Sa fare pure l’operaio: il Grifo merita il “paradiso”

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Sa fare pure l’operaio: il Grifo merita il “paradiso”. Nella sofferta vittoria contro il Frosinone sono emerse altre qualità della squadra di Giunti

 

Oggi vogliamo prendere in prestito il titolo del film del 1971 del maestro Pietro Germi “La classe operaia va in paradiso”.

Magistralmente interpretato da quel grandissimo attore che risponde al nome di Gian Maria Volontè, per analizzare la preziosissima, sofferta vittoria dei grifoni sul Frosinone.

Che ha permesso alla squadra di Giunti di raggiungere di nuovo la vetta, agganciando proprio la squadra ciociara.

Una gara, quella contro la formazione di Moreno Longo, che ha messo in luce altri connotati importanti della squadra biancorossa, quelli della grinta, del carattere e del saper soffrire.

Tipico di una squadra operaia, nel giorno in cui, soprattutto nel secondo tempo, non hanno brillato le prerogative messe in mostra fin ora da questa squadra, il bel gioco e la capacità di creare numerose palle gol.

E proprio la scoperta che il Perugia può essere tranquillamente una squadra camaleontica rafforza la convinzione di trovarci di fronte ad una formazione forte.

Capace di arrivare fino in fondo e in grado di giocarsi le sue carte per la promozione in Serie A, attraverso i play-off ma, perchè no, anche direttamente.

C’è da dire, ad onor del vero, che anche ieri non sono mancati sprazzi di bel gioco, l’azione del gol è stata da antologia.

Ma la forza dell’avversario e l’assenza di due centrocampisti titolari del calibro di Bianco e Brighi ha pesato parecchio sulla manovra dei grifoni, che non hanno avuto a disposizione anche il solito Han, apparso un po’ stanco e giustamente sostituito da Giunti.

Al contempo, l’essere riusciti a portare a casa una vittoria così importante e prestigiosa sapendo soffrire nella ripresa, pur non avendo a disposizione i due elementi più esperti e navigati del centrocampo, appunto Bianco e Brighi, la dice lunga sulle qualità di questo gruppo.

Il Perugia supera questo ciclo terribile di quattro partite, con il Cittadella, andato ieri ad espugnare Empoli, il Parma, il Palermo e il Frosinone, tre formazioni date come favorite alla vigilia.

Portando a casa ben sette punti, potevano essere tranquillamente otto, senza lo “scippo” perpetrato a Palermo dalle decisioni dell’arbitro Ros, entrando a pieno merito nel novero delle squadre favorite.

Ora, però, bisognerà confermare il  trend anche con le squadre meno blasonate e quotate visto che nelle prossime gare andremo ad affrontare il Brescia fuori casa, la Pro Vercelli in casa, la doppia trasferta di Foggia, contro una squadra in crescita dopo la falsa partenza e di  Spezia, formazione ridimensionata rispetto alle stagioni precedenti, ma bestia nera dei grifoni al “Picco”, per concludere questo ciclo con la gara del “Curi” contro il Cesena di Camplone.

Se da queste cinque gare dovessero arrivare dieci-undici punti, avremmo la definitiva conferma della forza di questa squadra, nonché il felice riscontro della classifica con la probabile conferma del primo posto.

Intanto, però  pensiamo alla trasferta di Brescia di sabato, contro una squadra ostica, sconfitta, di misura, solo alla prima giornata ad Avellino a causa dell’espulsione a metà ripresa di un suo giocatore quando si trovava in vantaggio di un gol.

Caracciolo in avanti, Bisoli a centrocampo e Meccariello e Gastaldello in difesa i giocatori più temibili della formazione di Boscaglia, che ha abbandonato il suo personale, garibaldino, ma squilibratissimo 4-3-3 per puntare ad un più equilibrato e redditizio 3-5-2.

Ma il Perugia possiede gli uomini giusti  il gioco adatto e l’umiltà, necessari a mettere in difficoltà le rondinelle e portare a casa altri tre punti. L’appetito vien mangiando!

 Danilo Tedeschini