Quando il rimedio è peggiore dei mali

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Quando il rimedio è peggiore dei mali. La cura Breda non sembra sortire effetti sul Perugia, sempre più giù in classifica e indisponente in campo

 

Il Perugia annega in laguna, collezionando la sesta sconfitta di questo campionato e, come era prevedibile, precipita in zona playout, quartultimo a pari punti con l’Entella, con soli quindici punti,  due soli quelli conquistati nelle ultime otto gare di campionato.

E’ questa la drammatica situazione della squadra biancorossa al termine del primo terzo di campionato. Il rimedio, Breda al posto di Giunti, si sta rivelando peggiore del male.

Anche al “Penzo” si è assistito alla solita prestazione da encefalogramma piatto del Perugia, che ha tenuto palla per ottanta minuti contro un Venezia solido in difesa ma apparso troppo rinunciatario dopo essere celermente passato in vantaggio, senza riuscire mai ad impensierire il portiere di riserva dei veneti, autore di un solo intervento su un tiro cross dalla distanza.

Per il resto calma piatta, con Breda che, tornato al quattro-tre-uno-due ha sbagliato ancora interpreti, privilegiando Cerri, solo tre gol, dei quali due su rigore a Di Carmine, sei reti, solo due su rigore, nel momento in cui l’ex stabiese poteva tornare ad usufruire dell’appoggio di Han come seconda punta, ricostituendo la terza coppia più prolifica della B con dodici gol dopo quella composta da Galano e Improta del Bari con sedici e Caputo e Donnarumma dell’Empoli con quattordici.

Sono stati ancora  relegati in panchina Belmonte e Dossena a favore del suo “preferito”, dai tempi di Terni, Zanon e del confusionario Monaco.

Una manovra lenta, compassata, che non ha mai liberato un uomo davanti alla porta veneziana, come successo anche lunedì sera contro l’Avellino, quando il Grifo era stato salvato solo da un rigore inesistente.

Sono passate solo tre giornate dall’arrivo di Breda ma i soli due punti conquistati, media di 0,66 punti a partita, nettamente inferiore alla, comunque scadente, media di 1,19 totalizzata da Giunti è la prova, insieme alle tre formazioni in tre gare cambiate da Breda, che la scelta della società si sta rivelando sbagliata.

Ed è proprio la società, che poi è il presidente Santopadre, a salire sul banco degli imputati perchè se fosse vero che con Giunti lo spogliatoio si era spaccato si doveva intervenire prima, all’indomani del rovescio casalingo con la Pro Vercelli, seconda delle famose cinque gare perse consecutivamente.

Come? Confermando l’allenatore e dicendo chiaro alla squadra, che Giunti sarebbe stato il tecnico fino alla fine e se qualcuno non era d’accordo poteva andarsene subito, anche rischiando di giocare con qualche giovane promettente della “Primavera”, Traorè, Panaioli, tanto per fare qualche nome, tanto crediamo che almeno due punti nelle successive sei gare si sarebbero fatti ugualmente.

Oppure ingaggiando al posto di Giunti un allenatore carismatico, di polso, oltre che amato dalla piazza, come Serse Cosmi, anche facendo un piccolo sacrificio economico. Nessuna delle due ipotesi è stata presa in considerazione, si è optato per il cambio tecnico, ingaggiando come sempre un allenatore di secondo piano, economicamente vantaggioso, una bravissima persona sul piano umano ma forse troppo brava per domare le fiamme di uno spogliatoio biancorosso incandescente.come quello attuale Risultato? Il Perugia è piombato in zona retrocessione.

C’è ancora tempo per reagire e rimettere la nave in linea di galleggiamento ma più che il ritiro a Roccaporena, deciso dalla società, servirebbe assolutamente scegliere al più presto una delle due opzioni citate in precedenza, magari mettendo in discussione anche chi ha portato a Perugia, facendoli passare per colpi di mercato, alcuni giocatori dal deludente rendimento come Cerri e Bianco, o svincolati in parabola discendente come lo stagionato Zanon.

Sabato col Carpi servono assolutamente i tre punti ma superare la miglior difesa in trasferta, solo tre gol e una sola sconfitta subiti in sei gare, non sarà impresa da poco per questo enigmatico, sconfortante Perugia attuale

Danilo Tedeschini