digiuno di segnature, al pari di Di Carmine, assente ieri sera. Una punta da almeno sedici-diciotto gol, problema atavico del Perugia, è indispensabile per coltivare sogni di gloria e, almeno al momento, ma ci auguriamo di essere smentiti, non sembra Cerri il giocatore in grado di toccare questa quota realizzativa.

Danilo Tedeschini