Ripresa del calcio: sì o no? Si pensi anche agli abbonati

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Ripresa del calcio: sì o no? Si pensi anche agli abbonati. Federcalcio e alcune società tengano conto di chi ha pagato le tessere per l’intera stagione e si attivino per rimborsi o donazioni

 

Siamo ormai arrivati all’inizio della fase 2 di questa emergenza Covid-19 ma non è affatto chiara la situazione del calcio italiano.

Si riprenderanno i campionati o no? E se sì, la ripresa riguarderà solo la Serie A? Gli interrogativi sono tanti.

L’ultimo DPCM stabiliva la ripresa degli allenamenti di gruppo per gli sport di squadra al 18 Maggio ma non permetteva agli atleti di questi sport l’allenamento in solitaria nei centri sportivi come stabilito, invece, per gli sport singoli.

Ma è notizia di poco fa l’ok da parte del Viminale che permetterà dal 4 maggio gli allenamenti anche agli atleti degli sport di squadra.

Questo non significa che il campionato di A possa ricominciare sicuramente perché la situazione dovrà essere costantemente monitorata durante questo mese, sia nell’eventualità di nuovi positivi tra calciatori o addetti ai lavori, sia per quanto riguarda la situazione sanitaria prima di dare l’ok definitivo alla prosecuzione della Serie A a Giugno.

Ancora più nebulosa è, invece, la situazione della Serie B.

La maggioranza delle squadre cadette non può’ aderire agli stretti protocolli sanitari non possedendo un centro sportivo con foresteria e dovrebbe quindi attrezzarsi andando in alberghi, con spese di alloggio, di sanificazione degli ambienti, di controllo con tamponi continui per atleti e personale addetto che, secondo quanto dichiarato dal Presidente del Perugia, nonché Consigliere della Lega B, Massimiliano Santopadre, si aggirerebbe sui quattrocentomila euro a squadra.

Da qui la decisione della settimana scorsa del Consiglio di Lega di B di voler proseguire il campionato tra Agosto e Settembre, aspettando quindi situazioni sanitarie migliori che inducano ad allentare i protocolli e, di conseguenza, le relative spese a carico delle società, a meno che non arrivino forti aiuti economici da parte della Federazione.

L’ipotesi di partire a metà Agosto per la B, se la Serie A dovesse invece iniziare a Giugno e chiudere ad Agosto per ripartire col nuovo Campionato alla fine di Settembre, sarebbe, a nostro parere e non solo, incompatibile, perché costringerebbe le tre squadre promosse dalla B ad iniziare subito, senza sosta, il nuovo campionato di A mentre le squadre retrocesse dalla A dovrebbero aspettare un mese in più delle altre l’inizio del nuovo torneo di B. Tempi incompatibili insomma e vedremo come la situazione si evolverà.

Se poi, sulla base di quanto accaduto in Francia, la situazione sanitaria dovesse malauguratamente peggiorare, al momento in Lombardia soprattutto ma anche in Piemonte, il numero dei nuovi positivi giornalieri continua ad essere in tripla cifra, il ministro Spadafora potrebbe decidere per una sospensione definitiva dei campionati, lasciando alla Federazione la decisione sulle classifiche.

Ed è notizia di qualche giorno fa che il presidente federale Gravina abbia studiato questo piano B, che vedrebbe il congelamento delle attuali classifiche, con lo scudetto che non verrebbe assegnato, con la retrocessione in Serie B delle ultime due invece delle ultime tre (in questo caso Spal e Brescia), con la conseguente limitazione a solo due promozioni dalla B alla A, in questo caso Benevento e Crotone, le prime due, mentre Lega di B e Lega di C dovrebbero accordarsi per il numero di retrocessioni e conseguenti promozioni, probabilmente anche queste limitate a 3?

In tutto questo scenario, sia che non si torni a giocare, sia che il calcio, anche quello cadetto, riprenda i campionati, i tifosi non saranno presenti negli stadi perché le partite, in caso di ripresa, si giocheranno tutte a porte chiuse.

E qui nasce il problema abbonamenti, tessere che i tifosi hanno sottoscritto prima dell’inizio del campionato per assistere a tutte le diciannove partite ma che, prendiamo il caso del Perugia, hanno potuto sfruttare per solo quattordici delle diciannove gare (quella con la Salernitana, l’ultima, venne giocata a porte chiuse).

Considerando che mediamente il costo dei 5410 abbonamenti sottoscritti dai tifosi del Perugia si aggirerebbe intorno ai 200 euro, e che l’incasso totale degli abbonamenti ammonterebbe, arrotondando per difetto, intorno al milione di euro, il rateo di quelle 5 gare senza tifosi si aggirerebbe, sempre arrotondando per difetto, sui 260.000 euro.

Come il Perugia intenderà muoversi non lo sappiamo ma, ad esempio, il Pisa, il Frosinone, l’Empoli in B, l’Udinese e il Parma in A, tanto per citare qualche altra società, hanno già dichiarato in un comunicato ufficiale il rimborso del rateo ai tifosi.

Un eventuale rimborso verso gli abbonati del Perugia, potrebbe magari avvenire sotto forma di uno sconto equipollente nell’abbonamento del prossimo anno per i vecchi abbonati, anche se è tutto da vedere se il prossimo campionato si potrà giocare a porte aperte.

Un’altra opzione potrebbe essere quella di sfruttare la somma per rinforzare ulteriormente la squadra in sede di mercato ma, a nostro parere, il miglior modo per utilizzarla sarebbe quello della solidarietà, mettendola a disposizione della sanità regionale e delle associazioni che da sempre e, soprattutto in questi brutti momenti, assistono i più deboli, i più bisognosi, sull’esempio di tante altre società di calcio già distintisi in queste opere meritorie durante questa emergenza.

I tifosi del Perugia, sempre in prima linea nel sociale, anche in questa circostanza, sarebbero certamente d’accordo.

Danilo Tedeschini