Perugia: è una deriva pericolosissima

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Perugia: è una deriva pericolosissima. Numeri impietosi per il Grifo che rischia di ritrovarsi immischiato nelle sabbie mobili della classifica

 

Nei circa cinquantacinque anni che seguiamo il Perugia e il calcio, prima da tifosi e poi da giornalisti, non ci ricordiamo di una squadra del panorama calcistico mondiale che riesce a perdere due partite consecutive nel proprio stadio contro le due ultime in classifica, subendo nel totale delle due gare ben OTTO gol, cinque dalla Pro Vercelli e tre ieri sera dal Cesena, che nelle precedenti cinque trasferte aveva raccolto ZERO punti.

Bastano questi numeri, inseriti nel più ampio, desolante scenario delle cinque sconfitte consecutive, sei nelle ultime sette gare, a fotografare perfettamente la pericolosissima deriva nella quale il Perugia è precipitato.

Una crisi che ieri sera ha fatto la prima vittima, probabilmente quella che ha meno colpe, il tecnico Federico Giunti, che, come spesso capita nel calcio, ha pagato per tutti, per i giocatori e per la società.

Facciamo difficoltà, a memoria nostra, a ricordare infatti una prestazione indecorosa, da encefalogramma piatto, come quella che i giocatori in maglia biancorossa hanno espresso contro un volenteroso ma modesto Cesena, fino a ieri sera meritatamente fanalino di coda della classifica. Un approccio inesistente alla gara, con mezzora di non gioco al piccolo trotto, poi, dopo il primo gol del Cesena, solo un abbozzo di timida reazione, spento subito dai due gol dei romagnoli in apertura di ripresa, presi in maniera allucinante da un centrocampo che non filtrava e da una difesa di belle statuine.

E’ inutile sottolineare, lo abbiamo fatto ampiamente in questi due mesi, delle lacune tecnico-tattiche della squadra, con un Zanon che tarda a rientrare quando spinge, con un Pajac, uno dei meno peggio che arriva sempre in ritardo sulle chiusure delle diagonali (ma d’altro canto gioca fuori ruolo) di un reparto difensivo che non sa giocare alto e delle difficoltà di un attacco che manca da anni di un bomber alla Caputo, alla Cacia, fortunatamente assente anche ieri sera, alla Nestorowski, alla Ceravolo, tanto per fare qualche nome.

Come vedete le colpe dei giocatori si intersecano con quelle della società, colpevole soprattutto di aver scelto un allenatore esordiente, bravo ma inesperto di panchine a questi livelli, travolto da situazioni più grandi di lui alle prime difficoltà.

Quando ogni anno si cambia progetto è inevitabile che prima o poi si paghi il conto e di questo se ne sono accorti anche i tifosi che hanno giustamente coinvolto nella contestazione, dalla quale ci dissociamo con forza nella sua parte violenta, anche la società.

Ieri sera, comunque, dopo gli spiacevoli eccessi di sabato, i tifosi tutti hanno dato una grande dimostrazione di attaccamento e correttezza, limitandosi alla contestazione sonora finale dopo aver comunque tifato anche davanti ad uno spettacolo deprimente come quello. Gli applausi e il saluto finale tributati a Gennaro Scognamiglio, uno dei grandi protagonisti della cavalcata vincente di quattro anni fa, dimostra come il pubblico perugino non dimentichi i suoi “eroi” sportivi di quell’anno, frettolosamente e colpevolmente non confermati dalla società.

E’ proprio da lì, da quel peccato originale, come lo abbiamo sempre etichettato, che partono gli errori, gli smembramenti annuali dei progetti successivi, con l’annata buia di Bisoli e la mancata promozione dello scorso anno attraverso i playoff, affannosamente raggiunti all’ultimo tuffo solo grazie al grossolano errore dell’arbitro La Penna che convalidò il gol della vittoria di Ceravolo, in netto fuorigioco, contro il Frosinone in pieno recupero, altrimenti, visto l’enorme divario di dieci punti di distacco dai ciociari, i playoff non ci sarebbero stati.

Chi sarà il successore di Giunti, a soli tre giorni dalla gara di Cremona, non è ancora dato saperlo ma chiunque sarà avrà un compito non facile come quello, nell’immediato, di dover guidare una squadra a pezzi sia sul piano numerico che su quello mentale, in casa della quarta in classifica, la lanciata Cremonese, senza la coppia centrale difensiva, squalificata, al pari del faro del centrocampo perugino Colombatto.

Il Grifo è scivolato in zona playout e allora ci auguriamo che la dea Eupalla illumini le scelte della società e le menti dei giocatori che andranno in campo allo “Zini”.

Ce n’é assoluto bisogno!

Danilo Tedeschini