Perugia: due sconfitte che arrivano “non a caso”

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E’ un inizio d’anno “tribolatissimo” quello dei grifoni che, dopo aver inopinatamente perso a Como in casa dell’ultima in classifica, hanno replicato la sconfitta dopo tre giorni nel recupero casalingo contro il Vicenza. Diciamolo subito, il Perugia non meritava la sconfitta contro i lanieri ed un risultato di parità avrebbe sicuramente meglio rispecchiato l’andamento della partita ma nel calcio chi la butta dentro ha sempre ragione. D’altro canto era successa una cosa del genere anche a Vercelli, prima della sosta, e quella sera a beneficiarne era stato proprio il Perugia che, con un pizzico di fortuna, espugnò il “Piola”. La sconfitta col Vicenza, a differenza di quella col Como, ha però alcune giustificazioni valide, vista l’assenza contemporanea di entrambi gli esterni difensivi, Del Prete e Spinazzola, sostituiti dal nuovo arrivo Milos e da Comotto che, per caratteristiche, non offrono la spinta offensiva dei due titolari di ruolo. C’è stato poi l’infortunio di Parigini, che stava attraversando un buon momento e che purtroppo sarà assente almeno un mese, che ha privato la squadra del suo attaccante più ispirato. Al di là degli alibi però la squadra continua ad avere problemi di gioco, nonostante il discreto rientro di Taddei in cabina di regia. Il Perugia è troppo discontinuo e anche i numeri del campionato stanno lì a dimostrarlo. Dopo una prima parte di torneo, fino alla sconfitta di Ascoli, giocata prevalentemente col 4-2-3-1, la squadra aveva totalizzato sedici punti in tredici partite, con una media di 1,23 a gara, lasciando ampiamente a desiderare anche sul piano del gioco. Dopo Ascoli c’è stato l’agognato passaggio al 4-3-3 e nelle successive tre gare i grifoni hanno fatto il pieno, nove punti, migliorando sensibilmente anche il loro gioco. Quando sembrava avviata  la sospirata risalita in classifica verso le posizioni  che contano ecco di nuovo ripresentarsi un netto calo, con la squadra di Bisoli che, nelle ultime sei gare, ha conquistato solo sei punti, con una media deficitaria di un punto a gara, frutto di ben quattro sconfitte, delle quali due al “Curi”, e solo due successi, quello contro la squadra ultima nella parziale classifica delle ultime dieci giornate, un Livorno in caduta libera e a Vercelli, dove la dea bendata, al contrario di ieri, ha dato una mano a Del Prete e compagni. E’ un trend negativo che preoccupa e che va assolutamente invertito, anche se i prossimi avversari si chiamano Pescara al “Curi” e Crotone in trasferta. La partita col Pescara di domenica, già importante di per sé, diventa determinante in ottica play-off non solo per i grifoni ma anche per tutte le altre  formazioni che ambiscono ad un posto al sole. Sì perché c’è il rischio concreto  che la squadra ottava in graduatoria non possa partecipare ai play-off per il regolamento che la estrometterebbe nel caso di ritardo dalla terza superiore ai quattordici punti. Al momento, dopo ventidue giornate, all’ottavo posto, con un punto di vantaggio sul Perugia, decimo, si trovano appaiate Cesena ed Entella a quota trentuno, già con un cospicuo ritardo di ben nove lunghezze dalla terza in classifica, proprio il Pescara. E’ facile capire come un malaugurato successo degli abruzzesi al “Curi”, lancerebbe ancor di più in orbita la squadra di Oddo. Insomma, nonostante le difficoltà del calendario, il Perugia ha il dovere e l’obbligo di cambiare subito registro e in questo si spera che una grossa mano la possa dare l’attaccante Rolando Bianchi, arrivato proprio oggi alla corte di Bisoli. Certo lo “score” realizzativo di Bianchi delle ultime stagioni non è brillante come negli anni del Torino e della Reggina, anzi, ed anche la carta d’identità comincia a sorridere di meno al trentatreenne attaccante di Lovere ma la speranza è che la sua prolificità in zona gol possa tornare a manifestarsi proprio con la maglia biancorossa. L’importante sarà che il tecnico e di conseguenza la squadra che Bisoli schiererà lo mettano in condizione di poter nuocere evitandogli figuracce prevedibili, come accaduto spesso ad Ardemagni e a Di Carmine, per colpa di moduli e atteggiamenti offensivi non adatti.

Danilo Tedeschini