Il Perugia è uno squadrone, nonostante l’arbitro

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Il Perugia è uno squadrone, nonostante l’arbitro. A Palermo il Perugia è stato “maltrattato” da Ros di Pordenone. La società si faccia sentire

 

Alla luce di quello che è successo martedì, acquistano un senso le dichiarazioni di Zamparini prima della partita di Palermo: con un arbitro del genere è lapalissiano che la gara col Perugia sarebbe stata facile.

É facilissimo vincere così una gara il cui risultato emerso dal gioco visto al Barbera sarebbe stato ben diverso.

Sgombriamo, però, subito il campo da ogni equivoco e mettiamo alcuni punti fermi.

Pensiamo prima di tutto a noi e, quindi, la partita andava chiusa concretizzando le occasioni avute.

Sarei bipolare se colpevolizzassi Bonaiuto – che ho incensato solo un paio di giorni fa – per la macroscopica occasione mancata nel finale del primo tempo.

Né voglio colpevolizzare altri Grifoni, in quanto il discorso fatto nelle settimane scorse per Rosati vale per tutti gli altri.

Gli errori ci stanno, vanno accettati e fanno parte del gioco.

Un singolo errore – per quanto decisivo – non può vanificare ciò che un giocatore sta facendo di buono.

Anche perché trovo oltremodo scorretto – in uno sport di squadra – scaricare le responsabilità sui singoli: si vince e si perde sempre tutti insieme.

Ma se alcune delle chiare occasioni avute dal Perugia martedì sera fossero state concretizzate, sicuramente il pessimo arbitraggio avrebbe fatto meno male e meno danni alla classifica.

Questo ritengo che sia un grande insegnamento che Giunti può fare alla sua “allegra brigata” di ragazzi: chiudere sempre le gare appena ce n’è l’occasione.

Nonostante il risultato, “il Perugia è uno squadrone” non sono solo le parole del nostro Inno, ma è la realtà emersa dal Barbera.

Il Grifo visto martedì – nonostante alcuni errori in fase conclusiva e l’arbitraggio pessimo di cui parlo più oltre – ha dato un’ulteriore prova di forza, giocandosela a viso aperto e con autorità a casa di un Palermo sinceramente mediocre, in un Barbera scandalosamente semivuoto.

Per lunghi tratti della gara il Perugia ha imposto il proprio gioco ai padroni di casa.

Ha dimostrato ancora una volta che quest’anno ce la possiamo giocare con chiunque e dovunque senza complessi d’inferiorità.

Ha dimostrato che la corazzata non sono i siciliani – che senza l’arbitraggio favorevole difficilmente ce l’avrebbero fatta – ma è il Grifo.

E di questo fatto Giunti ed i ragazzi ne dovrebbero avere piena consapevolezza.

I Grifoni – nel rispetto di ogni avversario e sapendo l’estrema difficoltà del campionato cadetto – devono essere ben consci della loro forza.

Consapevoli del fatto che, mantenendo costantemente alta la concentrazione, non vi sono limiti alle ambizioni di quest’anno.

Tutto ciò, però, non può mettere in secondo piano una gara gravemente e pesantemente falsata da un arbitraggio pessimo.

Ed è già la seconda su sole 5 giornate…

L’inesistente rigore decisivo fischiato per l’imprevedibile carambola stinco/braccio di Colombatto è il culmine di una direzione di gara tutta a senso unico a favore dei padroni di casa.

Non voglio scomodare la cabala, sul martedì sera, quale giorno “maledetto” per il Grifo.

Ma la direzione di gara – definita “disastrosa” da Gianluca Di Marzio su Sky – è sotto gli occhi di tutta Italia.

Arbitraggio la cui classica ciliegina è stata la beffarda, quanto tardiva espulsione (alla buon ora!) di Bellusci al 90mo.

Il Palermo, infatti, ha giocato fin dal fischio di inizio con interventi duri quanto scorretti, tesi a frammentare il fraseggio del Grifo ed intimidirne i giocatori.

E l’arbitro ha permesso tale gioco – violento ben oltre la mascolinità – non sanzionando adeguatamente le numerose quanto evidenti scorrettezze dei siciliani.

Senza alcuna paura di essere smentito, ritengo che diversi interventi ai danni dei Grifoni dovessero essere sanzionati molto più severamente.

L’intervento gratuitamente violento su Bianco – che ne ha provocato la sostituzione – era da rosso diretto.

Il fallaccio ai danni di Bonaiuto – commesso da Nestorovski solo 30” dopo essere stato ammonito – era da secondo giallo ed espulsione.

Con i siciliani correttamente in 10, o addirittura in 9, per gran parte della partita (e non solo beffardamente negli ultimi 4 minuti) l’esito della gara – al netto dell’ulteriore errore sul rigore concesso al Palermo – sarebbe stato sicuramente diverso e più giusto.

Sebbene già a Cittadella avessimo subito un pessimo arbitraggio (due gol annullati di cui almeno uno regolare), non credo che le cause vadano cercate in varie dietrologie o complotti.

Tipo il Palermo che “deve” tornare in A, come il Verona l’anno scorso, mentre non il Grifo.

Il Perugia Calcio – società con una Storia ed un blasone – è importante per la massima serie, quanto il Palermo o il Verona.

Negli ultimi anni hanno raggiunto la A addirittura società senza storia (o quasi) nella massima serie, come Benevento, Crotone, Carpi e Frosinone

Perché dovrebbe essere diverso per noi che una storia l’abbiamo?

Non credo nemmeno alla dietrologia dell’arbitro di Pordenone, squadra allenata negli ultimi anni da Tedino, attuale tecnico dei siciliani.

Lo stesso Pordenone di cui è stato “patron” a lungo Zamparini.

Il motivo di tutto ciò, invece, va semplicemente cercato nella scarsa qualità e personalità della maggioranza degli arbitri di B, a differenza della massima serie.

Direttori di gara coadiuvati – oltretutto – poco e male dagli assistenti.

Già gli arbitri e gli assistenti di A sono più bravi ed esperti di quelli della serie cadetta; in più da quest’anno i primi hanno anche la V.A.R.

In questa maniera il divario tecnico – anche sotto il profilo degli arbitraggi – tra A e B diventa ancor più grande.

Ma se entrambe sono leghe professionistiche, ritengo che vi debba essere maggiore uniformità qualitativa nelle direzioni di gara tra le due categorie.

Perché per una Società, per una tifoseria e per una città una promozione in A vale come uno scudetto.

Volente o nolente, quindi, il Perugia Calcio che tante risorse ha investito nella rosa di questa stagione, non può rimanere acquiescente a questo ulteriore grave segnale.

Non può accettare che una Società, una tifoseria ed un’intera città vengano danneggiate da direzioni di gara assolutamente insufficienti.

E se proteste dirette potrebbero esporre la Società a gravi sanzioni, vi sono altri metodi efficaci per far sapere al mondo calcistico che il Perugia Calcio non ci sta.

Ritengo, infatti, che – senza fare polemiche esplicite – nessuno della Società si sarebbe dovuto presentare alle interviste nelle reti nazionali (Rai/Sky) martedì sera.

Sarebbe stato un segnale fortissimo ed inequivocabile.

Ed ora concentrati e consci della nostra forza, attendiamo il Frosinone sabato al Curi.

Forza Grifo!

Avv. Gian Luca Laurenzi