Perugia: crederci non costa null”A”

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Commentare da tifoso la partita con il Novara è la cosa più facile del mondo, come lo è ogni volta che il Grifo vince: «prendemoce ‘sti tre punti, godemoce ‘sto quinto posto, semo dentro i play-off, st’anno il Perugia c’ha fatto diverti’ e po esse pure che, co mpo’ de c**o, gimo su».

Detto questo (con la dovuta scivolata nel vernacolo), però, è quantomai opportuna una disamina più approfondita della gara, nonché del comportamento in campo di mister Boscaglia e delle polemiche scatenate dall’imberbe presidente del Novara, Massimo De Salvo.

Dopo il match interno con l’Ascoli – da me definito la più brutta partita del Perugia di quest’anno – si sono rivisti a Novara timidi segnali di ripresa, uniti all’importantissimo risultato pieno riportato.

Ho visto un ottimo Mancini (che ci servirà e non poco in quest’ultima parte di campionato); un ritrovato Dezi, il quale – oltre al gol decisivo – sta tornando agli standards a cui ci aveva abituato; un Brighi che – ad onta della non più tenerissima età – tiene egregiamente il “forte”; uno Gnahorè che morde le caviglie degli avversari (anche se ogni tanto pecca di ingenua irruenza); un Terrani che è un’ottima alternativa agli esterni titolari; un Brignoli, il quale – senza nulla togliere al pur ottimo Rosati – si dimostra fondamentale per il modulo difensivo del Grifo; un Bucchi che riesce per l’ennesima volta a “leggere” ottimamente il match, azzeccando i cambi e riportando a casa il risultato.

Nota dolente per l’ennesima gara è l’attacco, che – al netto dell’assenza di Di Carmine – si dimostra poco incisivo, soprattutto con le difese chiuse.   Ma ormai abbiamo capito che ciò fa parte del “DNA” del Grifo di quest’anno e ci dobbiamo mettere l’anima in pace.

La partita – al di là dell’ottimo risultato – non è stata spettacolare ed il Perugia non è stato frizzante, come in altre gare, ma temo che questo sarà il trend di quest’ultima parte del torneo e non solo per il Grifo.

Ora ogni punto è “pesante” e può essere decisivo.   Al di là, infatti, della Spal, ormai in serie A; del Pisa e Latina, ormai in Lega Pro; dell’Avellino e Pro Vercelli, le quali – molto probabilmente – sono ormai salve e fuori da ogni gioco, la classifica – sopra e sotto – rimane corta e tutte le compagini stanno lottando: alcune per la promozione diretta (Verona e Frosinone), alcune per entrare (o rimanere) nei play-off e le altre per non essere risucchiate nei play-out o nel terzo posto a retrocessione diretta.

Penso, quindi, che da qui alla fine della “regular season” vedremo partite – intense ed avvincenti, certo – ma molto tattiche e poco spettacolari, con squadre che punteranno a non prendere gol ed a capitalizzare il risultato, magari grazie a qualche episodio favorevole.

Al di là del risultato, però, la partita di Novara ha lasciato strascichi polemici, legati ad alcuni episodi in campo ed alle dichiarazioni del presidente De Salvo al termine della gara.

Premetto che – a mio avviso – in generale alla fine di ogni campionato gli episodi a favore e contro si compensano sempre e mai nessuna squadra riceve punti in più di quanti ha effettivamente meritato.

Anche il Grifo ha numerose recriminazioni su episodi passati che l’hanno penalizzato e gli hanno tolto punti che avrebbero fatto molto comodo ora.

Basta pensare che in quasi diciotto mesi il Perugia ha avuto un solo rigore a favore, quando vi sono stati numerosi episodi quantomeno dubbi e punti indebitamente persi dal Grifo a causa di decisioni arbitrali oltremodo discutibili.

Tornando alla partita di venerdì, il primo episodio che ha fatto imbufalire il Novara è stato il gol annullato a Lancini sullo 0-0.

I novaresi sostengono non essere stata applicata correttamente la regola del cd. “save”: quando la palla arriva ad un attaccante – pur oltre la linea di difesa – per un voluto, ma errato rinvio, non è fuori gioco.

Il direttore di gara doveva valutare, quindi, in maniera del tutto discrezionale, se il movimento del piede di Fazzi fosse un tentato e fallito rinvio della palla (che avrebbe tenuto in gioco gli attaccanti del Novara), ovvero un fortuito rimpallo e, quindi, fuorigioco: la valutazione dell’arbitro è stata per la seconda ipotesi e, quindi, ha coerentemente annullato il gol di casa.

Possiamo disquisire all’infinito se quello fosse o meno un rinvio sbagliato di Fazzi o un fortuito rimpallo, ma finché la regola dà all’arbitro la possibilità di valutarlo discrezionalmente così è e così è stato venerdì.

Il secondo episodio è stato il fallo di mano del nostro Di Chiara all’interno della propria area.

Personalmente sono convinto che l’arbitro abbia valutato correttamente la circostanza e che quello non possa essere in alcun modo considerato rigore, stante la pochissima distanza tra l’attaccante novarese ed in nostro e, soprattutto, il fatto che Di Chiara fosse di spalle, quando la palla è andata ad impattare con il suo braccio.

Vanno, invece, sottolineati e stigmatizzati i comportamenti di Boscaglia e del presidente del Novara, comportamenti che non fanno bene al calcio.

Nello sport bisogna saper vincere, ma soprattutto bisogna saper perdere, perché vincere e perdere sono parte integrante e sostanziale dello sport…ed il calcio non si sottrae a questa regola.

Il mister ed il presidente novarese, infatti, sembrano avere la memoria corta e non si ricordano il comportamento della loro squadra, durante la partita dell’andata, quando – pur di riportare un prezioso pareggio – i giocatori del Novara passarono più tempo sdraiati sull’erba del Curi a perdere tempo che a giocare; quando ogni occasione, anche una semplice rimessa od una sostituzione fu utilizzata dai novaresi per far trascorrere il tempo e riportarono a casa un punto insperato.

Né il mister Bucchi, né, tantomeno, il presidente Santopadre – pur delusi dai due punti persi dal Perugia che aveva sovrastato l’avversario – attaccarono in maniera inconsulta gli avversari evidenziandone la mancanza di sportività, perché ciò fa parte del calcio e queste sono le regole non scritte del gioco: il nostro tecnico ed il nostro presidente lo sanno molto bene e si sono comportati di conseguenza.

E tantomeno si sono mai sognati di criticare l’esultanza degli avversari per un risultato anche immeritato.

Basta ricordare, ad esempio, Perugia-Bari, quando il Grifo giocò una partita spettacolare, sovrastando per tutti i 90’ l’avversario, subendo, però, un gol e perdendo la partita; oppure al più recente Perugia-Trapani, dove i siciliani – sotto di due gol – riuscirono a pareggiare.

Mai qualcuno del Perugia si è mai sognato di criticare gli avversari sia perché festeggiavano, sia per come festeggiavano il risultato conseguito!

Ed invece a Novara abbiamo visto Boscaglia – in diretta Sky – “perdere la testa” ed urlare ai suoi giocatori di non restituire la palla al Perugia, ma soprattutto abbiamo visto il presidente De Salvo – in conferenza stampa – criticare pesantemente Bucchi per le dichiarazioni della partita dell’andata, per la sua esultanza “disordinata” al termine della gara ed il Perugia per il suo comportamento.

A questo punto ci aspettiamo dal presidente De Salvo la pubblicazione di un “Prontuario per l’esultanza ordinata”, che ci dica – lui che ha grande esperienza di calcio ad alti livelli – come e quando si può esultare; che illumini noi, “poveri” perugini, che abbiamo “solo” fatto 13 stagioni in serie A, che abbiamo visto Campioni del Mondo vestire la maglia biancorossa, che abbiamo “solo” giocato le Coppe e vinto l’Intertoto, come ci si debba comportare in campo.

Criticare, poi, Bucchi le cui interviste, dall’inizio del campionato, sono un esempio per tutti di obiettività, sportività e signorilità ha veramente dell’assurdo.

Auspico che le gravissime e pesanti dichiarazioni del massimo dirigente del Novara nei confronti di Bucchi e del Perugia siano attentamente valutate dalla Giustizia Sportiva e mi permetto di consigliare per il futuro al presidente De Salvo maggiore continenza nelle sue dichiarazioni, ricordandosi sempre che egli è il massimo dirigente del Novara e non un tifoso da bar.

Ora, in pochi giorni, c’è il Verona al Curi e si torna in Piemonte a Vercelli.

Pur essendo il Verona una compagine di tutto rispetto che si sta giocando con il Frosinone l’accesso diretto nella massima serie, proprio questa “fame” di punti che ha la squadra scaligera, mi fa sperare che vengano a Perugia a giocarsi la partita per vincere, ed il Grifo di quest’anno può far male a chiunque giochi a “viso aperto” e lasci spazi in cui i nostri esterni possano imperversare, nonostante l’indubbia forza del Verona che – quantomeno sulla carta – ha l’organico più forte della categoria.

In ogni caso la nostra difesa dovrà essere molto attenta e non avere le “solite” amnesie, avendo davanti il capocannoniere della serie B, il quale sicuramente non ci perdonerà alcun errore.

La Pro Vercelli, invece, – se sulla carta appare ben meno forte e più abbordabile del Verona – è una squadra “rognosa”, con una difesa rocciosa che sicuramente giocherà chiusa, ma il Perugia, come peraltro a Novara, pur soffrendo le squadre chiuse, ci ha abituato ad imprese in trasferta.   La speranza è che i piemontesi – che non hanno praticamente più nulla da chiedere a questo campionato – affrontino la gara con un atteggiamento appagato…ma non ci farei troppo affidamento.

Certo è che da ora alla fine della regular season il Grifo ha pochissimo spazio per errori o battute d’arresto.

Avv. Gian Luca Laurenzi