Perugia: occasione buttata, per la “A” diretta serve altro

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L’altalena è un antico gioco per bambini che a volte può attirare anche i grandi. E nell’ultimo breve periodo sull’altalena sembra, suo malgrado, esserci salito anche il Perugia, vittorioso dopo quattro pareggi sette giorni fa in casa con la Pro Vercelli e sconfitto invece ieri, come da tradizione, purtroppo, al “Picco” di La Spezia, con la classifica, che sorrideva ai grifoni con un gran bel quarto posto la settimana scorsa, anche grazie ai risultati negativi di quasi tutte le squadre concorrenti, Spal esclusa, ridimensionata oggi con il settimo posto, proprio dai concomitanti risultati, ahi noi positivi stavolta, di tutte le avversarie, ancora una volta con l’eccezione della Spal che ha perso, in attesa dei risultati di Benevento e Verona, entrambe impegnate tra le mura amiche nei posticipi. E’ chiaro come questi ribaltoni siano la prova dell’equilibrio in basso di un campionato dal livello tecnico assai modesto come quello di B di quest’anno ma proprio per questo la sconfitta di La Spezia rappresenta una grossa occasione gettata al vento, anche perché arrivata al termine di una gara che si era messa subito su binari favorevoli per i grifoni grazie all’eurogol di Di Carmine, tornato al gol, il settimo, proprio dopo sette turni, per chi crede agli incroci cabalistici. Ed invece il Perugia dopo il vantaggio ha peccato di supponenza per tutto il primo tempo, aspettando una squadra incapace di costruire, senza provare a sferrare il colpo del ko. Dopo l’intervallo i padroni di casa hanno cambiato registro, alzando i ritmi premendo all’impazzata sulle fasce e ribaltando il risultato in metà tempo, mettendo in evidenza le lacune di una difesa biancorossa che, quando viene violentemente attaccata, soffre terribilmente sugli esterni, in particolare quando non c’è Belmonte. Del Prete, al rientro, ha confermato le sue difficoltà a difendere, per niente aiutato sulla catena di destra da un Nicastro impalpabile  e la stessa cosa l’ha evidenziata Di Chiara sull’altra fascia nonostante l’ausilio di Guberti. Il resto lo hanno combinato i centrali difensivi, soprattutto Monaco, statuario sul secondo gol e fattosi espellere nel finale per un’assurda gomitata e anche Rosati che, con una mancata presa alta su un’uscita facilissima ha dato il là all’azione del gol del pareggio spezzino. La reazione nella parte finale della gara con due reti clamorosamente “mangiate” da Drole e soprattutto da Nicastro, in evidente calo da alcune gare il rendimento del siciliano, hanno chiuso la brutta giornata del “Picco”. Non vogliamo aprire processi ad una squadra che fin qui ha fatto spesso divertire e inanellato successi prestigiosi ma, a nostro parere, parlare al momento di promozione diretta dei grifoni sembra veramente esagerato e ha ragione Bucchi quando predica prudenza. L’organico sembrerebbe meno forte di quanto sia stato descritto, la difesa è tutt’altro che granitica (nelle ultime tre trasferte ha subito sempre due gol a partita, l’attacco al di là di un Di Carmine che sta facendo un grande lavoro in un ruolo non suo, segnando anche, avrebbe bisogno di un centravanti in grado di supportare lo stesso Di Carmine come successo a Chiavari lo scorso anno con Caputo, soprattutto perdurando l’ostracismo inspiegabile (del tecnico? della società? di tutti e due?) nei confronti di Bianchi e al momento la classifica è quella che il Perugia ha meritato. Dopo la doppietta del “Diablo” Granoche, che sembra avere un conto aperto coi grifoni, l’anno scorso a Modena ci segnò una tripletta, ripensavamo al fatto che fino all’ultimo giorno di mercato era senza squadra a zero lire e che magari, senza quella doppietta di Bianchi col Carpi in Coppa Italia che cambiò il destino dello stesso attaccante, da una quasi certa partenza è invece rimasto a giocare poco o niente, chissà che Granoche non sarebbe potuto approdare a Perugia. Tornando al rendimento del Perugia Il trend delle ultime sei gare parla di soli sette punti conquistati, una media da salvezza, segno che qualche problema di organico, da migliorare nel mercato, esiste. Sabato arriverà al “Curi” il Latina un avversario ostico perché è la squadra che ha collezionato più pareggi di tutti, dodici in diciannove gare, perdendone solo quattro. Non battere i pontini significherebbe trascorrere il Natale con gli stessi punti dell’anno scorso, trenta e sinceramente, per una squadra completamente diversa e molto più brillante sul piano del gioco di quella di Bisoli, sarebbe veramente il colmo!

Danilo Tedeschini