Radiografia biancorossa: mediana carente e attacco sterile

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Big indigeste: al Curi passa anche il Verona (1-2). Bianchetti ed Henderson stendono nella ripresa il Grifo. A nulla è servito il gol della bandiera di Verre

Radiografia biancorossa: mediana carente e attacco sterile. La rosa allestita ad agosto rimane buona, eppure presenta più di una lacuna

 

Dopo 4 partite in campionato e “soli” 4 punti conquistati (troppi pochi per una squadra che ambisce a rendere orgogliosi i propri tifosi), arriva il momento delle prime approfondite analisi. Di seguito vi proponiamo un’accurata “radiografia” di quelle che, a nostro avviso, sono le problematiche che affliggono il Perugia.

PROBLEMA 1 – Allenatore inesperto chiamato ad un super lavoro

In estate si è scelto di cambiare l’80/90% della squadra della scorsa stagione per tutta una serie di motivi che non stiamo qui ad elencare. Bene. Ma allora perchè non affidare una squadra da assemblare e alla quale dare un’anima ad un tecnico maggiormente esperto e navigato? Nesta, in queste prime gare, ha dimostrato di aver bisogno ancora di tanta gavetta. Ma il Perugia non può dipendere da un “carneade”, perchè il tempo passa e in una B attualmente a 19 club, potrebbe essere più complicato recuperare un certo gap. Senza considerare poi che anche il Cosmi di turno (tanto per fare un nome) avrebbe potuto incontrare delle criticità con una rosa ancora allestita a metà al momento del primo impegno ufficiale in Coppa Italia (5 agosto).

PROBLEMA 2 – Squadra ancora senza leadership

In campo si fatica ad individuare le colonne portanti della squadra biancorossa. Sulla carta, giocatori come Bianco, Verre, Moscati e Melchiorri dovrebbero rappresentare delle certezze soprattutto per i più giovani (vedi Dragomir, Mazzocchi…). Eppure sono i primi a stentare all’interno di un gruppo ancora privo di identità. Come dice Nesta, la leadership si guadagna in “battaglia”. Ma con prestazioni carenti come quelle di Palermo e di ieri sera, si rischia di sprofondare ancor di più nelle incertezze generali.

PROBLEMA 3 – Mediana troppo leggera che non riesce nè a produrre nè a schermare la difesa

Appare fin troppo evidente come il centrocampo del Grifo non riesca ad ingranare. Manca un vero e proprio punto di riferimento nel ruolo di regista (Bianco e Verre in questo senso non hanno ancora fornito buone indicazioni), mentre Moscati appare lontano da una condizione atletica e mentale ottimale. E non si può ancora fare troppo affidamento sui tanti ragazzi mossi da buone intenzioni di cui è ricca la rosa perugina. I vari Dragomir, Kouan, Ranocchia, Bordin e Kingsley non sono ancora in grado di trascinare la squadra. Oltrettutto la mediana biancorossa pecca di poca “quantità”. Squadre fisiche come Palermo e Carpi riescono ad aggirare il centrocampo troppo facilmente e a puntare i difensori in pericolosi uno contro uno. Urgono degli accorgimenti (cambio di modulo?).

PROBLEMA 4 – Gli uomini di fascia spingono poco e male

Felicioli è ancora ai box, mentre Falasco e Mazzocchi (due che lo scorso anno erano mezze riserve) non riescono a fare la voce grossa. Denotando qualche difficoltà nell’adattarsi al 3-5-2, vanno poche volte sul fondo e sono molto imprecisi nei cross. Rivangare nel recente passato non è mai troppo giusto. Ma quanto manca un certo Pajac…

PROBLEMA 5 – Attacco sterile, senza Vido si fatica

Tra gli attaccanti del Perugia non c’è nessuno in grado di incarnare il ruolo del vero e proprio bomber che va sempre alla ricerca della profondità. A Melchiorri piace svariare e spesso partire lontano dall’area di rigore, mentre Vido è più una seconda punta. Han, conoscendolo, ha altre caratteristiche, mentre di Bianchimano ancora non abbiamo notizie precise. La sensazione è che senza l’ex Cittadella e nazionale under 21, lì davanti si fatichi oltremodo anche solo nel creare delle occasioni. Non è un caso se dei 4 gol messi a segno ben 3 portano la firma di Luca Vido. Ma non è giusto prescindere da un solo giocatore. Va anche detto che, nel 3-5-2, l’attacco dovrebbe giovare degli inserimenti delle mezz’ale. E la cosa ancora non si è vista molto.

QUALI LE SOLUZIONI?

Il tecnico romano è chiamato a riportare punti sin da subito, a partire dalla trasferta di Cosenza. Un’altra sconfitta sarebbe mal tollerata dalla dirigenza (che ha le sue responsabilità, perchè Nesta non l’hanno chiamato di certo i giornalisti o i tifosi al capezzale del Perugia). Un cambio di modulo potrebbe momentaneamente mascherare queste lacune. Non vogliamo suggerire niente a nessuno, anche se un compatto 4-4-1-1 “formato trasferta” potrebbe dare qualche frutto in più. Eppure le problematiche sono più complesse di un semplice cambio modulo…

Nicolò Brillo